giovedì 26 febbraio 2009

Un amico

Manets è un amico vero. Il migliore. Che ti sa ascoltare, ma non ti adula, non ti prende in giro, soffre e gioisce per te e con te. Ma, soprattutto, non ti dice sempre bravo. Questo è un amico. Vero. Grazie.

mercoledì 25 febbraio 2009

Una causa di civiltà e libertà

Giorni fa ho firmato con convinzione, dopo averci ragionato sopra un bel pò, l'appello per una legge giusta, equa, di libertà e costituzionalmente rispettosa su quello che viene definito "testamento biologico" o DAT "dichiarazione anticipata di trattamento".
Ho ricevuto questa risposta e questo invito a rendere pubblico ciò che in questi giorni si sta discutendo in Parlamento.
La divulgo soltanto per questo motivo.

Andrea


Per Andrea Marrucci

Carissimo,
grazie per la tua adesione all’appello per il diritto alla libertà di cura sul sito http://www.appellotestamentobiologico.it/ e grazie perché, anche con il tuo contributo, abbiamo già raggiunto quasi 100.000 firme!

Ti scrivo per chiederti un ulteriore sforzo per questa importantissima causa.
Nelle prossime settimane il testamento biologico sarà al centro del dibattito in Parlamento, e la maggioranza intende approvare una legge che limita la libertà di scelta del cittadino imponendo alcune terapie, come l’idratazione e l’alimentazione artificiale. Le dichiarazioni anticipate di trattamento non saranno vincolanti: spetterà sempre al medico l'ultima parola.

Qual è allora l’utilità di questa legge, se non si garantisce al cittadino che la sua volontà sia rispettata?
La verità è che il ddl della destra è stato scritto per rendere inapplicabile il ricorso al testamento biologico.
Oltretutto, la dichiarazione dovrà essere stipulata davanti ad un notaio, e rinnovata con cadenza triennale: vi immaginate cosa significa andare ogni tre anni davanti a un notaio accompagnati dal proprio medico di famiglia?
Al contrario della nostra proposta poi, non è presente nemmeno un cenno alle cure palliative, all’assistenza ai disabili, alla terapia del dolore.
Ti chiedo dunque di diffondere il più possibile l’appello, invitando tutti i tuoi contatti a sottoscriverlo: dobbiamo mobilitarci immediatamente per raccogliere centinaia di migliaia di adesioni e difendere il nostro diritto costituzionale alla libertà di cura. Se saremo tanti, il Parlamento non ci potrà ignorare.
Nel prossimo dibattito in Senato il mio impegno personale è quello di dar voce alla vostra opinione, che credo coincida con quella della maggioranza degli italiani. Che vogliano utilizzare ogni risorsa della medicina o che intendano accettare la fine naturale della vita, i cittadini vogliono essere liberi di scegliere.

Ti ringrazio infinitamente e conto su di te per far circolare il più possibile l’appello,

Ignazio Marino

CHANGE 4 EUROPE: nuove leve per una nuova Europa

Sul sito del professor Marino ho trovato questo appello lanciato dal movimento giovanile del Partito Socialista Europeo a favore della mobilità dei giovani europei.
L'appello è stato lanciato il 14 febbraio, anniversario dell'adozione del Trattato sull'Unione Europea presentato da Altiero Spinelli. Lo scopo è quello di incrementare e favorire la partecipazione dei giovani ai progetti di mobilità e scambio come l'Erasmus.
L'Europa dei popoli oltre che degli stati si costruisce anche, se non soprattutto, così: a partire dai noi giovani. Da esperienze di scambio, incontro, cultura e formazione. Insomma: vivendo l'Europa e non guardandola solo da lontano.
Sottoscrivetelo!


Appello per la mobilità giovanile in Europa

Il 14 febbraio 1984 il Parlamento europeo adottava il progetto di Trattato sull'Unione europea presentato da Altiero Spinelli. Dopo 25 anni, nel giorno di San Valentino, noi giovani europei che "amiamo" l'idea di un'Europa sociale, democratica ed unita riaffermiamo la nostra adesione agli obiettivi dei padri fondatori ed a quelli del progetto Spinelli.
C'è una nuova generazione che crede nel processo di integrazione e che guarda all'Europa per affrontare con successo le nuove sfide globali con le quali ci misuriamo quotidianamente.

Negli ultimi anni i referendum in Francia, Olanda ed Irlanda mostrano come l'Unione europea non abbia il sostegno popolare necessario. Questi segnali indicano che l'azione dell'Ue non è percepita come efficace e non è compresa, né condivisa dai cittadini. Per credere nel progetto europeo è necessario toccarlo con mano. Vivere l'Europa, viaggiare in Europa, studiare l'Europa, lavorare in Europa è il modo migliore per partecipare alla costruzione del progetto democratico più rivoluzionario del mondo. Unire pacificamente popoli diversi, un tempo nemici. In questo disegno i giovani devono essere i protagonisti. Tutti i giovani.

L'Ue da tempo promuove programmi di scambio per i giovani. Tra questi il programma Erasmus che permette di fare una esperienza all'estero agli studenti universitari, è il più conosciuto. Molti altri programmi nei settori dell'educazione formale, non-formale e del volontariato promuovono la mobilità giovanile. Allora, qual è il problema? Sono 90 milioni i giovani tra i 16 ed i 29 anni che vivono nei 27 Stati membri dell'Ue. Ma quanti tra questi partecipano ogni anno ai programmi di scambio dell'Ue? Trecentomila (300.000). Non vogliamo l'Europa delle élites!

In Europa non mancano gli strumenti per cambiare le cose, ma la volontà politica di chi ci governa. Offriamo a tutti i giovani la possibilità di vivere l'Europa di fare un'esperienza in un altro Stato dell'Ue, presso un ente locale, un'impresa, un'associazione, una università. In questo modo crescerà una generazione di cittadini europei con le competenze necessarie per affrontare il mercato del lavoro ed il confronto con l'altro in una società multietnica.

Quello che serve è una semplificazione delle procedure, un sistema d'informazione capillare e soprattutto che la UE spenda meglio i soldi che ha. Se vuoi che la mobilità dei giovani in Europa sia un diritto per tutti e non per pochi firma il 14 febbraio l'appello per l'Erasmus Universale! Universale perché tutti possano farlo. Universale perché lo si possa fare in tutti i settori della nostra formazione.

http://www.universalerasmus.eu/

giovedì 19 febbraio 2009

NON SIAMO UN PAESE NORMALE

Per il Tribunale di Milano l’avvocato David Mills, ex consulente della Fininvest di Berlusconi, è stato corrotto con 600 mila dollari provenienti dalla Fininvest per testimoniare il falso in due processi a carico di Berlusconi. Mills aveva già confessato tutto in una lettera al suo commercialista (“ho tenuto Mr B. fuori da un mare di guai nei quali l’avrei gettato se solo avessi detto tutto quello che sapevo”) e poi alla Procura di Milano. Mr.B, cioè Silvio Berlusconi, era imputato nel processo ma, guarda un po’, grazie ad una legge del Governo Berlusconi (sì avete capito bene: Berlusconi, non Prodi o Veltroni!) l’ha fatta franca e si è, per così dire, “autosottratto” dal giudizio grazie ad un last minute: il lodo Alfano, legge di dubbia costituzionalità, approvata però in tutta fretta per volere del capo. Nessuna voce, tranne quelle dei blog, nessuna notizia sparata sui giornali, nessuna apertura di tg, niente di niente. Che tristezza. Forse alla fine si scoprirà che Mills si è corrotto da solo. Gli unici ad avere avuto un sussulto (direi piuttosto la coda di paglia) sono stati i “guardaspalle” del leader che inavvertitamente, invece di osservare il religioso silenzio, hanno parlato dicendo che si è trattato della solita sentenza politica ed a orologeria. Cioè dopo una vittoria elettorale e contro Berlusconi. Tradendo così la verità della sentenza… Ma niente accade. Il Presidente del Consiglio resta al suo posto, più forte che mai (“gladiatore” l’ha definito la Gelmini). A dimettersi è il capo dell’opposizione, dopo una sconfitta elettorale a lui poco imputabile e logorato da chi appena 16 mesi fa lo aveva chiamato a salvare la patria conscio della propria impresentabilità.
Ecco una differenza profonda tra destra e sinistra. Se non fosse che da 15 anni Berlusconi gode della fiducia della maggioranza degli Italiani, ci sarebbe anche da esserne felici.

Credibilità

L'aspetto più importante in politica.
Poi si può far bene oppure sbagliare (ogni tanto), come è nelle umane cose.

Chi ci rappresenta a livello nazionale non sembra preoccuparsi di questa dote. Anzi. La calpesta ogni giorno, non la coltiva, non lascia che cresca.

credibilità[cre-di-bi-li-tà]. s.f. inv.
L'essere credibile: la tua giustificazione non ha la minima c.
‖ Capacità di ottenere credito, di apparire realizzabile: questa proposta ha ben poca c., è troppo astratta
‖ estens. Prestigio: ormai ha perso la sua c.

Il primo problema che abbiamo (avete?) è proprio questo.
Ancor prima dell'essere d'accordo sulle cose da fare e da dire: è la credibilità degli uomini e dei comportamenti.
Siamo nati per cambiare l'Italia e il suo sistema politico, per ridare dignità alla politica.
Forse ci siamo scordati di partire da noi stessi?
Le persone, queste cose, le avvertono sempre prima di chi dovrebbe rappresentarle.

Mi auguro che non prevalga l'istinto di conservazione e da qui si riparta.

mercoledì 18 febbraio 2009

CARI DIRIGENTI NAZIONALI… GIU’ LE MANI DAL PD!

Grazie lo stesso Walter.
Ci lasci in una situazione di oggettiva difficoltà. Inutile nasconderselo.
Ancora una volta saranno i territori a pagare di più e il progetto del Pd a uscirne logorato.
La tua scelta è stata difficile, sofferta, ma credo coerente con la tua idea di Pd, non legata ai destini personali, ma per il bene del progetto comune.
Non ho certezze in questo momento, né risposte.
Ho solo tante domande. Avrà fatto bene Veltroni a lasciare adesso, a due mesi dalle elezioni? Davvero il clima intorno al segretario si era fatto così pesante da arrivare al punto di sparigliare le carte e lasciare la segreteria? (Pare di sì: ieri ne ho parlato a lungo con Susanna Cenni e Robetta Pinotti al telefono…) Come credere che Veltroni fosse “il problema” e non una piccola parte del problema? (la gestione romano centrica, la riconferma di Soro e Finocchiaro come capogruppi, la sua tenacia a tenere insieme tutto invece di far pesare la sua forza, in qualche circostanza, frutto della legittimazione delle primarie…).
Davvero pensiamo che un gruppo dirigente che è arrivato a tanto possa adesso farsi da parte e favorire il dispiegarsi del progetto Pd fatto di innovazione e cambiamento (a questo punto anche di facce?). Ci serve un congresso velenoso adesso, quando ad aprile dovremo presentare le liste? Ci serve una reggenza? O ci serve solo un po’ più di decenza, unità, chiarezza, solidarietà per una sinistra (su questo sono d’accordo con Walter) meno salottiera, giustizialista, autolesionista, pessimista ed a vocazione minoritaria?
Confesso che non ho risposte ma tanta rabbia e tanta delusione.

E la mia delusione aumenta nel sapere che questo gruppo dirigente (la foto ingiallita di una classe dirigente di cui parlò Cuperlo alla direzione nazionale di Dicembre oggi suona come un eufemismo), che ha “costretto” il segretario a questa scelta drastica, è lo stesso che adesso sta già ritessendo la tela per il dopo Veltroni…

Non ho ricette.
So però che ci siamo giocati le Europee, che ora tutto è in salita e che se c’è una via d’uscita questa è nella unità del partito (non nella forma ma sulle cose da fare, su ogni tema!), nel rinnovamento (forse non basta più e sarebbe corretto parlare di cambiamento?) della classe dirigente nazionale, un coinvolgimento dei territori e di quelle personalità che fuori Roma hanno costruito il Pd e non una propaggine tentacolare degli ex ds e degli ex margherita.

Venerdì pomeriggio ho convocato un Esecutivo straordinario. La prossima settimana sto pensando di convocare un’Assemblea straordinaria sulla situazione nazionale. Credo anche che sarebbe opportuno che come Unione Comunale scrivessimo della nostra delusione e incredulità agli organismi dirigenti del nostro partito (Coordinamento e Direzione Nazionale). Noi restiamo uniti, a San Gimignano come in provincia di Siena.
Ma per favore, basta.
Giù le mani dal PD!

lunedì 9 febbraio 2009

Un pò di silenzio e più rispetto!

Che vergogna!

Provo disgusto per il carrozzone mediatico e politico che si è voluto imbastire sulla dolorosa vicenda di Eluana.
Ce l'ho anche con la politica, o meglio, con quella parte del ceto politico che ora si affanna a dire la sua, ad ergersi a paladina della vita, ricoprendosi di una coltre di ipocrisia inquantificabile tanta è.

Tutti coloro che adesso si appassionano per Eluana, che si sono accorti (accorti? in tv abbiamo sentito delle bestialità scientifiche attribuite al caso di Eluana fin troppo imbarazzanti!) di questa ragazza che versa nello stato in cui versa, dove erano fino ad ora? Ed ora si sono messi in testa di "salvarla a tutti i costi". Da chi? Da che cosa?

Sono gli stessi che in questi anni non hanno trovato il tempo, il modo e soprattutto la volontà (perchè alla fine non c'è la volontà in Italia di farlo, per mille ragioni!) di scrivere una legge degna di questo nome, costituzionalemtne corretta e rispettosa della dignità umana, sul testamento biologico.

Una materia che si è voluto, last minute, disciplinare con decreto legge, ovviamente e giustamente respinto. Non per ideologia , ma per rispetto e conformità ai principi giuridici sui cui si poggia la nostra comunità di cittadini.

Si è addirittura arrivati allo scontro istituzionale (la separazione dei poteri è un principio, anche di comune convivenza, che oggi conoscono anche i bambini), con il malcelato obiettivo di voler metter mano alla costituzione, con la scusa della tutela della vita. Strumentale è dir poco.

E si scopre anche che quando si vuole, sotto dettatura ideologica, le leggi si possono fare eccome, anche stravolgendo le normali prassi parlamentari. E in soli 3 giorni!
Ecco un piccolo florilegio di quanto sta accadendo col pretsto della povera Eluana: sentenze passate in giudicato-bloccate da ministri e cardinali; decreti legge bloccati dal Presidente della Repubblica, come nei suoi poteri, in quanto privi di fondamento e con una lettera istituzionale che spiega chiaramente le motivazioni di questa scelta, rispettosa solo della Costituzione e scevra da ogni altro condizionamento psicologico, sbandierata ai giornali dal gran capo come "il gran rifiuto"; il Presidente del Consiglio che vuol bloccare il Presidente della Repubblica modificando la Costituzione; il Parlamento "sovrano" che "deve" approvate in tre giorni quello che decide il Governo.....

Si faccia silenzio, si rispetti il dolore di una famiglia già abbastanza straziata da anni di dolore e sofferenza. Si rispetti la volontà di Eluana e della sua famiglia.

Poi però, chi oggi strepita, soprattutto chi è tra i banchi del Parlamento, trovi il tempo per fare il suo dovere (magari impiegando qualche giorno in più per pensarci dei tre "concessi" dal Governo) per fare il suo mestiere: dare all'Italia una legge moderna, civile, dignitosa e rispettosa della Costituzione sul testamento biologico.

Nel farlo, oltre che alla propria coscienza, ascoltino e si leggano anche la nostra Costituzione.

Ecco un piccolo pro memoria.

Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 7.
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 13.
La libertà personale è inviolabile.Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.
È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.
La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.
Art. 32.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

giovedì 5 febbraio 2009

Caro amico ti scrivo (ma non mi rilasso, anzi...)

Questo pomeriggio, dopo una proficua giornata lavorativa a Castellina, incontriamo Walter a Siena. Mi sembra una buona cosa che il segretario nazionale, nella nostra provincia ed in valdelsa per misurare gli effetti della crisi, trovi un'ora anche per incontrare i segretari comunali e i coordinatori per "tastare il polso".

Noi, oltre ad ascoltare cosa avrà da dirci, sfrutteremo l'occasione anche per consegnargli una sorta di lettera/appello per cambiare un pò il passo e darci una mano. Il PD non è solo quello di Roma. L'abbiamo firmata tutti. Eccola.

Caro Walter,
ti scriviamo per due motivi.
Il primo è che sentiamo il desiderio di ringraziarti per il tuo impegno e per la tua passione alla guida del Partito Democratico.
Il secondo è per rivolgerti l’invito ad andare avanti con sempre maggiore determinazione nel processo di costruzione del partito nuovo a livello nazionale.

Noi, nella piccola cornice della nostra splendida città, San Gimignano, il Partito l’abbiamo fatto. Davvero. Unendo fin da subito le nostre storie, le nostre esperienze, la nostra passione e la nostra fiducia nella politica come strumento e non come fine.
Oggi il PD a San Gimignano è una realtà, un partito in carne e ossa, vivo e radicato nel nostro territorio. Una comunità di donne e di uomini, con molte ragazze e ragazzi che credono nel progetto politico e culturale del PD.
Convinti come siamo che è a partire dai noi stessi, prima di tutto, dai nostri comportamenti e dal nostro impegno quotidiano che si cambia la politica, le si restituisce dignità, ci si occupa del prossimo, si costruisce un disegno alternativo di società.

Tuttavia non ci basta aver fatto il partito nuovo a San Gimignano. Vorremmo di più.
Vorremmo che quel partito nuovo e riformista, nato con le primarie del 14 ottobre del 2007 per innovare e cambiare la politica e il sistema politico a livello nazionale, fosse tale in tutta Italia.
Sappiamo bene di non dirti, forse, niente di nuovo.
Ma sentiamo il bisogno sincero di esprimerti il disagio che talvolta proviamo di fronte a certe dinamiche nazionali di cui ci è difficile comprendere i motivi (gli assurdi distinguo sui media su questioni spesso marginali, per esempio, risultano ancora più odiose in questo periodo di crisi economica). E altro risultato non hanno se non quello di rendere il nostro lavoro sul territorio, a contatto con i nostri soci fondatori iscritti e elettori, sempre più difficile.

Noi continuiamo a credere fortemente, come te, nel Partito Democratico.
E siamo d’accordo con te quando dici che non occorre ripartire ogni volta “da zero”.
Il progetto c’è e si chiama Partito Democratico.
Molti sono i contenuti e non mancano ad ogni livello intelligenze e personalità a disposizione del nostro Partito.
Noi però pensiamo che occorra che tutto il PD si ponga sui binari dell’innovazione e del cambiamento.
Guarda caso proprio ciò che chiedeva chi partecipò alle primarie del 14 ottobre e chiede chi continua oggi a darci fiducia in ogni occasione: innovazione e cambiamento.
Per dirla con Obama è anche per noi il tempo della responsabilità e della chiarezza.
Tu hai richiamato più volte in questi mesi il partito all’unità.
Crediamo che sia, d’accordo con te, un requisito essenziale per l’efficacia della nostra proposta politica e per la percezione che l’elettorato può avere di noi.
Tuttavia, anche da San Gimignano, troppe volte abbiamo l’impressione che questi richiami cadano nel vuoto perché, forse, non siamo tutti convinti sulle cose da fare.

Walter, a noi non spaventa un partito plurale, dove più anime convivono e si confrontano.
E’ fisiologico per un grande partito come siamo e, anzi, rappresenta uno dei nostri punti di forza.
A noi spaventa un partito che ne rimane schiavo, incapace di trovare il bandolo di questa pluralità e dunque incapace di mandare messaggi chiari e comprensibili al proprio elettorato o ai potenziali elettori. Un partito che si avvita su questioni capziose, che non costruisce gruppi dirigenti legittimati e riconosciuti sconfinando nel personalismo avulso da ogni progetto politico, che riduce la partecipazione alle primarie (strumento prezioso in cui crediamo e che in questa provincia pratichiamo da tempo), ma che non coinvolge i propri iscritti ed elettori su scelte di fondo.
Per evitare tutto questo, forse, abbiamo bisogno di affrontare con decisione alcuni temi.

Prendiamo un esempio, attuale, valido per tutti: l’Europa e le elezioni europee.
Per noi è una questione importante. Come non vedere che molte delle questioni cruciali del nostro tempo (quella energetica ed ambientale, quella delle dinamiche del mondo del lavoro, quella dei flussi migratori, quella della mobilità sociale, quella del campo dei diritti e dello spazio delle libertà personali) passano dalla dimensione europea?.
Ci piacerebbe che su questo come su altri temi il partito promuovesse una discussione convinta su quale idea d’Europa abbiamo, come la vorremmo, di quali forme, di quali strutture e di quali regole ci doteremmo per realizzare quello che il J.Rifkin ha definito anni fa “il sogno europeo”.
Un partito che si confronta, discute dell’Europa e dunque del futuro e che poi decide cosa fare e dove stare coinvolgendo, nel momento della decisione, iscritti ed elettori del PD con gli strumenti che lo Statuto ci mette a disposizione (referendum interno).
Questo ci interessa, ancor prima della collocazione, che a quel punto verrebbe di conseguenza.

Un partito, insomma, che fa quello che in tanti chiedono al PD: compromessi virtuosi, rivolti al futuro, tra la responsabilità della direzione politica degli organismi dirigenti e il valore della partecipazione, informata e consapevole.

E’ anche per questo tipo di partito solido, radicato, partecipato e innovativo che siamo impegnati nel Partito Democratico.
Perché anche noi come te, Walter, vogliamo bene al Partito Democratico ed alla politica.
Buon lavoro Segretario.


Andrea Marrucci - Segretario PD Unione Comunale San Gimignano
Simone Burgassi - Capogruppo PD “Uniti per San Gimignano”
Marco Lisi - Sindaco di San Gimignano
Armando Baldisserotto - Coordinatore Circolo di Base Castelsangimignano
Gianni Bartalini - Coordinatore Circolo di Base Santa Chiara/Santa Lucia
Maurizio Buiani - Coordinatore Circolo di Base Badia a Elmi
Ilaria Garosi - Coordinatrice Circolo di Base Pancole
Alberto Lampis - Coordinatore Generazione Democratica
Luca Massi - Coordinatore Circolo di Base San Benedetto
Marco Mari - Coordinatore Circolo di Base Centro Storico
Francesco Parrini - Coordinatore Circolo di Base Ulignano
Simone Tabani - Coordinatore Circolo di Base Belvedere

lunedì 2 febbraio 2009

IDI DI MARZO

L'influenza porta con sè anche alcuni (pochi) vantaggi.
Per me uno è quello di avere un pò di tempo per stare a casa a leggere.
Ho spolverato in due giorni IDI DI MARZO di valerio massimo manfredi. Autore di grande facilità narrativa, maestro del romanzo storico che, lo dico sinceramente, resta il mio genere preferito dai tempi delle medie. Il primo amore (Le memorie di Adriano, della Yourcenar) non si scorda mai.

Altri libri in produzione:
Altieri Spinelli e l'europa, G. napolitino
Il sogno europeo, J. Rifkin
capitalismo 3.0, P.Barnes

...e un'altra marea che non riesco a sfoltire......

Incredibile Toro



Incapace di vincere in casa con la Reggina, capace di pareggiare a San Siro con l'Inter....

Dai "rolandone" buttala dentro anche domenica col Chievo, scontro salvezza.

FORZA TORO!

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Primarie provinciali: a sangi partecipano in 753! Grazie!!!

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Ho sentito silvio dire che neppure un soldato per ognuna delle belle donne italiane basterebbe... Piuttosto agghiacciante. La bellezza con lo stupro non c'entra proprio nulla.

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Settimana scorsa, prima di ammalarmi, ho visto al cinema "italians": scansatelo voi che siete ancora in tempo!

domenica 1 febbraio 2009

Eccoci qua

Eccoci qua!
Settimana densa di appuntamenti, ma soprattutto ho ribeccato l'influenza!!!!
Riesco oggi e siamo qui al partito per le primarie per la scelta del candidato alla presidenza della provincia di Siena. Alle 17:30 siamo a 545 sangimignanesi votanti...puntiamo ai 700!!

Intanto martedì scorso, 27 gennaio, dopo una IX Assemblea comunale da tregenda (stavo da cani causa sintomi influenzali) abbiamo il candidato Sindaco a Sangi.

Stavo malissimo, ma fortunatamente ce l'ho fatta a svolgere la relazione che avevo preparata nei giorni precedenti....

Da ora ci aspetta un altro duro lavoro in vista di giugno. Spero che tutti, in questa fase, tengano al centro il bene di San Gimignano e dei Sangimignanesi e solo quello.
Me lo auguro, ma vedo in giro, anche nel nostro schieramento, personaggi animati da altre logiche in giro.
Io ce la metterò tutta e poi vedremo.
Ho detto queste cose.


486 buoni motivi
Relazione del segretario Andrea Marrucci alla IX Assemblea comunale
PD Unione Comunale San Gimignano
Martedì 27 gennaio 2009

Stasera siamo chiamati ad ufficializzare il nome del nostro candidato Sindaco alle primarie di coalizione, così come emerso dalle assemblee dei Circoli che abbiamo tenuto appena una settimana fa, lunedì 19 gennaio.
Una data che non esito a considerare importantissima per quanto concerne il nostro percorso politico a San Gimignano.
Desidero però prima ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile lo svolgersi dell’intero percorso di selezione del nostro candidato a partire dal lavoro svolto da tutti i Coordinatori di Circolo, dall’esecutivo, da Valentina, dai garanti e dal nostro tesoriere e da chi dietro le quinte ha preparato liste, materiali, schede, urne e quant’altro necessario.
La politica è fatta di messaggi, di speranze, di buone idee talvolta ma anche di tanti passaggi oscuri e preziosi dietro i quali ci sono persone che fanno sì che queste idee camminino e si facciano strada.
Per questo credo che anche a loro vada il ringraziamento della nostra unione comunale.

Come spesso capita, anche se non sempre e mai con certezza assoluta, la novità che abbiamo sperimentato col percorso di selezione messo in piedi nella nostra VIII assemblea comunale e culminato con le assemblee di circolo di lunedì , ci regala sorprese e motivi di riflessione.

La prima sorpresa ( e il primo dato politico) da sottolineare è la partecipazione che le assemblee hanno fatto registrare. 486 democratici su 964, più del 50% degli aventi diritto hanno raccolto il nostro messaggio ed hanno partecipato alla selezione esprimendo poi la loro indicazione.

Un primo elemento da registrare con soddisfazione è dunque quello che il nostro messaggio di novità, di apertura e di selezione dal basso è stato raccolto. Segno questo, vale anche per il Pd nazionale, che quando il partito si fa interprete di percorsi nuovi assunti nella chiarezza, nella democraticità e nella responsabilità delle scelte, il popolo democratico risponde ed apprezza.

Alla luce di questo dato, possiamo dire che quello che abbiamo definito allora come compromesso virtuoso tra valore della partecipazione e responsabilità politica degli organismi dirigenti è stata una soluzione al rialzo e positiva che ha garantito partecipazione appunto, apertura e selezione dal basso grazie alla fissazione di criteri chiari e per lo più oggettivi che hanno, credo, da un lato qualificato la platea degli aventi diritto (iscritti e soci fondatori) dall’altra aiutato nelle scelta del miglior candidato alla carica di Sindaco.

Sebbene i criteri individuati ponessero sulla stessa linea di partenza almeno sette o otto rappresentanti del nostro partito, l’indicazione emersa dai circoli è stata una indicazione piuttosto netta.

Dei 486 partecipanti al percorso di selezione 142 hanno partecipato nel circolo centro storico (60,17%), 129 nel circolo santa chiara santa lucia (48%), 97 nel circolo Belvedere (47,5%), 16 nel circolo di Pancole (55,1%), 17 nel circolo di San Benedetto (29,3%), 20 nel circolo di badia a Elmi (39,2%), 55 nel circolo di Ulignano (61,1%) e 10 nel circolo di Castelsangimignano (37%).

Sono stati indicati i nomi di 20 persone con una concentrazione marcata di indicazioni sulla figura di Giacomo Bassi (301), peraltro con indicazioni come, il segretario, in tutti gli 8 Circoli di base.
A seguire, dicevo, sono stati indicati il segretario dell’unione comunale (69), Niccolò Guicciardini (20), Simone Burgassi (19), Pier Luigi Marrucci (17), Gianna Coppini (16).
Poi indicazioni per Sabrina Benenati (5), Silvio Troiani (4), Leonardo Fiaschi (3), Ilaria Garosi e Marco Antonelli con 2 e poi: Elena Ricciardi, Giovanni Francioni, Stefano Giusti, Gabriello Mancini, Marco Lisi, Marco Mari, Domenica Barreca, Alina Pistolesi e Michele Bruni con 1 indicazione.

Come abbiamo collegialmente deciso l’ultima parola spetta a questa assemblea per l’ufficializzazione del nostro candidato.
Tuttavia, all’unanimità, in esecutivo abbiamo proceduto alla verifica del rispetto dei criteri fissati a suo tempo per il candidato Sindaco con ciascuna delle figure indicate dai circoli ed è emersa in modo altrettanto evidente la rispondenza di Giacomo ai criteri fissati, non ultimo quello della disponibilità personale ed effettiva a ricoprire il ruolo, oltre all’esperienza amministrativa, alla conformità col codice etico del PD, al numero delle indicazioni ricevute, alla rappresentatività grazie alle indicazioni ottenute in tutti i Circoli.

Credo che se questa assemblea questa sera, come è nella logica e nella democrazia del nostro percorso, ufficializzerà la candidatura di Giacomo Bassi avremo un candidato del PD forte di una modalità di selezione innovativa rispetto al passato, forte della legittimazione ricevuta con le indicazioni raccolte tra il popolo del partito democratico, forte sul piano politico perché capace di concentrare su di sé una trasversalità di punti di vista che ci dimostrano come il Partito Democratico di San Gimignano abbia saputo guardare al futuro anziché al passato, alle competenze anziché alle appartenenze.

E di questo il merito è certamente della figura di Giacomo ma, non me ne voglia, è anche merito e frutto del nostro testardo ma convinto impegno nel fare a San Gimignano un partito vero, nuovo e radicato e non un semplice comitato elettorale o, peggio ancora, una federazione di gruppi e correnti.

Questo ce lo dimostra anche un altro dato di quanto emerso il 19 gennaio.
E sono le ultime tre cose che vorrei dire sulle selezioni di lunedì scorso.

I primi tre nomi indicati nelle selezioni dopo Giacomo sono tre nomi di giovani democratici.
Non è un dato da poco.
Non era un risultato scontato o preventivabile.
Invito a non sottovalutarlo, ricordando che si votava per il candidato sindaco del primo partito di maggioranza della nostra città.

Se non avessimo fatto il partito, questo è il mio pensiero, statene certi che non sarebbe accaduto.
La considera una positiva iniezione di fiducia ed un invito ad andare avanti sulla strada non semplice, ma che ritengo l’unica possibile per noi, della crescita di una classe dirigente rinnovata e diffusa a San Gimignano.
Sono anche personalmente convinto che se riusciremo a mantenere questo grado di coesione del Pd di San Gimignano, questo spirito di squadra che abbiamo, la nostra collegialità delle scelte e la comunità di intenti nelle azioni, questo lavoro sarà per tutti più facile, al di là del semplice dato anagrafico.

L’altra considerazione che mi sento di fare è rivolta agli alleati.
I 486 partecipanti sono un messaggio chiaro e forte anche a chi ci guarda da altre formazioni politiche.
E il primo significato è che il PD a San Gimignano fa sul serio e a persone da mettere a disposizione di un lavoro comune.
Se abbiamo deciso di allargare la partecipazione, mettere in piedi questo percorso di selezione interno ama aperto a 900 cittadini sostenitori del Pd tra soci fondatori e iscritti è perché abbiamo a cuore il futuro non solo del nostro partito ma di San Gimignano, presentando il nostro miglior candidato alle primarie di coalizione che soprattutto gli alleati ci hanno chiesto e che noi senza problemi abbiamo accettato.

L’ultima considerazione sugli esiti del nostro percorso di selezione riguarda la novità dello strumento.
Come tutte le novità questo ha portato con sé aspetti positivi (a mio avviso la maggioranza) ma anche qualche criticità che ho registrato in questi giorni.
Se in futuro ripeteremo questa modalità di selezione ritengo che soprattutto un aspetto vada migliorato e richieda la nostra massima attenzione.
A mano a mano che ci allontaniamo dal centro della politica cittadina (e per centro intendo da Santa Lucia a Pancole) il nostro messaggio (anche di novità quando lo è) rischia di arrivare molto attenuato se non di arrivare proprio.
Il tema che abbiamo di fronte è dunque come rendere sempre di più la partecipazione non fine a se stessa ma, prima di tutto, informata e dunque consapevole.
Io credo che su questo tema una parte della soluzione stai nei Circoli, nel loro funzionamento, nel loro essere i primi avamposti di un partito che volgiamo in carne ed ossa, prossimo ai sangimignanesi di tutto il comune. E’ un aspetto che sento particolarmente decisivo, che ci riguarda tutti, che non può essere lasciato ai soli coordinatori di circolo che fanno già un lavoro egregio e che consegno alla attenzione dell’Assemblea comunale.


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Ho più volte ripetuto che consideravo l’appuntamento di lunedì come l’ultimo passo vero della costituzione del Partito Democratico a San Gimignano.
Mi sbagliavo, almeno in parte.
Non che il 19 gennaio non lo sia stato, tutt’altro.
Mi rendo conto adesso, tuttavia, che quello non era l’ultimo.
L’ultimo sarà domenica prossima, 1 febbraio, quando saremo chiamati a scegliere il candidato del Pd alla presidenza della provincia.
Vi potranno partecipare tutti gli elettori che si riconoscono nel PD senza limitazioni.
Abbiamo davanti a noi un’altra sfida importante la cui misura, ancora una volta sarà la dimensione della partecipazione.
Non possiamo permetterci una mobilitazione inferiore a quella di lunedì.
Per due motivi, che ritengo evidenti.
Da un lato ne scaturirebbe un messaggio sbagliato e non rispondente alla realtà del Pd sangimignanese: quella di un partito in chiave localistica, tutto chiuso nelle vicende delle sue mura.
In questa ultima settimana, grazie ancora una volta al lavoro nei circoli, stiamo mettendo in campo una mobilitazione straordinaria che dobbiamo tenere alta fino a domenica.
Dall’altro il primo febbraio è per noi un’altra occasione preziosa per dimostrare a tutti che siamo un partito vero ed unito, così come abbiamo fatto lunedì, capace di scegliere il nostro candidato guardando soltanto al futuro della nostra provincia e non al passato delle logiche di appartenenza o di provenienza (alle quali, ed è una mia opinione e me ne assumo la responsabilità, la scelta delle tre candidature in campo in parte corrispondono).
Dimostrando insomma, in una parola, di saper scegliere con razionalità e senso politico il miglior candidato del Pd senese alla carica di presidente della provincia.


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Una Provincia come quella di Siena che vive con mano gli effetti della crisi internazionale e della recessione economica.
In un quadro in cui tutti gli indicatori economici sono negativi con le pesanti ripercussioni sul fronte occupazionale e della tenuta sociale del paese, dove soprattutto le previsioni non sono rosee per il futuro tali da poter far dire che il “peggio è passato” ci dobbiamo accontentare della social card (poco utile in partenza e neppure applicata se è vero che una su tre è vuota) e della battute di Berlusconi: per il quale, per inciso, due punti in meno di PIL nel 2009 non è poi quella tragedia che si dice.
C’è da credergli, se consideriamo il suo punto di vista.

Intanto però non si accorge che la crisi è una questione seria.
E come tale non appare tra le priorità del Governo.
Ciò che serviva, ha ragione il nostro deputato Franco Ceccuzzi, erano “pochi interventi, maledetti e subito”.
Dal Governo è invece uscito un decreto anticrisi vuoto, sul quale non si è discusso poiché è stata posta la fiducia, che non introduce alcuno strumento efficace contro la recessione e la deflazione.
Il Pd chiedeva misure sui redditi, sugli ammortizzatori sociali e incentivi per le imprese, muovendo complessivamente un punto di Prodotto Interno Lordo.
La realtà che ci consegnano è invece ben altra. E non regge il confronto con gli altri paesi, non solo dell’eurozona.
Dopo il tonfo delle borse, ovunque sale la disoccupazione e crollano crescita e prezzi, di beni e materie prime. Non stupisce perciò che i governi abbiano predisposto sostanziose misure a sostegno dei consumatori e delle imprese (in aggiunta a quelle per salvare le banche). Alcuni esempi: tra il 3 e il 3,5 per cento del Pil in Spagna, Germania, Svezia; tra l’1 e il 2 per cento in Francia e Regno Unito, il 7% nella nuova America di Obama, per arrivare al 16-18% di Giappone e Cina, finendo con lo 0,2 per cento in Italia. Peggio di noi si segnala solo la Grecia con lo 0,01%. (fonte: la voce.info)

Aggiungo a questo quadro il recente accordo siglato tra governo e parti sociali senza la CGIL sulla contrattazione di secondo livello e produttività.
Agire sulla produttività credo sia una mossa giusta, tuttavia in questi casi l’unità degli intenti è fondamentale. E piacerebbe vedere da parte del governo la stessa convinzione nell’andare avanti e nel voler isolare un sindacato, per quanto criticabile a mio avviso anche in recenti passaggi, nel mettere in campo azioni rivolte a tutelare il potere d’acquisito dei lavoratori e, in questa fase, coloro che il lavoro lo stanno perdendo o lo hanno già perso.
Anche in questo caso non sarà una battuta a salvarci.

E’ invece da apprezzare il fatto, per quanto riguarda la nostra provincia, che il Consiglio provinciale abbia approvato all’unanimità la proposta del Presidente Ceccherini di richiedere alla Fondazione MPS di prevedere un bando straordinario e anticipatorio rispetto alle normali procedure di assegnazione delle risorse, con un plafond dedicato a misure per l’economia, gli investimenti e la tutela sociale del territorio provinciale.
Si tratta di misure straordinarie, dettate dalla straordinarietà della contingenza, che accanto alle misure tradizionali già attive, si rivolgono a favore, in questo periodo di crisi, della protezione sociale e dell’economia e dell’economia sociale, puntando a tutelare le fasce più deboli, creando con le risorse messe a disposizione progetti in grado di generare occupazione e dare risposte ai cittadini.


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Le elezioni Primarie di domenica prossima saranno importanti anche in ottica anti crisi. Chi sarà eletto successivamente presidente della provincia avrà il compito di governare il processo di uscita dalla crisi, mantenendo alto il benessere dei suoi cittadini e impostando, io credo, una nuovo rotta dello sviluppo economico di questa provincia facendo attenzione a mantenere salda la coesione sociale di questo territorio che anche in passato, proprio in momenti di crisi, è stato uno dei punti di forza di questa provincia.
Mi auguro pertanto che il voto di domenica guardi alle cose da fare ed alle motivazioni dei candidati, piuttosto che ad altro.
Elisa lo sa, ne è la prima consapevole. Esse sono il frutto anche della debolezza e dei veti incrociati che hanno investito il Pd a livello provo9nciale e che lo hanno tenuto bloccato nella seconda metà dell’anno scorso.
Si è raggiunta una tregua ed è maturata una convergenza sulla sua figura. Indubbiamente la migliore data la situazione così come è andata evolvendosi.
Elisa ha accettato di guidare questa fase con grande coraggio, umiltà e soprattutto senso di responsabilità verso il partito in cui crede.
La prima a conoscere la delicatezza di questa fase è lei, costretta a mille equilibrismi per non alterare equilibri già troppo precari, ma determinata a gestire questa fase per il bene non di una parte ma del partito.

Io credo che da questa Assemblea debba venire un incoraggiamento forte ad Elisa per il lavoro che l’aspetta.
Sapendo che ci sono delle difficoltà ma che, come lei ha detto accettando l’incarico di segretaria, se è davvero disponibile a superare questa fase ed a lavorare per il rafforzamento del partito non essendo invece disponibile per tutte “le altre beghe interne” che hanno paralizzato il PD senese in questi mesi, il PD di San Gimignano è con lei e farà tutto il possibile per darle una mano e riuscire nel suo intento.


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Per quanto ci riguarda e mi avvio a concludere credo che stasera dovremo non soltanto ufficializzare il nostro candidato sindaco ma approvare anche un documento finale in cui tracciare il calendario dei nostri prossimi impegni.

Da stasera avremo un candidato sindaco.
Il primo appuntamento, come detto, sono la buona riuscita delle Primarie di domenica prossima, utilizzando quel momento per il rilancio del tesseramento nei vari circoli.

Occorre subito dopo, definire una prima sintesi del lavoro svolto fin qui dai forum tematici del nostro progetto programmatico “IDEEINCOMUNE2009”.
Ritengo che questo lavoro debba concludersi con i primi elaborati nel giro dei prossimi 15 giorni ed invito fin d’ora i coordinatori dei forum ad impegnarsi in questa prospettiva.

Dovremo poi immaginarci un percorso di confronto del partito e del candidato Sindaco con le varie anime della città di San Gimignano per affinare la nostra proposta programmatica, anche in prospettiva delle primarie di coalizione.
Nei prossimi mesi il futuro di San Gimignano dovrà essere al centro della nostra azione.

Su questo fronte proseguiremo il confronto con gli alleati che ci porterà venerdì prossimo a chiudere il rendiconto amministrativo ed a continuare il confronto programmatico nonché la definizione delle modalità di svolgimento delle primarie stesse., facendo attenzione a quanto sta maturando tra alcune forze in termini di alleanze.

Credo anche che avremo davanti un po’ di tempo per occuparci non solo di San Gimignano ma del progetto PD, affrontando discussioni su alcuni nodi che ancora rendono incerto il futuro del PD e mettendo in piedi momenti formativi, che mi auguro siano accolti dal coordinamento territoriale come momenti formativi di carattere provinciale come quello al quale abbiamo cominciato a lavorare sulla dimensione europea e per il quale ringrazio Simone Tabani e Sabrina per i contatti avviati.

Credo che ne abbiamo bisogno a livello locale così come a livello nazionale.
Abbiamo bisogno come PD di parlare all’Italia e grazie ai nostri messaggi essere percepiti come soggetto utile a risolvere i problemi (in primis il problema oggi sia chiama crisi).

Per ora il Paese non ha dimostrato di guardare a noi con fiducia.
Certo noi ci abbiamo messo del nostro. ma credo che soprattutto adesso sia il tempo della chiarezza e della responsabilità per dirla con Obama.
Veltroni ha richiamato il Pd più volte all’unità, ricordando anche che le idee ci sono e non occorre ripartire da zero.
Ha ragione.
Ma l’unità, qui sono d’accordo con Gianni Cuperlo, può non servire se non siamo d’accordo sulle cose da fare.
A me non spaventa un partito plurale, dove più anime convivono e si confrontano. Spaventa un partito che ne rimane schiavo, incapace di trovare il bandolo della matassa di pluralità e dunque incapace di mandare messaggi chiari e comprensibili al proprio elettorato ed ai potenziali elettori.

Dobbiamo sciogliere un po’ di nodi, non è più tempo di rimandare. Non so se sia una questione di identità, possiamo non chiamarla così ma sicuramente è una questione di fare un partito vero ovunque.
Dove, sempre per dirla con Cuperlo, si riduce la partecipazione all’atto delle primarie favorendo un modello dove, soprattutto in alcune aree del Paese, non c’è il partito ma restano solo singole leadership che si identificano nelle istituzioni e nel potere.

Possibile che non sia avverta questo aspetto a Roma?
I cittadini lo hanno già avvertito e non solo per il calo nei sondaggi.
Noi crediamo alla politica e vogliamo bene al PD e siamo qui stasera anche per questo.
Abbiamo molto di cui discutere: della crisi economica, delle ripercussioni sociali, del mondo del lavoro, di come intendiamo l’Europa ancor prima di dove vorremo sederci (e su questo sapete come la penso!), c’è poi la questione della nostra idea di Stato, quale forma di governo, quale sistema elettorale noi che siamo nati per cambiare il sistema politico, per quale modernizzazione ecologica dell’economia propendiamo e su quale modello di garanzia e di rispetto dei principi fondamentali di uno stato di diritto puntiamo perché sia allarghi il campo dei diritti e non si riduca quello delle libertà.

La risposta è che non possiamo accontentarci di contemplare la straordinarietà del fenomeno Obama, in cui tutti crediamo e nel quale riponiamo grandi speranze.
Sarà un caso, ma i primi atti del presidente americano sono stati di una nettezza e di una chiarezza invidiabile.
Non certo senza conseguenze sia chiaro.
Ma il credo che per quanto plurali noi non possiamo essere un partito che imbarca e tiene dentro tutto e il contrario di tutto.
Attenzione: non manca il progetto che c’è ed è il PD!
Manca la definizione di una strategia che faccia luce sulle zone d’ombra che ancora albergano in questo partito, dalla selezione delle classi dirigenti ai temi che ho appena illustrato.

Pluralità e vocazione maggioritaria non devono tradursi in una somma indistinta di “tutto un po’, negando se stessi.
Vocazione maggioritaria deve essere soprattutto la definizione di una politica chiara, che è plurale nel momento della sua formazione ma che è univoca quando si tratta su quella di coagulare consensi nella società.

Per quello che potrà valere questo cercheremo di dire nell’incontro dei Segretari e coordinatori di circolo con Veltroni il 5 febbraio a Poggibonsi, se ci sarà.


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Chiudo con un pensiero.
Oggi si celebra la giornata della memoria in ricordo delle vittime dell’olocausto.
Una giornata della cui utilità abbiamo prova quotidiana, stretta com’è tra negazionismo e rigurgiti antisemiti (tutti avete letto i dati di una ricerca sull’antisemitismo di ritorno in Italia pubblicati ieri).

Credo sia giusto che il nostro pensiero, il pensiero di questa assemblea, vada a quanti hanno sofferto e pagato allora ed anche, allo stesso tempo, a quanti oggi, a vario titolo e di generazioni diverse, sono impegnati quotidianamente nella difesa della verità storica e dell’attuazione concreta di quei principi di libertà, uguaglianza, pace e rispetto reciproco che sono fissati nella nostra carta Costituzionale figlia di esperienze dolorose per il nostro Paese come, tra le tante, le leggi razziali del governo fascista del 1938.

Noi lo facciamo, nel nostro piccolo, collaborando a stresso gomito con l’ANPI, sforzandoci di far conoscere la grande responsabilità che ci ha consegnato la storia e la nostra carta, cercando di essere degni interpreti ogni giorno di quei valori di cui ha bisogno non soltanto il PD, ma la politica in cui noi crediamo.

Grazie.

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La Relazione del segretario viene messa ai voti per le seguenti parti:
- Ufficializzazione del candidato Sindaco
- Piano di lavoro così come riportato nella penultima parte della relazione
La relazione, nella parti indicate, è approvata all’unanimità.