lunedì 3 maggio 2010

Nel golfo del Messico l'oro nero si trasforma in fango

Siamo di fronte ad uno dei più clamorosi e gravi casi di internalizzazione dei profitti (e fin qui niente di male in un mercato libero) e di esternalizzazione dei costi. In Messico la BP dice che si accollerà «tutti i costi necessari e appropriati di bonifica» delle zone contaminate dalla marea nera provocata dall’esplosione e l'affondamento di della piattaforma offshore «Deep Water Horizon», gestita dalla compagnia petrolifera britannica nel Golfo del Messico. Sarà. Ma, se andrà bene, pagheranno i costi vivi, quelli dell'immediata emergenza e bonifica delle coste contaminate. Ma i danni a lungo termine? Un dato che fa impressione. Per chiudere la falla sotto la Horizon ci vorranno tre (dicasi 3 mesi..). Un conto salatissimo, economico e ambientale. E non solo per la BP. Ma per tutti noi.
Pare però che la tecnologia possa dare una mano. Leggete qui.

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