venerdì 26 febbraio 2016

Ecco le nostre scelte sul progetto del nuovo Villaggio Scolastico



Una scelta politica. Diciamoci la verità: il nuovo villaggio scolastico nel programma di legislatura scritto dal PD e da SEL, quello che ha ottenuto oltre il 70% dei consensi dei Sangimignanesi, non c’era. Perché, allora, un progetto così complesso di rifacimento ed ammodernamento delle scuole comunali? La risposta è perché sulle scuole non si scherza, così come non si scherza sulla sicurezza. Per noi sono una priorità. E lo sono da sempre, a San Gimignano, per le forze di sinistra e di centrosinistra che hanno governato la nostra città e che hanno investito nella formazione e nell’educazione scolastica: non solo per rispondere ad un obbligo di legge, ma nella consapevolezza che è dalla scuola, dai suoi insegnanti, dai suoi programmi e dalle sue strutture che si formano i cittadini di domani. E con la convinzione che accanto ad insegnanti capaci e preparati, a piani dell’offerta formativa completi servissero anche strutture adeguate, moderne, efficienti e soprattutto sicure. Fu così negli anni Settanta, lo è anche oggi.

Una scelta in continuità con l’attenzione di questi anni. A riprova di quanto appena detto ecco alcuni esempi di investimenti effettuati nella passata legislatura 2009-2014: A) ristrutturato/ammodernato l’Asilo Nido; B) realizzata la pista ed il campo d’atletica anche ad uso scolastico; C) realizzata la nuova Scuola Materna di Ulignano; D) ristrutturata la Scuola Elementare di Ulignano per l’ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi (CPI).

Una scelta di responsabilità. E’ sulla base di questa premessa che il Comune di San Gimignano ha deciso di commissionare a dei professionisti specializzati uno studio che verificasse se i fabbricati scolastici fossero o meno coerenti con le nuove norme costruttive in materia di sicurezza dell'edilizia scolastica. Oggetto dello studio sono state le scuole realizzate negli anni '70 con la tipologia "a pannelli prefabbricati": la Scuola Media, la Scuola Materna e la Scuola Elementare di Ulignano. I risultati dell’indagine sono stati consegnati al Comune a fine estate 2014. Ecco perché l’intero progetto non era nel programma di legislatura. E soprattutto questi risultati hanno evidenziato un fatto inedito e preoccupante: le tre scuole, per la loro tipologia costruttiva e per la loro concezione strutturale, pur essendo state costruite a regola d'arte in base alla normativa vigente in quegli anni, oggi non rispondono ai requisiti realizzativi richiesti dall'attuale normativa.

I problemi si affrontano, non si scansano. E’ per questo che è nato il progetto delle nuove scuole. Perché non abbiamo voluto far finta di non vedere. A lasciarle così, beninteso, non sarebbe stato compiuto nessun reato. Ma abbiamo scelto, pur in condizioni di bilancio comunale molto rigide, di affrontare il problema che il Sindaco e la Giunta ha correttamente evidenziato, di non restare fermi e di trovare delle soluzioni per dare una prospettiva ai nostri edifici scolastici nella piena sicurezza e con la massima modernità.

Le soluzioni scelte. Le soluzioni non potevano essere che due: una manutenzione spinta degli edifici o il loro totale rifacimento. Perché la seconda ipotesi? Perché la Giunta comunale ha correttamente incaricato anche una altro soggetto, l’Università di Firenze, affinché analizzasse anch’essa quanto prodotto dai professionisti incaricati dal Comune, così da avere la massima garanzia del quadro emerso. Le analisi condotte e le prime valutazioni hanno fatto emergere la non economicità di un intervento di adeguamento. Questo il dettaglio: A) per la Scuola Media, l'unica costruita su vari piani, un intervento di adeguamento alle normative vigenti ed un miglioramento dell’efficienza energetica ed ambientale sarebbe risultato più oneroso rispetto ad un edificio totalmente nuovo con tali caratteristiche; B) per la Scuola Materna è risultata la convenienza di una nuova realizzazione in quanto i costi avrebbero eguagliato quelli della manutenzione necessaria; C) per la Scuola Elementare di Ulignano, invece, è risultato più conveniente l’intervento di manutenzione. Anche perché, come abbiamo appena visto, già nella passata legislatura il Comune era intervenuto su questa scuola con la messa a norma dell’impianto antincendio ed altre ristrutturazioni, quando l’Amministrazione è intervenuta con i lavori di costruzione della nuova Scuola Materna di Ulignano connessa a quella Elementare.

Interventi previsti su Materna, Media del capoluogo e su Elementare di Ulignano. E per quella di San Gimignano? Anche la Scuola Elementare di San Gimignano è stata oggetto di un’indagine approfondita dell’Università di Firenze. Da questa indagine è emerso che la scuola può essere utilizzata a condizione che nell’arco di alcuni anni siano effettuati alcuni lavori di miglioramento dell’edificio. Nell’estate 2015, intanto, sono stati fatti i primi lavori per ospitare nella scuola elementare del capoluogo, separando accessi e spazi didattici, anche gli alunni della Scuola Media che è stata dichiarata inagibile. Intanto sono già stati stanziati gli 80mila euro per il Progetto Preliminare della Scuola Elementare che dovrà essere redatto e che ci dirà, sulla base dell’indagine dell’Università di Firenze, quale sarà l’esatto costo degli interventi di adeguamento da fare.

Nuove scuole, gli interventi da realizzare: un progetto complesso e completo.  Alla fine di queste indagini il quadro è risultato chiaro ed abbiamo capito subito di essere di fronte ad un’opera eccezionale per le nostre forze, per il nostro bilancio e per la nostra macchina comunale. Servono, infatti: 1) una nuova Scuola Media; 2) una nuova Scuola Materna; 3) una nuova palestra al posto della vecchia palestra delle elementari.
A questi interventi andranno aggiunti, come detto, i lavori per la manutenzione della Scuola Elementare di Ulignano, per la manutenzione della Scuola Elementare di San Gimignano, i lavori per la sistemazione delle aree esterne alle scuole e quelli per gestire la fase transitoria (alcuni già realizzati per consentire, ad esempio, il trasloco dalle media alle elementari del capoluogo).
Tutti gli interventi hanno le seguenti caratteristiche: a) rispondenza alle più recenti normative in materia di sicurezza; b) attuazione delle migliori pratiche in materia di qualità ambientale e prestazioni energetiche; c) riqualificazione e riorganizzazione urbanistica delle aree interessate, soprattutto nel capoluogo; d) la creazione di un nuovo impianto sportivo costituito dalla nuova palestra che sarà costruita al posto di quella della elementari.

Un progetto grande e dunque costoso. Ecco il dettaglio. I costi del progetto non sono indifferenti per le casse di un Comune come il nostro. Ecco il dettaglio dei quadri economici:
A) la nuova Scuola Media: € 2.930.000, di cui 2 mln da Regione e Governo e 930mila dal Comune; B) la nuova Scuola Materna € 2.240.000 di cui 1.950.000 mln da Regione e Governo e 290mila dal Comune; C) la nuova palestra € 1.110.000 di cui 950mila da Regione e Governo e 160mila euro dal Comune, per un totale complessivo di € 6.280.000.
A questi costi si sommano 200mila euro per le sistemazioni degli spazi esterni, gli 800mila euro per la sistemazione della Scuola Elementare di Ulignano, i circa 300.000 euro per la gestione della fase transitoria, gli 80mila euro del Progetto Preliminare della Scuola Elementare. Quindi un grande progetto, dal costo complessivo di quasi 8 milioni di euro.

Da dove arrivano le risorse? Dei 6.280.000 milioni di euro di costo per i tre nuovi edifici, circa 4.900.000 milioni di euro sono venuti da un contributo della Regione Toscana a valere su risorse del Governo Renzi, che finanzia un piano triennale di interventi strutturali sugli edifici scolastici in tutta Italia. Il Comune ha partecipato al bando della Regione che è scaduto a fine marzo 2015 ed ha intercettato più risorse di tutti in provincia di Siena, vedendosi finanziati 3 progetti su 4. Il quarto è quello della Scuola Elementare di Ulignano che è però risultato ammissibile e in buona posizione, così che non appena la graduatoria scorrerà potrà anch’esso beneficiare dei finanziamenti. Un risultato per nulla scontato, di cui andare orgogliosi e che rende oggi tutta l’operazione sostenibile anche dal punto di vista finanziario, anche per un altro motivo. La Legge di Stabilità per il 2016 ha da un lato considerato questi contributi comunque fuori dai vincoli dei limiti di spesa imposti agli Enti Locali ed ha di fatto superato il vecchio funzionamento del Patto di Stabilità interno. Per cui, per farla breve, un Comune può spendere i soldi che ha. Sembra una banalità dirlo, ma non era così fino all’anno scorso. E San Gimignano ne era un esempio, purtroppo.

Gira questa storiella: “si rifanno le scuole perché sono arrivati i soldi””… Si tratta di una bufala che più bufala non si può. L’arrivo dei finanziamenti dalla Regione/Governo rendono certo il cammino più agevole. Ma da un punto di vista di scelte politiche le scuole si sarebbero fatte comunque. Come Consiglieri comunali, ad esempio, abbiamo fin da subito apprezzato la decisione della Giunta di affrontare il problema e di risolverlo. Tuttavia, mentre da un lato abbiamo fatto tutti i passi necessari e ci siamo assunti tutte le responsabilità del caso votando deliberazioni pesantissime in Consiglio Comunale, dall’altra, nelle more degli esiti del bando, abbiamo chiesto alla Giunta di lavorare anche ad un “piano b”: cioè ad uno scenario che contemplasse anche la possibilità di non ricevere nemmeno un euro o pochissime risorse esterne di finanziamento e di trovarci nelle condizioni di non reggere il peso degli investimenti necessari con il solo bilancio comunale. Ci sarebbe voluto più tempo, ancora più disagi probabilmente, con un eventuale “piano b”, ma l’obiettivo e la determinazione di risolvere il problema della sopravvenuta inadeguatezza delle nostre scuole lo avremmo affrontato comunque e senza tergiversare.

Tutti bravi! Ora che sono arrivate le risorse… Leggiamo e sentiamo qua e là che ora tutte le forze politiche si dichiarano d’accordo con il progetto, che tutti si prodigano nel voler dare informazioni di qualunque tipo, qualcuno vorrebbe sostituirsi alla Giunta Comunale, altri rivendicano a sé tutti i meriti e via discorrendo. Bene. A noi non fa altro che piacere che finalmente ci sia convergenza. Quello che però ci preme ricordare, per onestà intellettuale e rispetto verso il lavoro svolto dal Gruppo Consiliare del Centrosinistra per San Gimignano (di cui fino ad inizio del 2015 faceva parte anche SEL) è che quando il 28 novembre 2014 c’era da votare la variazione di bilancio per consentire al Comune di partecipare ai bandi della Regione per intercettare le risorse, i voti a favore sono venuti soltanto dal nostro gruppo. Mentre hanno votato contro i gruppi M5S e Lista Civica. Con quel voto abbiamo di fatto rivoluzionato il bilancio comunale nella parte degli investimenti, fermando tantissime opere pubbliche, dichiarandoci disponibili a vendere anche una buona parte del patrimonio disponibile del nostro Comune pur di partecipare a quel bando per fare le scuole. Un voto pesantissimo, che cambiava le priorità di spesa dell’Amministrazione, che impegnava patrimonio pubblico e che cadeva in una fase politico-amministrativa in cui il Patto di Stabilità era pienamente vigente e non c’era nessuna certezza che gli eventuali contributi che avremmo ricevuto sarebbero stati fuori dal conteggio del Patto, o che il Patto di Stabilità sarebbe poi stato superato (come di fatto è avvenuto solo dal gennaio 2016). E sempre per onestà intellettuale va ricordato anche quanto successo a giugno 2015. Cioè quando c’è stato bisogno di finanziarie, una volta avuta la certezza dei 4,9 milioni della Regione/Governo, la quota parte a carico del Comune per completare il finanziamento dei tre nuovi interventi, per un totale di 1,7 milioni di euro, così da poter bandire la gara di appalto, oltre all’ipotesi di intervento sulla Scuola Elementare di Ulignano. Ebbene, anche in questo caso, i voti a favore per questa operazione sono arrivati ancora una volta e solamente dal Gruppo Consiliare Centrosinistra per San Gimignano. Mentre si sono astenuti M5S e Lista Civica. Ora tutte le forze politiche si dicono favorevoli al progetto delle nuove scuole. Bene, ci fa piacere che finalmente sia così. Ma almeno si raccontino le cose per come sono andate. Quel nostro voto è stato importantissimo: perché il rischio era di non fare in tempo a bandire le gare di appalto e perdere così le risorse assegnate.

Una volta completato il finanziamento non si poteva partire subito con i lavori della nuova Scuola Materna? E’ stata una domanda legittima che molti hanno fatto. Iniziare subito i lavori della nuova materna senza doverla liberare per abbatterla per creare lo spazio per la nuova Scuola Media e la nuova palestra. Ma purtroppo come abbiamo sempre detto la struttura del bando regionale non ci consentiva differenziazioni tra progetto e progetto e obbligava l’Amministrazione ad impiegare le risorse immediatamente e tutte insieme. Aggiungere altre risorse dal solo bilancio comunale per anticipare i tempi, avrebbe voluto dire non rispettare il disegno del nuovo villaggio e aggravare ancora di più il bilancio comunale, oltre a spendere due volte.

Ecco perché è stata scelta Ulignano per i bambini della scuola materna del capoluogo. Una volta ottenuti i finanziamenti e appaltati i lavori in questi primi mesi del 2016, si è posto il tema di come svolgere il prossimo anno scolastico 2016-2017 senza la materna del capoluogo. Su questo punto come consiglieri abbiamo suggerito che l’opzione di non fare l’anno scolastico per la materna non era una opzione all’altezza del nostro Comune e della nostra storia. Il servizio andava garantito. Anche se, a termini di legge, la scuola materna non è scuola dell’obbligo ed il Comune non sarebbe stato sanzionabile di nulla. Tuttavia la scelta politica è stata molto chiara. Un minuto dopo abbiamo caldeggiato, seppure a fronte di qualche evidente disagio, la soluzione che i bambini trovassero ospitalità in una struttura nata e progettata con la funzione di scuola, anziché pensare a soluzioni temporanee di pre-fabbricati o di altre strutture che non sono nate per ospitare delle scuole. Questo perché nel primo caso i costi sarebbe stati alla fine quasi come quelli di un’altra scuola nuova (e chi l’avrebbe pagata non si sa…), nel secondo caso perché siamo convinti che un edificio progettato per le funzioni scolastiche, seppure con spazi più ristretti, sia comunque ed in ogni caso più idoneo ad ospitare le attività didattiche di ogni giorno. E’ quello che alla fine è accaduto.  

Deciso il “se” fare le nuove scuole, ora va gestito il “come”: con il maggior dialogo possibile e con la massima trasparenza. Con le scelte che abbiamo descritto ora il progetto è entrato nella fase realizzativa. E per quanto ci riguarda, come consiglieri comunali di maggioranza, abbiamo chiesto e concordato con la Giunta, che già si era attivata in tal senso, che questa fase sia ora gestita con la più ampia disponibilità al dialogo e la massima trasparenza possibile. Noi siamo consapevoli che la fase esecutiva creerà alcuni disagi alle famiglie che hanno i figli nelle scuole coinvolte dal progetto. Inutile nascondersi. Al tempo stesso siamo consapevoli che non una massiccia, costante e chiara informazione alle famiglie tutti questi problemi non solo possono essere affrontati ma, soprattutto, gestiti.
In proposito pensiamo che: a) sia positivo il lavoro già avviato dal Sindaco e della Giunta con i genitori e col neo costituito Comitato dei genitori; b) sia positiva la costituzione del Comitato dei genitori, perché contribuisce a semplificare i canali di informazione, contribuisce a dare certezza alle informazioni che circolano, evita inutili e fastidiose distorsioni delle informazioni stesse, rappresenta un soggetto ed un luogo per un confronto costruttivo nel merito dei problemi; c) che le informazioni ufficiali al Comitato, alle famiglie ed alla cittadinanza non possono che venire dall’organo esecutivo dell’Amministrazione, cioè dal Sindaco e dalla Giunta Comunale, che tutti i giorni hanno rapporti con le imprese, le direzioni lavori, la direzione scolastica e con la struttura tecnica del Comune che soprintende ai lavori.
Noi consiglieri comunali siamo naturalmente a disposizione dei Sangimignanesi per tutto il tipo di segnalazioni, suggerimenti, considerazioni del caso ma non potranno essere confusi i ruoli. A noi spetta un ruolo di indirizzo e lo abbiamo già esercitato, dicendo sì al bilancio e al progetto per fare il nuovo villaggio scolastico.

Intanto: che cosa ha comportato la chiusura della Scuola Media? L’ordinanza di chiusura della Scuola Media ha comportato alcune conseguenze: dolorose ma necessarie. Vediamole, nell’ordine: 1) la chiusura della cucina e quindi della mensa in gestione diretta con conseguente appalto esterno della fornitura di pasti (non sono cambiati i requisiti quali-quantitativi richiesti dal Comune) ; 2) lo spostamento a Colle Val d’Elsa dell’Istituto Enogastronomico. Scelta molto sofferta ma obbligata, anche perché la Provincia di Siena si è dichiarata indisponibile a costruire un nuovo fabbricato a San Gimignano, preferendo la soluzione già pronta nel plesso dei Licei a Colle; 3) l’accorpamento dentro la Scuola Elementare di tutte le classi della Scuola Media; 4) il trasferimento per l’anno scolastico 2016/2017 di tutti bambini della Scuola Materna presso la Scuola di Ulignano; 5) l’acquisto di un capannone industriale a Fugnano per la delocalizzazione del magazzino comunale; 6) la prossima chiusura degli spogliatoi del Palazzetto dello sport con la costruzione di nuovi spogliatoi e altri volumi esterni di tipo prefabbricato.

E dopo che saranno realizzati i 3 nuovi edifici? Andranno necessariamente fatti alcuni interventi. Eccoli: A) il completamento della sistemazione degli spazi esterni con l’appalto del progetto di costruzione del parcheggio e della nuova viabilità (circa 200.000 euro); B) la sistemazione antisismica ed efficientamento energetico, oltre ad una ristrutturazione globale, della Scuola Elementare di Ulignano (800.000 euro); C) la realizzazione del Progetto per gli interventi da fare nella Scuola Elementare del Capoluogo (come abbiamo visto è stato finanziata la progettazione preliminare per 80.000 euro).

Una opportunità di riqualificazione urbanistica, non solo un nuovo villaggio scolastico. E’ quello che pensiamo sia, e abbiamo voluto che fosse assieme alla Giunta comunale, questo progetto: non solo un’operazione per le nuove scuole ma un’operazione urbanistica. Infatti l’abbattimento dell’attuale Scuola Materna e dell’attuale Palestra delle Elementari, la costruzione della nuova Scuola Media e della nuova Palestra e la costruzione della nuova Scuola Materna accanto all’attuale Asilo Nido, configurano la creazione di due nuovi poli, collegati dalle infrastrutture sportive del campo d’atletica e dell’attuale palazzetto dello sport. Ma tutte queste azioni sono anche l’occasione per sistemare e migliorare l’attuale viabilità e sosta di fronte e nelle vicinanze di questi due nuovi poli, con interventi per la circolazione veicolare, la sicurezza stradale, la gestione/separazione dei flussi di traffico e una nuova dotazione di parcheggi. Se poi i lavori della circonvallazione riprendessero presto (come speriamo), la realizzazione di questa fondamentale opera consentirebbe di attuare pienamente le previsioni del Piano Strutturale. Piano che già oggi prevede una viabilità che, costeggiando l’attuale campo di calcio di Belvedere per intenderci, si riconnette con il tracciato della circonvallazione. Questo consentirà di gestire meglio il traffico, di evitare imbottigliamenti e istituire sensi unici per fluidificare la circolazione.

Una operazione urbanistica ed un’idea per il dopo scuole medie. Nel mentre abbiamo affrontato l’emergenza della chiusura della Scuola Media, una volta trovate le soluzioni per la collocazione delle classi in altri edifici, abbiamo iniziato anche a ragionare su cosa vogliamo farne di questo edificio non più utilizzabile. La nostra volontà politica è chiara fin da adesso: non vogliamo che resti una “cattedrale nel deserto”. Abbiamo delle idee. Così come le abbiamo avute per la ricollocazione del cantiere comunale che da lì se ne andrà. Abbiamo infatti condiviso la proposta della Giunta e datole mandato di partecipare ad un’asta fallimentare per l’acquisto di un fabbricato in località Fugnano. Vediamo quali saranno gli esiti. Ma se saranno positivi questi consentiranno all’Amministrazione di collocare in un’unica sede tutti i vari magazzini comunali sparsi qua e là nel nostro territorio e avremo un luogo dove poter ricollocare anche alcuni servizi pubblici vicini alla circonvallazione (come, ad esempio, la Polizia Municipale o l’Urp) rivedendo così anche altre previsioni urbanistiche che ipotizzavano questi servizi in località Santa Chiara, quindi con la stessa funzionalità ma con minore consumo di suolo.
Per il futuro della Scuola Media (che andrà demolita) pensiamo anche di cogliere l’occasione della revisione degli strumenti urbanistici prevista dalla legge e che affronteremo già nei prossimi mesi (in particolare la redazione del POC – Piano Operativo Comunale, quello che si chiamava prima RU – Regolamento Urbanistico e l’adeguamento alle normative sopraggiunte del PS – Piano Strutturale). Ebbene, noi pensiamo che sia necessario fin da subito prevedere la destinazione futura del fabbricato. E pensiamo che queste possano essere due: o il mantenimento di una destinazione formativa (se ad esempio, ulteriori indagini sulle nostre scuole richiedessero ancora nuovi spazi, cosa che oggi non possiamo sapere), oppure una destinazione ad usi civici, in coerenza con quanto scritto nel nostro programma di legislatura. San Gimignano ha un tessuto ricchissimo di associazionismo, di impegno civico che noi pensiamo meriti una sua casa. Una “Casa per il nostro senso civico”, dove le nostre associazioni possano trovare una sede e spazi funzionali alle attività sociali, culturali, ricreative, con spazi idonei ed attrezzati, sale polivalenti. Insomma, un luogo per tutti i Sangimignanesi.


Febbraio 2016 - A cura del Gruppo Consiliare Centrosinistra per San Gimignano -

Unioni civili: perdiamo tutti, avanzano solo i diritti

Avrei votato senza problemi il ddl Cirinnà, frutto già di una buona mediazione. Alla fine di tutto, però, quello che mi interessa di più è che seppure dopo cronico ritardo e stucchevoli tatticismi, finalmente la legge che istituisce per la prima volta in Italia “l’unione civile tra persone dello stesso sesso” ci sarà. E ci sarà come “specifica formazione sociale” sulla base dell’art. 2 della Costituzione. Insomma: si allarga il campo dei diritti, fino ad oggi colpevolmente rinchiuso nel nostro Paese.

Non mi iscrivo né al partito dell’esaltazione della vittoria, né a quello del piagnisteo continuo che non va bene nulla. Penso che la legge passata al Senato sia la migliore possibile alle condizioni date nel Senato della Repubblica italiano oggi, nell’anno del Signore (è il caso di dirlo…) 2016.

Avrei voluto tutto e di più, il meglio e il bene, lo avrei voluto ben prima e non oggi, e in tal senso ho e abbiamo presentato negli anni scorsi assieme ai colleghi di Sel anche atti politici nel nostro piccolo Consiglio Comunale rivolti al Parlamento perchè intervenisse, di comunque colore esso fosse stato, prima di averne viste di tutti i colori in questi giorni.
Ma se è vero che per me che la politica si nutre di valori e di ideali (smetterei quando non ne trovassi più), ho ben imparato, frequentandola da molto vicino, come essa sia davvero l’arte del possibile. E come spesso il meglio sia nemico del bene.

Credo che dopo quello che si è visto al Senato perdano un po’ tutti gli attori in campo, senza scampo per nessuno. Compreso il mio partito.
Avanzano solo i diritti, almeno e per quanto in ritardo. Meno male.
Perché mi pare che si dimentichi che a breve, dopo il passaggio alla Camera, avremo finalmente l’estensione alle coppie omosessuali di tutti i diritti del matrimonio civile, dalla residenza comune alla reversibilità della pensione, dal diritto di subentrare al contratto di affitto alla possibilità di decidere la comunione dei beni, dalla decisioni da prendere in materia sanitaria all’accesso a congedi matrimoniali, assegni familiari e graduatorie pubbliche. E via così per le convivenze di fatto.
Prima non c’era nulla di tutto questo, tra breve ci sarà. Ho l'amaro in bocca per come ci siamo arrivati.

Certo è che il Parlamento, il Senato in particolare, aveva la possibilità di riappropriarsi di un ruolo e di una centralità, su di un tema che è vero che interessi una piccolissima percentuale della popolazione, così come è altrettanto vero che rappresenti una cartina di tornasole del grado di civiltà e di libertà di un Paese. In questo caso il nostro. Così non è stato. E la responsabilità di questo giro di giostra è principalmente del PD e del M5S. Se la cavano più o meno gli intramontabili democristiani, di opposizione e di governo: ma tanto si sa, loro se la cavano sempre.

Al PD rivendico due responsabilità. Una positiva: quella di aver posto comunque il tema al centro del dibattito, non scansandolo ma affrontandolo, quando invece una tattica molto spicciola suggeriva di tenersi molto più alla larga da questa tematica. Una negativa: ha sbagliato i conti, ha gestito male la costruzione del consenso sul ddl. Non ho capito poi la gestione del gruppo di Zanda, né il suo rapporto con Grasso: ma non si parlano? (curioso poi come Grasso sia passato per i 5S da unico magistrato amico di Berlusca a paladino della democrazia...). I 5S invece avevano per l’ennesima volta la possibilità di determinare qualcosa in questo Paese, ma hanno deciso di portare via il pallone anche stavolta. La democrazia sarà anche salva, ma loro continuano a non essere determinanti in nulla. E’ la differenza che corre tra fare testimonianza e governare le cose.

Resta comunque un senso di frustrazione e di amaro in bocca, per tutto quello che mille volte in Italia potrebbe essere e poi non è. Siamo un Paese che non conosce mezze misure: o vince la palude dell’immobilismo o per fare le cose abbiamo bisogno dello strappo, della forzatura, della prova di forza (ho trovato odiosa la fiducia su di un tema di questa natura, anche se l’ho compresa per come si sono messe le cose. L'unico contento sarà stato l'osceno Diba, che l'ha invocava strumentalmente apposta). Siamo questi ed il Parlamento ne è lo specchio fedelissimo. Purtroppo.

Considerazioni finali e telegrafiche.
Alfano è tristissimo e imbarazzante. Confonde il diritto canonico con la natura... Considera una vittoria da conservatori togliere la fedeltà per legge (io la penso come Vattimo: attiene alla sfera etica, non giuridica e per quanto mi riguarda la toglierei anche dal matrimonio civile in quanto retaggio, sono d’accordo con la Cirinnà, di un’Italia bigotta e oscurantista che su questo elemento basava il delitto d’onore).
L’unico innaturale rischia di essere lui.

Bene che il Parlamento, dopo questa mesta vicenda, discuta quanto prima una legge organica sulle adozioni, che riaffronti anche il tema dell’adozione del figliastro (così ci capisce anche Scilipoti). C’è una possibilità di giocare un ”secondo tempo” e di riabilitarsi parzialmente ai nostri occhi di cittadini. E sono ancora una volta d’accordo con la Cirinnà: si vedrà così chi bleffava e e chi faceva sul serio. Perché alla fine della fiera ci sono sempre le vite delle persone che si aspettano risposte e qualche certezza in più. Un’occasione per non lasciare che di queste vicende si occupino solo i tribunali in questo Paese, perché la politica non sa o non vuole decidere.

Non vedo l’ora di essere al 2018 per votare per un nuovo Parlamento. E a tutti gli schizzignosi dico, vista la situazione, ben venga l’Italicum, con tutti i suoi limiti di cui ho scritto mille volte. Che ci sia una maggioranza chiara, che governi dal “giorno dopo”, che se ne assuma la responsabilità senza portare via il pallone, che ne risponda alla fine del mandato davanti agli elettori. Una roba come quella del 2013 porta ai governi di larghe intese e a questi troiai.

Ribadisco quanto ho scritto più volte: il PD è e resti un partito di centrosinistra. No al partito della nazione, negazione ed esatto opposto della  vocazione maggioritaria di avere un progetto per governare l’Italia. Renzi ha ribadito che è un fantasma e che non insegue i fantasmi. Bene. Verdini si balocchi quanto gli pare, voti cosa gli pare, ma resta un'altra roba.