mercoledì 18 febbraio 2009

CARI DIRIGENTI NAZIONALI… GIU’ LE MANI DAL PD!

Grazie lo stesso Walter.
Ci lasci in una situazione di oggettiva difficoltà. Inutile nasconderselo.
Ancora una volta saranno i territori a pagare di più e il progetto del Pd a uscirne logorato.
La tua scelta è stata difficile, sofferta, ma credo coerente con la tua idea di Pd, non legata ai destini personali, ma per il bene del progetto comune.
Non ho certezze in questo momento, né risposte.
Ho solo tante domande. Avrà fatto bene Veltroni a lasciare adesso, a due mesi dalle elezioni? Davvero il clima intorno al segretario si era fatto così pesante da arrivare al punto di sparigliare le carte e lasciare la segreteria? (Pare di sì: ieri ne ho parlato a lungo con Susanna Cenni e Robetta Pinotti al telefono…) Come credere che Veltroni fosse “il problema” e non una piccola parte del problema? (la gestione romano centrica, la riconferma di Soro e Finocchiaro come capogruppi, la sua tenacia a tenere insieme tutto invece di far pesare la sua forza, in qualche circostanza, frutto della legittimazione delle primarie…).
Davvero pensiamo che un gruppo dirigente che è arrivato a tanto possa adesso farsi da parte e favorire il dispiegarsi del progetto Pd fatto di innovazione e cambiamento (a questo punto anche di facce?). Ci serve un congresso velenoso adesso, quando ad aprile dovremo presentare le liste? Ci serve una reggenza? O ci serve solo un po’ più di decenza, unità, chiarezza, solidarietà per una sinistra (su questo sono d’accordo con Walter) meno salottiera, giustizialista, autolesionista, pessimista ed a vocazione minoritaria?
Confesso che non ho risposte ma tanta rabbia e tanta delusione.

E la mia delusione aumenta nel sapere che questo gruppo dirigente (la foto ingiallita di una classe dirigente di cui parlò Cuperlo alla direzione nazionale di Dicembre oggi suona come un eufemismo), che ha “costretto” il segretario a questa scelta drastica, è lo stesso che adesso sta già ritessendo la tela per il dopo Veltroni…

Non ho ricette.
So però che ci siamo giocati le Europee, che ora tutto è in salita e che se c’è una via d’uscita questa è nella unità del partito (non nella forma ma sulle cose da fare, su ogni tema!), nel rinnovamento (forse non basta più e sarebbe corretto parlare di cambiamento?) della classe dirigente nazionale, un coinvolgimento dei territori e di quelle personalità che fuori Roma hanno costruito il Pd e non una propaggine tentacolare degli ex ds e degli ex margherita.

Venerdì pomeriggio ho convocato un Esecutivo straordinario. La prossima settimana sto pensando di convocare un’Assemblea straordinaria sulla situazione nazionale. Credo anche che sarebbe opportuno che come Unione Comunale scrivessimo della nostra delusione e incredulità agli organismi dirigenti del nostro partito (Coordinamento e Direzione Nazionale). Noi restiamo uniti, a San Gimignano come in provincia di Siena.
Ma per favore, basta.
Giù le mani dal PD!

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