
E, ogni tanto, si celebrano anche personaggi che signori, forse forse, non lo sono stati, nè dentro nè fuori dal campo.
Ci vorrebbe la stessa rubrica, ma a due ruote: "i signori del ciclismo".
E la prima puntata dovrebbe essere dedicata al nostro Alfredo Martini: il signore del ciclismo.
Sulla bici e senza bici.
Italiano e toscanaccio.
Indimenticabile commissario tecnico della nazionale.
Dei suoi 6 successi mondiali ho un vaghissimo ricordo TV (1986) della vittoria di Moreno Argentin a Colorado Springs, mentre ricordo benissimo, perchè c'ero, la vittoria rocambolesca di Maurizio Fondriest nel 1988 a Renaix (in Belgio), in camper a 10 anni coi miei genitori lungo il percorso iridato. Quando ancora il ciclismo faceva sognare...
Poi, a colori e ben impressa ancora in mente, la doppietta di un altro signore del ciclismo, Gianni Bugno: nel 1991 e nel 1992, rispettivamente a Stoccarda e a Benidorm.
Martini se ne intendeva e come di ciclismo.
Ne incarnava lo spirito, l'essenza di uno sport bellissimo, non a caso definito 'metafora di vita'.
L'unico rammarico è stato non potergli dedicare idealmente e sostanzialemtne la vittoria di un italiano nel mondiale dell'anno scorso, quello che ha organizzato la sua Toscana, a pochi passi da casa sua, con arrivo a Firenze.
Martini è stato un grande esempio di ciclismo: prima praticato da corridore, poi organizzato e gestito da C.T., poi predicato. E' impossibile, per tutti, ma per noi Toscani poi, non ricordarlo così.
Un signore.
Pedala ancora Alfredo.