lunedì 9 febbraio 2009

Un pò di silenzio e più rispetto!

Che vergogna!

Provo disgusto per il carrozzone mediatico e politico che si è voluto imbastire sulla dolorosa vicenda di Eluana.
Ce l'ho anche con la politica, o meglio, con quella parte del ceto politico che ora si affanna a dire la sua, ad ergersi a paladina della vita, ricoprendosi di una coltre di ipocrisia inquantificabile tanta è.

Tutti coloro che adesso si appassionano per Eluana, che si sono accorti (accorti? in tv abbiamo sentito delle bestialità scientifiche attribuite al caso di Eluana fin troppo imbarazzanti!) di questa ragazza che versa nello stato in cui versa, dove erano fino ad ora? Ed ora si sono messi in testa di "salvarla a tutti i costi". Da chi? Da che cosa?

Sono gli stessi che in questi anni non hanno trovato il tempo, il modo e soprattutto la volontà (perchè alla fine non c'è la volontà in Italia di farlo, per mille ragioni!) di scrivere una legge degna di questo nome, costituzionalemtne corretta e rispettosa della dignità umana, sul testamento biologico.

Una materia che si è voluto, last minute, disciplinare con decreto legge, ovviamente e giustamente respinto. Non per ideologia , ma per rispetto e conformità ai principi giuridici sui cui si poggia la nostra comunità di cittadini.

Si è addirittura arrivati allo scontro istituzionale (la separazione dei poteri è un principio, anche di comune convivenza, che oggi conoscono anche i bambini), con il malcelato obiettivo di voler metter mano alla costituzione, con la scusa della tutela della vita. Strumentale è dir poco.

E si scopre anche che quando si vuole, sotto dettatura ideologica, le leggi si possono fare eccome, anche stravolgendo le normali prassi parlamentari. E in soli 3 giorni!
Ecco un piccolo florilegio di quanto sta accadendo col pretsto della povera Eluana: sentenze passate in giudicato-bloccate da ministri e cardinali; decreti legge bloccati dal Presidente della Repubblica, come nei suoi poteri, in quanto privi di fondamento e con una lettera istituzionale che spiega chiaramente le motivazioni di questa scelta, rispettosa solo della Costituzione e scevra da ogni altro condizionamento psicologico, sbandierata ai giornali dal gran capo come "il gran rifiuto"; il Presidente del Consiglio che vuol bloccare il Presidente della Repubblica modificando la Costituzione; il Parlamento "sovrano" che "deve" approvate in tre giorni quello che decide il Governo.....

Si faccia silenzio, si rispetti il dolore di una famiglia già abbastanza straziata da anni di dolore e sofferenza. Si rispetti la volontà di Eluana e della sua famiglia.

Poi però, chi oggi strepita, soprattutto chi è tra i banchi del Parlamento, trovi il tempo per fare il suo dovere (magari impiegando qualche giorno in più per pensarci dei tre "concessi" dal Governo) per fare il suo mestiere: dare all'Italia una legge moderna, civile, dignitosa e rispettosa della Costituzione sul testamento biologico.

Nel farlo, oltre che alla propria coscienza, ascoltino e si leggano anche la nostra Costituzione.

Ecco un piccolo pro memoria.

Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 7.
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 13.
La libertà personale è inviolabile.Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto.
È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.
La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.
Art. 32.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

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