martedì 4 maggio 2010

IN ONORE E RICORDO DEL GRANDE TORINO

OGGI QUESTO BLOG HA IL COLORE DELLA STORIA E DELLA LEGGENDA

Superga 4.05.1949 - 4.05.2010

"Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Torino non è morto: è soltanto in trasferta". Indro Montanelli

Oggi alle ore 17.00, presso la Basilica di Superga, Santa Messa di Commemorazione dei nostri Caduti. Rolando Bianchi, il capitano del Toro, leggerà i nomi dei campioni del Grande Torino scomparsi a Superga il 4 maggio 1949.


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Acropolis now (come ha titolato il TIMES)

Confesso che fino ad ora mi sfuggivano le ragioni del crack greco. Posto qui un articolo de lavoce.info che aiuta a capirci molto di più. Alcune considerazioni. L'Italia è assai meno a rischio, per un deficit pubblico/pil in linea con i migliori paesi europei, un export che ancora regge, una propensione al risparmio degli Italiani. Peccato per l'elevatissimo debito pubblico, questo sì al pari della Grecia, creato da una classe politica irresponsabile. Quella degli anni '80 in Italia, che ci ha praticamente raddoppiato il debito pubblico. Miopia ed incapacità politica che caratterizzano pesantemente soprattutto la Grecia. Quando si dice che poi la politica non fa la differenza. Aiutata da un sindacato un tantino parassitario, specie sul fronte dell'impiego pubblico. La quota degli occupati pubblici (% del totale occupati) in Grecia è del 25%. Una cifra pazzesca. Con prebende varie. Infine, nel 2008-2009, il governo di centrodestra (ma in tutta onestà neppure il centrosinistra prima aveva brillato per rigorosità dei conti) ha raddoppiando il deficit pubblico tra il 2008 e il 2009.

lunedì 3 maggio 2010

Nel golfo del Messico l'oro nero si trasforma in fango

Siamo di fronte ad uno dei più clamorosi e gravi casi di internalizzazione dei profitti (e fin qui niente di male in un mercato libero) e di esternalizzazione dei costi. In Messico la BP dice che si accollerà «tutti i costi necessari e appropriati di bonifica» delle zone contaminate dalla marea nera provocata dall’esplosione e l'affondamento di della piattaforma offshore «Deep Water Horizon», gestita dalla compagnia petrolifera britannica nel Golfo del Messico. Sarà. Ma, se andrà bene, pagheranno i costi vivi, quelli dell'immediata emergenza e bonifica delle coste contaminate. Ma i danni a lungo termine? Un dato che fa impressione. Per chiudere la falla sotto la Horizon ci vorranno tre (dicasi 3 mesi..). Un conto salatissimo, economico e ambientale. E non solo per la BP. Ma per tutti noi.
Pare però che la tecnologia possa dare una mano. Leggete qui.