lunedì 31 agosto 2009

Se lo dice lui

"Con i clandestini serve rigore", dice B.
Se lo dice lui. E con i politici?

C'è un Pd che vince e un uomo saggio

E' successo in Giappone.
Dopo 50 anni.
Prima gli USA, ora il Giappone. Qualcosa sta cambiando? Tranne che in Italia?

Romano, invece, come sempre, poche parole ma sagge.

domenica 30 agosto 2009

Farsi un'idea

Per un congresso che mi scalda il cuore sempre meno due analisi che mettono a confronto le tre mozioni. Peraltro, non sono da prendere come 'oro colato'. Ad una prima lettura mi sembrano abbastanza "di parte". Però possono aiutare.

La prima è di Alice Bassi ed è questa:

1. La forma del Partito Democratico.Franceschini: DIFESA DELLE PRIMARIE sia per l’elezione del Segretario nazionale che per quelli delle singole Regioni e locali; gli elettori non iscritti al PD contribuiscono in occasione delle grandi scelte. Restituire pieni poteri all’assemblea costituente, che viene eletta con le Primarie dai cittadini, e che invece ultimamente è stata sostituita dalla “Direzione Nazionale”.

Marino: DIFESA DELLE PRIMARIE; COINVOLGIMENTO E COSTANTE APERTURA DEL PARTITO a tutti i suoi aderenti e sostenitori; partecipazione costante dei cittadini alle decisioni del Partito, anche attraverso gli strumenti che la nostra era della tecnologia ci fornisce; coinvolgimento dei Circoli nelle scelte del PD.

Bersani: RIFORMA DELLE PRIMARIE, in modo che non siano aperte per l’elezione dei Segretari; diritto di voto per le cariche interne destinato ai soli tesserati del PD, gli altri possono contribuire solo dove lo Statuto lo permette; favorevole all’indizione di Primarie nel caso in cui si tratti di scegliere il candidato premier della coalizione di Governo.

Conclusioni: Franceschini e Marino auspicano un’apertura del Partito Democratico, che con Marino si verifica a tutto tondo, mentre con Franceschini si parla di contributo dei non iscritti solo in occasione delle grandi scelte. Bersani vuole che questi partecipino solo quando lo Statuto lo permette. Inoltre, Bersani si ritiene favorevole alle Primarie solo in occasione della scelte del leader della coalizione di Governo, ossia: PD + alleanze con altri Partiti.

2. La posizione del PD nel sistema politico; PD e Alleanze.
Franceschini: CENTROSINISTRA (senza trattino), il PD deve essere il perno della coalizione di Governo (= PD + alleanze). Non è da escludere un’alleanza con l’UDC (sponsorizzata da Francesco Rutelli), ma è disilluso in merito, differenze fra le due realtà di Partito; non vuole alleanze con Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani, che hanno portato in passato ad alleanze frammentarie e litigiose; favorevole a un accordo con Sinistra e Libertà di Nichi Vendola.

Marino: AREA PROGRESSISTA; vuole che gli alleati si organizzino intorno ai punti del Programma del PD; non auspica alleanze con Partiti definiti, bensì con tutta l’area progressista che voglia aderire e sostenere i punti programmatici della linea politica (che deve essere chiara e limpida) decisa dal PD; il PD deve essere il perno della coalizione di Governo.

Bersani: SINISTRA - CENTRO-SINISTRA; auspica alleanze con tutti, dall’UDC a Rifondazione Comunista, sulla base di punti programmatici (NB.: Casini ha rifiutato qualsiasi alleanza preveda anche la presenza di Rifondazione e dei Comunisti Italiani).

Conclusioni: Franceschini non chiude all’idea di un’alleanza con l’UDC e con Sinistra e Libertà, ritenendo però improbabile la prima a causa delle differenze sostanziali fra le realtà dei due Partiti; Bersani vuole un’alleanza allargata a tutto il centro-sinistra. Sia Marino che Bersani vogliono alleanze sulla base dei punti programmatici del PD, ma la differenza sta nel fatto che Bersani vuole un’alleanza a base allargata a tutto il centro-sinistra, mentre Marino vuole alleanze non con Partiti bensì con persone che condividono i punti del Programma del PD e che si riconoscano nell’area progressista del Paese.

3. PD e mondo del Lavoro.
Franceschini: ABBATTERE LE STORICHE BARRICATE che vedono contrapposti lavoratori e imprenditori e renderli protagonisti di un unico progetto comune, secondo un principio di solidarietà reciproca.

Marino: LOTTA ALLA PRECARIETA’; superamento della concezione di “lavoratore dipendente” in favore della diffusione di una cultura “auto-imprenditoriale” = ogni persona spende la propria professionalità e il proprio talento in un MERCATO DEL LAVORO FLESSIBILE; RIFORMA PROFONDA DEL MERCATO ITALIANO in senso meritocratico e liberale, puntando tutto sulla FORMAZIONE PROFESSIONALE del singolo individuo, premiato per il TALENTO E NON per una RACCOMANDAZIONE; riforma degli ammortizzatori sociali -> REDDITO e quindi potere d’acquisto A CHI SI RITROVA MOMENTANEAMENTE SENZA LAVORO. FLESSIBILITA’, quindi, ma NON PRECARIETA’.

Bersani: ABBATTERE LE STORICHE BARRICATE che vedono contrapposti lavoratori e imprenditori e renderli protagonisti di un unico progetto comune, secondo un principio di solidarietà reciproca.

Conclusioni: I progetti di Franceschini e Bersani sono identici: i lavoratori e gli imprenditori devono collaborare a un progetto comune, superando le storiche differenze fra loro. Marino amplia il programma: vuole una riforma del mondo del lavoro, che deve diventare flessibile, rispettoso di chi vi entra e anche di chi vi esce. Reddito a chi resta senza lavoro. Selezioni e premi basati sul talento e non sulle raccomandazioni. Formazione professionale continua.

4. Sistema politico.
Franceschini: BIPOLARISMO e NON PARLAMENTARISMO; le alleanze vanno scelte prima dell’elezione al Parlamento; no al sistema proporzionale (che favorisce la rappresentatività ma anche la frammentarietà); sostiene il sistema MAGGIORITARIO (che favorisce la governabilità e la compattezza).

Marino: BIPOLARISMO; le alleanze vanno scelte prima dell’elezione al Parlamento; no al sistema proporzionale (che favorisce la rappresentatività ma anche la frammentarietà); sostiene il sistema MAGGIORITARIO (che favorisce la governabilità e la compattezza); COLLEGI UNINOMINALI -> i cittadini scelgono i propri rappresentanti; NO alle LISTE BLOCCATE.

Bersani: PARLAMENTARISMO RAFFORZATO -> Rafforzamento della funzione legislativa del Parlamento; no al sistema maggioritario (che favorisce la governabilità e la compattezza); sostiene il sistema PROPORZIONALE (che favorisce la rappresentatività ma anche la frammentarietà).

Conclusioni: Franceschini e Marino conducono un’analisi simile, con la differenza che Marino aggiunge il suo no alle liste bloccate e il sì alla possibilità dei cittadini di scegliere singolarmente tutti i loro rappresentanti. Bersani preferisce il sistema proporzionale alla tedesca, fortemente voluto da D’Alema, che favorisce la rappresentatività per più Partiti ma che - ne abbiamo avuto esperienza - frantuma la maggioranza e la governabilità del Paese.

5. Laicità.
Franceschini: LAICITA’ COME PRINCIPIO -> Tutti possono esprimere la propria opinione personale, in totale libertà, anche che vada contro il principio della laicità stessa; dialogo, LAICITA’ TEORICA; riconoscimento coppie di fatto, che sono però non assimilabili alle famiglie classiche.

Marino: LAICITA’ COME METODO -> Apprendimento e dialogo costante e reciproco; laicità come bussola, metodo ed obiettivo; interesse concreto e promozione legislativa di misure in difesa dei DIRITTI CIVILI, INDIVIDUALI E COLLETTIVI = diritto a non partorire, diritto a fecondare artificialmente, diritto alla ricerca, diritto di unirsi civilmente (omosessuali ed eterosessuali), diritto a morire; DIRITTO DI LIBERA SCELTA DI COSA FARE DELLA PROPRIA VITA.

Bersani: LAICITA’ COME PRINCIPIO -> Tutti possono esprimere la propria opinione personale, in totale libertà, anche che vada contro il principio della laicità stessa; dialogo, LAICITA’ TEORICA; riconoscimento coppie di fatto, che sono però non assimilabili alle famiglie classiche.

Conclusioni: Bersani e Franceschini si muovono su strade identiche: la laicità resta teorica, un principio da seguire ma che non vincola a determinate scelte legislative. Per entrambi, le coppie di fatto non sono assimilabili alle famiglie “normali”, anche se si propongono di riconoscerle e fornire un contratto di convivenza. Marino è di avviso diverso: la laicità deve essere il metodo, non solo un principio al quale ispirarsi ma anche un vincolo per la promozione di leggi in difesa dei diritti civili, individuali e collettivi di tutte le persone. In merito alle coppie di fatto, auspica un completo riconoscimento e un complesso di leggi che porti alla parificazione dei loro diritti giuridici rispetto a quelli di tutte le altre famiglie. Vuole istituire le unioni civili sullo stampo delle Civil Partnerships inglesi per le coppie omosessuali e legalizzare l’adozione anche per gli individui single.

6. Politica e Giustizia:

Franceschini: RECIDERE I RAPPORTI TRA MAFIA E POLITICA; CERTEZZA DELLA PENA per i delinquenti; risolvere il CONFLITTO D’INTERESSI; LOTTA AL DDL INTERCETTAZIONI; favorire l’efficienza ma non la politicizzazione della MAGISTRATURA.

Marino: RECIDERE I RAPPORTI TRA MAFIA E POLITICA; CERTEZZA DELLA PENA per i delinquenti; risolvere il CONFLITTO D’INTERESSI; LOTTA AL DDL INTERCETTAZIONI; favorire l’efficienza ma non la politicizzazione della MAGISTRATURA; DIFESA del PLURALISMO E LIBERTA’ dell’INFORMAZIONE.

Bersani: UGUAGLIANZA di tutti di fronte alla LEGGE; risolvere il CONFLITTO D’INTERESSI; LIBERTA’ D’INFORMAZIONE; i vertici del Governo devono dare il BUON ESEMPIO alla Pubblica Amministrazione, che va riformata per garantire un SISTEMA MODERNO di certezze e GARANZIE GIURIDICHE.

Conclusioni: Le tre mozioni sono simili, su questo punto; una differenza è la sottolineatura che Marino e Bersani pongono in favore del pluralismo e della libertà d’informazione, mentre Franceschini non ne parla. Bersani, inoltre, conduce un’analisi approfondita sulla necessità di riforma della Pubblica Amministrazione e sul buon esempio che i vertici di un Governo devono dare ai funzionari pubblici, in modo che il rapporto fra sicurezza e legalità possa trarne proficuo vantaggio.

7. Lavoro e Welfare.
Franceschini: Sviluppare istituti di WELFARE non solo statali ma territoriali e sociali; PARITA’ TRA I GENERI garantita da una selezione basata SUL TALENTO; QUOTE ROSA; SOSTEGNO DELL’OCCUPAZIONE FEMMINILE; RIFORMA PENSIONI -> all’interno di una fascia di età comune per uomini e donne, ognuno sceglie il proprio pensionamento in base alle proprie condizioni di lavoro e familiari; DISINCENTIVI AL PRECARIATO.

Marino: RIFORMA SOCIETA’ -> non più basata su raccomandazioni, ma sul MERITO; PARITA’ TRA I GENERI garantita da una selezione basata sul TALENTO; RIFORMA DEL LAVORO -> dal precariato si passa al lavoro FLESSIBILE, che permette l’impiego della professionalità di ciascuno e un arricchimento personale; SALARIO MINIMO per chi perde il lavoro; CONTRATTO UNICO A TEMPO INDETERMINATO CON SALARIO MINIMO GARANTITO; FORMAZIONE CONTINUA; CONGEDO PARENTALE OBBLIGATORIO ANCHE PER I PADRI.

Bersani: SOSTEGNO ALL’IMPIEGO FEMMINILE; innalzare la qualità dei SERVIZI; REDDITO MINIMO di inserimento; SALARIO MINIMO per chi perde o non trova lavoro; INNALZAMENTO FLESSIBILE E VOLONTARIO DELL’ETA’ PENSIONISTICA.

Conclusioni: su questo punto, i tre candidati parlano in modo molto simile. Franceschini parla degli istituti del Welfare, Marino propone riforme del mondo del lavoro e della società e Bersani, come gli altri due, punta anche sul sostegno all’impiego femminile e nell’inserimento dei giovani. Non ci sono, fra i tre, sostanziali differenze.

8. Ambiente ed energia.

Franceschini: TECNOLOGIA, ADATTABILITA’ DEL SISTEMA PRODUTTIVO; investire sull’AMBIENTE per tutelare l’economia italiana.

Marino: ECOLOGISMO; ENERGIE RINNOVABILI; NO AL NUCLEARE; RIUSO-RICICLO-DISTRUZIONE; SOSTEGNO COSTANTE al MEZZOGIORNO con ogni mezzo; RIFIUTI ZERO; INCENTIVI per la RIDUZIONE dell’EMISSIONE di AGENTI INQUINANTI; CARBON TAX; NUOVE TECNOLOGIE: eolico d’alta quota, solare a concentrazione, produzione energia dagli scarti dell’agricoltura, energia geotermica di terza generazione; TRATTAMENTO RIFIUTI per ridurre all’osso la parte da incenerire -> avvicinamento all’obiettivo dei “rifiuti zero”; RIDUZIONE IVA sui PRODOTTI ECOLOGICI; TASSARE LE AUTO MAGGIORMENTE INQUINANTI; INCENTIVI locali perché le compagnie edilizie si concentrino sulla RISTRUTTURAZIONE e sull’ADEGUAMENTO ENERGETICO-AMBIENTALE degli edifici già esistenti; PIANO SCUOLA NAZIONALE per promuovere la cultura dell’eco-sostenibilità; APPALTI VERDI in tutte le forniture della PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

Bersani: TECNOLOGIA, GREEN ECONOMY; FONTI RINNOVABILI e programma di crescita per il MEZZOGIORNO; difesa e rispetto per l’AMBIENTE come rispetto verso la nostra stessa casa.

Conclusioni: tutti e tre i candidati propongono programmi su basi ambientaliste; in particolare, i programmi di Franceschini e Bersani risultano molto simili fra loro. Marino conferma ciò che contengono le mozioni dei suoi due colleghi ed offre alternative e proposte: no al nucleare, energie rinnovabili e nuove tecnologie, riforma dello stoccaggio dei rifiuti, incentivi al riciclaggio, incentivi/disincentivi per chi utilizza o non utilizza i prodotti ecologici, adeguamento energetico-ambientale degli edifici, promozione dell’eco-sostenibilità fin dalla prima infanzia, progetti verdi per le città.

9. Nucleare.

Franceschini: NO AL NUCLEARE DEL PASSATO, troppo costoso e pericoloso.

Marino: NO AL NUCLEARE IN OGNI FORMA, scorie radioattive non gestibili e dannosissime; FINANZIARE LA RICERCA per un PIANO ENERGETICO NAZIONALE che punti sulle ENERGIE RINNOVABILI; INCENTIVI/DISINCENTIVI FISCALI per quanto riguarda i processi produttivi.

Bersani: non ne parla.

Conclusioni: Bersani non tocca neppure l’argomento, mentre Franceschini e Marino si pronunciano in sfavore del nucleare. Da una parte, Franceschini si dice contrario al nucleare del passato perché troppo dannoso e costoso, mentre Marino propone alternative e si dice contrario a qualsiasi forma di energia nucleare: citando Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, l’uomo non è in grado di gestire lo stoccaggio delle scorie radioattive, che restano dannosissime per milioni di anni.


La seconda è di Stefano Ceccanti ed è questa:
SEI PUNTI PER CERCARE LE DIFFERENZE TRA LE MOZIONI FRANCESCHINI, BERSANI E MARINO
Analisi a cura di Stefano Ceccanti

Nota metodologica previa: la mozione Franceschini è sostanzialmente la trascrizione del suo intervento di presentazione della candidatura, per Marino la mozione non differisce significativamente dal discorso, invece per Bersani ci sono scarti molto significativi tra il discorso di presentazione all’Ambra Jovinelli e la mozione finale, pertanto si indicheranno rispettivamente come Bersani 1 e Bersani 2 sui punti in cui differiscono e si sottolineeranno le differenze più forti. L’ordine di presentazione l’ho scelto a posteriori perché le mozioni Franceschini e Marino sono pressoché identiche (tranne la differenza sulle coppie di fatto tra Dico e Civil partnership, dove invece sono pressoché identiche la Franceschini e la Bersani) segue la Bersani 1 che è molto lontana da entrambe e la Bersani 2 che riduce sensibilmente le distanze.

1. La forma partito del Pd: sovrani solo gli iscritti o anche gli elettori?
Franceschini: iscritti ed elettori
“Mettiamo un po’ d’ordine nelle regole ma non rinunciamo alla scelta che abbiamo fatto alla nascita del Pd, di affidare agli iscritti le scelte del partito e l’elezione degli organi territoriali, affiancando a loro gli elettori, da chiamare nei momenti delle grandi scelte, com’è certamente l’elezione di un segretario nazionale. Non alziamo barriere. Gli elettori del Pd non sono estranei, sono parte di noi. Sono quelli che arrivano nelle grandi mobilitazioni civili, che ci sostengono nelle campagne elettorali, che riempiono le piazze e i comitati. Ecco perché difendo questo equilibrio e perché penso che le primarie del 25 ottobre saranno un altro momento importante per noi e per la democrazia italiana. Io voglio un partito solido. Ma fare un partito solido nel 2009 non significa rispolverare i modelli di cinquant’anni fa.”

Marino: iscritti ed elettori
“Un partito che abbia una direzione politica chiara, frutto della partecipazione dei suoi aderenti e dei suoi sostenitori…. Un partito che sappia coniugare strumenti moderni e antiche modalità di relazione, che sappia rinnovare un messaggio di coinvolgimento, di partecipazione, di apertura alla società.”

Bersani 1: iscritti
“La sovranità appartiene agli iscritti che, sulla base di regole, la delegano in determinate occasioni agli elettori.”
Bersani 2: iscritti ed elettori
“La sovranità appartiene agli iscritti, che la condividono con gli elettori nelle occasioni regolate dallo statuto. Le primarie per l’elezione del segretario nazionale richiedono nuove regole ispirate a due criteri: non devono trasformarsi in un plebiscito e non possono essere distorte da altre forze politiche.Le primarie vanno rese più efficaci, rendendo più chiaro il meccanismo di partecipazione. L’albo degli elettori deve essere effettivamente pubblico e certificato.”
(Nota su un aspetto non chiaro del Bersani 2: l’Albo è già pubblico e certificato, renderlo tale effettivamente può significare due cose molto diverse, o invitare ad attuare lo Statuto o chiudere l’Albo qualche giorno prima del voto, nel qual caso la partecipazione degli elettori sarebbe drasticamente limitata e la discontinuità col Bersani 1 sarebbe allora minima).

2. Il Pd nel sistema politico: partito di centrosinistra o di sinistra?
Franceschini: centrosinistra
“Non torneremo indietro, ad un centro-sinistra col trattino, basato su una divisione di compiti nel raccogliere consenso o nel rappresentare pezzi di società e che circoscriva la nostra capacità espansiva. Solo ipotizzarlo significa dichiarare fallita l’esperienza del Pd, che è nato proprio sul superamento di quella divisione di compiti e significa non avere capito che quello schema si trascina forse in pezzi di classe dirigente ma non esiste più da tempo nel nostro popolo. Un unico popolo fin da prima che nascesse il Partito democratico.”

Marino: centrosinistra
“Un partito aperto sul Paese e naturalmente aperto sul centrosinistra. Un partito che guardi all’esterno, che si prenda cura degli elettori di tutto lo schieramento progressista, che apra con loro un confronto, che miri a rappresentarli il più possibile.”

Bersani 1: sinistra
“Io parlo di un Partito Democratico che vuole interpretare ed estendere l’area del centrosinistra con il profilo di un partito popolare, un partito di una sinistra democratica e liberale”
Bersani 2: sinistra ma anche centrosinistra
Il Pd e tutto il centrosinistra devono lavorare con serietà e impegno, consapevoli che tanti elettori votano a destra perché ancora non percepiscono un’alternativa…Come hanno saputo fare i democratici americani. Noi siamo un partito dell’uguaglianza secondo l’ispirazione del cattolicesimo democratico e della sinistra democratica e liberale.

3. Il retroterra sociale del Pd: con tutti selezionando sulla base del programma o autolimitazione al lavoro dipendente con limitate aperture?
Franceschini: con tutti sulla base del programma
“Per noi il mondo del lavoro di oggi è fatto insieme da lavoratori e imprenditori. E gli imprenditori non hanno smesso, come è stato detto, di essere nostri nemici per diventare nostri amici se rispettano le regole. Gli imprenditori sono una parte del mondo del lavoro e una parte di noi democratici.”

Marino: con tutti sulla base del programma
“Il Partito Democratico deve darsi una cultura economica autonoma… Occorre prendere sul serio, al Nord come al Sud, la società a imprenditoria diffusa: una società a imprenditorialità diffusa è un valore perché porta le persone ad auto organizzarsi responsabilmente nel lavoro come nella vita sociale, nella famiglia e nell’associazionismo.”

Bersani 1: aperti ai non dipendenti purché in regola
“Bisogna che ci diciamo, molto semplicemente, che un imprenditore privato, cooperativo, artigiano, commerciante che sta nelle regole fa pienamente parte del nostro progetto, è un protagonista del nostro progetto!”
Bersani 2: aperti a tutti i lavori
Noi siamo il partito dei lavori e dei ceti produttivi. Vogliamo tornare nei luoghi in cui si fatica e si produce, ascoltare chi intraprende e chi rischia in proprio…. Vogliamo parlare a chi il lavoro non ce l’ha o convive con insopportabili forme di precariato. Vogliamo contrastare ogni forma di sfruttamento e insicurezza, così come la conservazione corporativa di privilegi e monopoli.”

4. Quale sistema politico: Bipolare o multipolare?
Franceschini: bipolare
“Non torneremo nemmeno indietro a scelte politiche né accetteremo leggi elettorali che spostino a dopo il voto la scelta delle alleanze, sottraendo ai cittadini il diritto di conoscerle e sceglierle prima.”

Marino: bipolare
“Occorre una legge elettorale che stabilizzi il bipolarismo, che ridia ai cittadini, attraverso i collegi uninominali, la possibilità di scelta dei propri rappresentanti”

Bersani 1: lo decidiamo con gli altri oppositori (che lo vogliono multipolare)
“La legge elettorale dovrà essere coerente con la forma di governo, dovrà evitare quindi ogni ritorno al proporzionalismo puro e perseguire un buon equilibrio fra rappresentanza, stabilità, governabilità, muovendosi nell’ambito di un bipolarismo nel quale l’elettore pretende di avere visibilità del quadro di alleanze e della loro stabilità. Questo equilibrio si può ottenere attraverso sistemi misti, ma la chiave politica è questa: la misura di questo equilibrio dovrà essere ricercato dialogando con tutte le forze politiche e parlamentari interessate a opporsi ai rischi di deformazione della democrazia, insiti nel modello della destra.”
Bersani 2: lo decidiamo con chi lo vuole bipolare
“Sul piano istituzionale noi scegliamo un modello parlamentare rafforzato in alternativa a formule più o meno mascherate di presidenzialismo, una legge elettorale chiara e non stravolgente l’architrave costituzionale, da elaborare in collaborazione con chi crede ad un bipolarismo maturo che renda l’elettore determinante nella scelta degli eletti e del governo.”

5. Le coalizioni: con perno il Pd o rifacimenti dell’Unione?
Franceschini: Pd come perno
“Non torneremo a quella stagione delle coalizioni frammentate e litigiose, costruite con l’unico collante del nemico. Quel tipo di coalizione che ha sempre colpevolmente coperto la qualità dell’azione dei governi di centrosinistra. Formeremo una alleanza che dia agli italiani la garanzia di un programma condiviso e realizzabile. Credibile non solo per vincere ma anche per poi riuscire a governare. E difenderemo i principi del bipolarismo e dell’alternanza tanto faticosamente conquistati.”

Marino: Pd perno
“Un partito che abbia un forte respiro maggioritario, che costruisca le proprie alleanze a partire dal proprio profilo e da quello che vuole per il Paese, non in base alla convenienza elettorale o al mero esercizio politicista di cui abbiamo avuto fin troppi esempi in questi anni.”

Bersani 1: riorganizzare il campo degli oppositori a partire dall’autonomia di ciascuno
“L’originaria ispirazione dell’Ulivo non può essere rimossa, né vivere solo in una chiave evocativa, perché non è infatti esaurita la questione sostanziale dell’incontro fra tutte le culture, le esperienze politiche e progressiste ancora oggi divise. E, tuttavia, questo non può essere un compito esaustivo; si deve accompagnare all’esigenza di riconoscere l’autonomia e la responsabilità di altre forze del Centrosinistra e dell’opposizione e di tracciare i primi passi politici per una riorganizzazione del campo dell’alternativa. Da soli non si può fare nulla.”
Bersani 2 : si parte dai vincoli di programma
La vocazione maggioritaria non significa rifiutare le alleanze, ma, al contrario, renderle possibili, perché costruite nella chiarezza, sulla base di vincoli programmatici.

6. Laicità: per tutti un metodo di dialogo con decisioni interne a maggioranza (cambia solo il tipo di riconoscimento delle coppie di fatto, che equivale ai dico nelle mozioni Franceschini e Bersani, che è più radicale in quella Marino, equivalendo di fatto al matrimonio omosessuale)
Franceschini: rispetto dei diversi orientamenti sessuali (allusione ai Dico)
“Ci aspetta alla Camera il lavoro sul testamento biologico. Ci ascolteremo, dialogando. Ma alla fine decideremo la posizione del partito. Rispetteremo fino in fondo chi non si sentirà di condividerla, ma decideremo. Sarà il modo più onesto di interpretare la laicità del nostro partito e di rispettare il principio intoccabile della laicità dello stato. Quello che sta scritto nella nostra Costituzione e che appartiene a tutti noi, laici e cattolici del PD. Lo hanno detto molto chiaramente i 60 parlamentari cattolico- democratici nella lettera con cui due anni fa hanno spiegato il rapporto tra la loro scelta di fede e la laicità nelle scelte politiche e parlamentari. La laicità, dunque, oggi è la garanzia della libertà di tutti, credenti in una fede o non credenti, nello spazio pubblico, nei loro diritti civili. E non si può pensare ad un baluardo più solido, a difesa dello Stato laico, di un grande partito come il PD…
Partiamo da principi condivisi, e in particolare dalla consapevolezza che ogni persona va rispettata nel suo orientamento sessuale e nelle sue scelte di vita. “

Marino: per le civil partnerhip inglesi“La laicità è un metodo: significa affrontare ogni questione con rigore e con la massima obiettività possibile, nell’interesse generale e non di una parte sola. Significa non porsinel dibattito pensando di possedere la verità o di avere ragione a priori. Significa saper ascoltare le ragioni altrui e avere l’umiltà e l’intelligenza di confrontarsi anche con chi lapensa nella maniera opposta. Significa lasciarsi sempre prendere dal dubbio che l’altro può avere ragione. Infine laicità significa che quando si considera chiuso il dibattito, e si è presa una decisione nell’interesse di tutti, si accetta quella decisione sentendosi vincolati e sostenendola con onestà….Standard europei per laicità e dirittiIntrodurre una norma antidiscriminatoria che preveda una percentuale minima di genere del 40% nelle Istituzioni e nei Consigli di Amministrazione. Approvare la legge sul Testamento Biologico. Approvare una legge sulle unioni civili, sull’esempio delle civil partnership britanniche. Approvare una legge sull’omofobia. Consentire a singole persone di essere valutati al fine dell’adozione con il rigore che la legge già oggi richiede alle coppie”Nota: per capire cosa sono le civil partnership si vada al sito dell’Arcigay, sono destinate solo a persone dello stesso sesso e “il loro contenuto è quasi coincidente” (come recita tale sito) col matrimonio eterosessuale. Ciò comporta in particolare “gli stessi diritti” in materia di adozione.

Bersani: allusione ai DicoIl principio di laicità è la nostra bussola, la via maestra di una convivenza plurale. La laicità si nutre di rispetto reciproco e di neutralità – che non significa indifferenza - della Repubblica di fronte alle diverse culture, convinzioni ideali, filosofiche, morali e religiose. È anche impegno per la loro salvaguardia, promozione del dialogo interculturale e interreligioso, mutuo apprendimento: purché, naturalmente, tutti accettino un comune spazio pubblico di confronto e incontro nel quale gli unici principi non negoziabili siano quelli della Costituzione italiana e della Carta dei diritti dell’Uomo. In questo spirito i democratici hanno formulato proposte di legge largamente condivise sulle convivenze civili, sul testamento biologico e sulla libertà religiosa, che vanno rilanciate senza tentennamenti in Parlamento e nel Paese.”

7. Superamento del dualismo del mercato del lavoro
Franceschini“… ammortizzatori per tutelare il reddito e favorire il reimpiego, sostegno ai redditi da lavoro e da pensioni che soffrono la crisi”

Bersani: il contratto a stabilità crescente è la direzione in cui muoversi “… superare il dualismo del mercato del lavoro, che colpisce soprattutto i giovani, aprendo dei processi univoci di inserimento e di stabilità nel lavoro”

Marino: flexsecurityLa flessibilità, caratteristica inevitabile del lavoro nella nostra modernità, non va considerata come una disgrazia. Quello che i giovani temono sono disoccupazione e precariato privo di regole, percepiscono l’iniquità di un mercato del lavoro che vede gomito a gomito lavoratori protetti e lavoratori talvolta privi anche di diritti elementari quali la malattia, la maternità, le ferie. Una flessibilità bilanciata, quindi, è il nostro valore per regolare il mercato del lavoro: contratti a tempo indeterminato che consentano un rapporto continuativo e tendenzialmente stabile con il datore di lavoro; salario minimo e garanzie di reddito come protezione per chi perde il lavoro; formazione continua per aumentare il proprio bagaglio e il proprio valore professionale.

Videocracy

Già il fatto che nessuna rete Mediaset e Rai lo voglia trasmettere (e ancora non l'hanno fatto) è, di per sè, un incentivo ad andare a vederlo.

E allora, spazio dalla rete al trailer del film che, a quanto pare, nessuno vuole.



http://www.mymovies.it/film/2009/videocrazia/

venerdì 28 agosto 2009

NOI


Quelli che non vogliono vincere mai!
Si potrebbe sintetizzare così l'esito della chiaccherata fatta oggi in auto con walter e roberto mentre li portavo da sangi ad empoli. Ringrazio l'ex segretario per la sincerità ma da ciò che ci siamo detti e raccontati, l'impressione che ne ho tratto è che questo partito ancora non "abbia imparato la lezione"....il "non fate agli altri ciò che avete fatto a me!", per intenderci.
Però, allora, bisognerebbe individuare una volta per tutti "i mandanti".
Lui, ovviamente, ha la sua teoria ed è pure difficile, per tanti versi, dargli torto.
Però, davvero, o si cambia o il nuovo segretario, chiunque sia, dura 6 mesi e poi se ne va.
Resto sempre più convinto che ci sia bisogno di rivoltare questo partito dalla testa ai piedi, che sia finita l'ora di pensare che tutto il bene sta da una parte e tutto il male dall'altra, di ripartire dall'esempio, dai 'passi indietro' ogni tanto, che la si smetta col difendere l'indifendibile e la propria rendita di posizione finalizzata alla mera gestione del potere. Basta con i 'capibastone', basta ex, solo ricambio, idee, solidarietà unitaria tra di noi, stop alla rincorsa della frase all'ansa, più politica vera, che si occupi dei problemi (i nostri problemi), guardando più in faccia le persone.

Ieri sera la presentazione del libro è stata sobria, allegra. Sembrava di essere in famiglia. La famiglia Noi. Eravamo al teatro. Peccato per la pioggia che ha fatto saltare la cornice di piazza delle Erbe. Nei prossimi giorni leggerò il libro. Nel quale, tra l'altro, si parla anche di San Gimignano.

Utile anche la cena dopo la presentazione. Si è parlato poco di politica, ma qualche aneddoto simpatico c'è stato. Su tutti, il colloqio con de mita prima delle scorse elezioni...

Walter resta l'esempio di come la sinistra sia capace di mangiarsi i leader.
Resta una persona per bene, di grande magnetismo che si è visto costretto a lasciare il partito di cui era segretario, farsi da parte lui, per salvare (provare a salvare) il progetto riformista, dopo che tutti, e lui conferma, gli avevano chiesto di fare il segretario nazionale!
Domando: ma si può? Sì, perchè è già successo. Ed è successo proprio a noi.
Torno da capo: avremo imparato la lezione?

Una cosa seria

Le persone. Il tema dell'immigrazione è serissimo e da san gimignano c'è il rischio che lo si veda e lo si legga come un qualcosa di lontano. Insomma: c'è il rischio di non riuscirne a definire i tratti, la portata, gli aspetti positivi e quelli negativi (percepiti o reali).
Però, al di là della propoaganda, bisognerebbe ricordarsi che, prima di tutto, comunque, stiamo parlando di persone.

giovedì 27 agosto 2009

Sorpasso a destra...

Dicendo quello che molti pensano e sostengono, anche all'interno del Pd, persino Fini strappa applausi alla Festa Democratica.
Tornano in mente le famose ?) 'linee prevalenti' che ci hanno "scaldato i cuori" ad inizio anno, la Dorina Bianchi etc...
Ci voleva tanto a prendere questa come nostra posizione?

Tralascio il fatto che Sacconi, nelle stesse ore, diceva esattamente il contrario in proposito. Eppure sono nello stesso partito. Eppure anche lì dentro le posizioni sono varie e distanti. Eppure non fanno mai notizia. Eppure... c'entrerà un pò la comunicazione in questa storia?

Crisi e perdita del lavoro

La Provincia c'è. Quando si perde il lavoro ciò che si mette a disposizione non è mai troppo. Vero. Però la Provincia di Siena c'è.
450 euro mensili per un massimo di 6 mesi per ogni cittadino percettore di ammortizzatore sociale. Integrazione al reddito per 90 lavoratori dopo approvazione dei progetti presentati da amministrazioni comunali, istituti scolastici o sociosanitari
Leggete qui.

Veltroni a Sangi: ci vediamo in piazza!

'NOI' è il titolo del nuovo romanzo di WALTER VELTRONI.
Giovedì 27 agosto, ore 18, in piazza delle Erbe a San Gimignano, la presentazione in prima nazionale.
Edito dalla Rizzoli editore il nuovo romanzo di Walter Veltroni, 'NOI', sarà presentato in prima nazionale a San Gimignano, nella piazza delle Erbe. Oltre all'autore Veltroni, autore del libro, saranno presenti Giacomo Bassi, Sindaco di San Gimignano, Francesca Archibugi, Regista e il giornalista Paolo Franchi.

Per saperne di più:
http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/rizzoli



PS: Piccola partigianeria: non so come sia il romanzo, ho chiesto a Stella di portarmelo, ma una cosa è certa: per la prima nazionale non poteva scegliere cornice migliore.
PS1: ho una voglia, misto rabbia farcita di delusione, di fargli mille domande sul Pd che...forse, è meglio se mi trattengo.
PS2: a parte le delusioni politiche fa piacere notare come le persone, quasi dal nulla, stringano legami così forti con la nostra città, unica al mondo.

lunedì 24 agosto 2009

L'estate (politica) in sintesi

Pungente. Irriverente. Un pò arrabbiato.
Ma, come quasi sempre, non sempre, puntuale. E, in effetti, come dargli torto?
La più bella è, forse, quella su Littorio Feltri.

venerdì 21 agosto 2009

OGGI SI RICOMINCIA


Dalla serie B.
Per quanto mi riguarda con tanta delusione e poca fiducia nel futuro granata.
Il popolo granata, ormai, ammettiamolo, ne ha viste di cotte e di crude e di tutti i colori.
Ma la cosa più preoccupante è che al peggio non c'è mai fine.
E lui, Urbano, dice di aver imparato la lezione. Speriamo!
Anche qui, pur ringraziandolo per averci comprato 4 anni fa altrimenti ora saremmo, forse, in C2, poche illusioni.
Tante parole, molti errori, troppe spese, poco cuore e nessun progetto concreto per il domani.

Nonostante tutto, da stasera (Grosseto-Torino), ancora una volta,
forza vecchio cuore granata.

Repetita iuvant: 19,19



Fantastico Bolt. Se non c'è l'inganno, un fenomeno nelle mie discipline preferite dell'atletica.

giovedì 20 agosto 2009

Più lavoro e più energia

Ieri sera "Più lavoro e più energia per la Provincia di Siena" con il nostro Presidente della Provincia Simone Bezzini.
Serata utile, in-formativa, su quanto già stato fatto dalla Provincia per dare qualche prima risposta all'emergenza - più 400% di cassa integrazione guadagni nel I° semestre 2009 rispetto allo stesso periodo 2008!- (la richiesta dei voucher ad integrazione della Cassa integrazione sono ad oggi oltre 480 - si tratta delle risorse attivate dal bando straordinario della Fondazione MPS-; la ricapitalizzazione della Fises per il sostegno alle imprese anche se l'accesso al credito resta un punto critico in valdelsa come a Siena) e quelle messe in campo per uscirne (un nuovo bando straordinario, i pagamenti a 45 gg della Provincia, il polo sulle rinnovabili in Valdelsa, etc...).

Un dato su tutti. Nessuna provincia ha smosso per i lavoratori le risorse mobilitate da Siena in sienergia con la FMPS. I voucher di 400 euro per lavoartore di cui sopra saranno anche pochi come dice la Lega ma, andrebbe ricordato ai leghisti senesi, che rispetto allo 0 messo dal Governo è meglio di niente!
Un'latra iniziativa positiva a cui sta lavorando la Proviancia è di un accordo con le banche per anticipare le mensilità della CIG ai lavoratori che, di norma, è pagata con un ritardo di 4-5 mesi dall'INPS.

Si è parlato anche di ambiente, pardon, di green economy.
E ci è venuta anche un'idea. Risorse permettendo, perchè la FMPS non emana un bando per la riqualificazione energetica del patrimonio pubblico disponibile degli enti lcoali senesi? Sarebbe una misura dagli effetti microeconomici formidabili.

A proposito della quale segnalo alcune notizie molto interessanti sul fronte delle rinnovabili (qui e qui).
Quanto al costo del protocollo di Kyoto per i nostri italici ritardi se ne comincia ad occupare anche la stampa.

PS: devo chiedere scusa a Niccolò non tanto per responsabilità mia diretta, quanto però per il malinteso che c'è stato.

mercoledì 19 agosto 2009

Non fate così

Questo è quello che non vorremmo sentire parlando di congresso.
Non ci interessano i sondaggi sulle primarie. Se dio vuole (dio?) il risultato questa volta è incerto.
Quello che invece è sicuro è che i nostri simpatizzanti e chi ci guarda in attesa di un segnale vuol sentirci parlare di cose da fare (come quella che citavo nei post precedenti: qui e qui), di proposte e soluzioni, di riforme, di scelte prese in modo democratico.

martedì 18 agosto 2009

Luogo comune

Se è vero, come pare dall'indagine di bankitalia, crolla un "classico" dei luoghi comuni.. Vogliamo discuterne?

Ecologisti liberi

Siccome leggo con troppa disinvoltura (e un pizzico di arroganza) che gli "ecologisti" del Pd (tout court) sarebbero schierati tutti con SegreDario;
siccome ritengo che sia sbagliato usare certi toni tra di noi;
siccome penso anche che sia di un vecchio da far paura (politicamente parlando) mettere in bocca alle persone cose non dette o comuqnue farne interpretazioni capziose del proprio pensiero, caricaturandone il messaggio..

...per tutti questi motivi (e per altri che non cito per sitesi) informo che sono un ecologista democratico che, dopo averci ragionato sopra, dopo essersi letto tutte e tre le mozioni (uno dei pochi bischeri ad averlo fatto), dopo aver aspettato almeno di leggerle per schierarsi e prendere posizione, dopo aver sperato fino all'ultimo che i lingottini candidassero un giovane..., sostiene la candidatura di Bersani a segretario del Pd.

Non che ne condivida tutto al 100%, è ovvio e normale che ci siano aspetti della mozione Franceschin e Marinos che mi piacciono (più della seconda che della prima in verità), ma certo è che sui temi a me più cari - e in particolare quello della modernizzazione ecologica dell'economia - Bersani dia più garanzie.
Per il semplice fatto di non essersi limitato alle enunciazioni, ma di aver nel recente passato già tradotto in azioni di governo, concrete, le buonissime intenzioni: nuovo conto energia per il fotovoltaico; detrazioni fiscali al 55% per le ristrutturazioni edilizie finalizzate ad un maggior risparmio energetico ed un incremento dell’efficienza dell’edificio; progetto, ambizioso ma dal successo incredibile, di Industria 2015 per l’innovazione ecologica nella piccola e media impresa.

Insomma: Bersani ha già dato prova di credere nella green economy e che su questi temi "si può fare" con risultati eccellenti.

Conviene, in proposito, guardarsi questo video!

Smetterla

una volta per tutte, di sottovalutarlo.

venerdì 14 agosto 2009

Geniale richiesta

Antonio Bernardini l'ha preso alla lettera.

Mi viene in mente "amici miei":
"Che cos'è il genio?"
"È fantasia, intuizione, decisione e velocità di esecuzione"


Kyoto presenta il conto

Tanto per ricordarci che Kyoto non è una barzelletta.
E che in questi casi, più che mai, non giova per niente fare gli ultimi della classe.
Vantarsene poi...
Ci faranno passare il messaggio che Kyoto è solo un costo, un laccio, un impiccio.
Lo è perchè non abbiamo fatto nulla, o comunque poco.
Mentre gli altri (germania in testa) si attrezzavano, trovando anche così vie d'uscita, per quanto ancora timide, alla crisi.

giovedì 13 agosto 2009

Chi insegna l'etica pubblica?

A proposito di questo leggete qui

Centra un punto essenziale, riassumibile in questa frase: "Gli italiani non sanno a chi affidare l'etica pubblica, di cui l'educazione e formazione scolastica è parte essenziale e fondante".
Indovinate un pò chi è il supplente?

Per una democrazia esigente 2

Come anticipavo qui, ora l'ho letto e lo condivido pure.
Quindi l'ho sottoscritto.
Con una maggiore attenzione sul fatto che la modernizzazione ecologica dell'economia dovrà essere il comune denominatore di tutta la strategia politica da oggi in poi mi sembra un documento: solido, vero, credibile, moderno, chiaro. Un pò di cose che mancano (per ora) al Pd nazionale..
Potete rileggerlo e sottoscriverlo qui.

"Il più bieco e negativo risvolto dell'Illuminismo?"

Mah! A dirlo sarebbe stato il Mons Diego Coletti commentando la sentenza del TAR del Lazio sull'ora di religione: "..Perché se per laicità si intende l'esclusione dall'orizzonte culturale, formativo, civile di ogni identità, vuol dire che si è proprio nel più bieco e negativo risvolto dell'Illuminismo; prevede che la pace sociale sia garantita dalla cancellazione delle diversità delle identità".
mettiamola come ci pare a me non sembre un "bieco illuminismo".
Anzi a leggere le prime motivazioni mi sembra una sentenza equilibrata, rispettosa della legge e della costituzione, non discriminatoria verso la religione cattolica e chi la pratica. Purtropppo si è già levato il solito fuoco di sbarramento.
E la Ministra farà ricorso.

Alcune domande:
- Perchè lei? Perche il Ministro della Repubblica? Non sarebbe più corretto (ed opportuno) che fossero associazioni cattoliche o rappresentanti della chiesa o gli insegnanti di religione che si sentono discriminati a farlo?
- se non vogliamo essere ipocriti: dove eravamo tutti quando Fioroni firmava sta roba (era il Governo Prodi!)???
- non avrebbe più senso, fossimo un paese normale e non in perenne amministrazione controllata (una volta dai servizi deviati, l'altra dalla Chiesa, l'altra ancora dalle mafie e via così..) introdurre l'insegnamento della storia delle religioni, tutte, con particolare attenzione per quella cattolica che certametne ha influenzato più delle altre la nostra cultura e la nostra storia?

mercoledì 12 agosto 2009

To.Pi.Q

Stasera alla Festa de l'Unità in Santa Chiara. Ore 21.30. Dal vivo. Palco centrale. Il debutto della nuova formazione di Valerio. To.Pi.Q.
Un buon motivo per passare un mercoledì sera live!

Sant'Anna di Stazzema

A Sant’Anna di Stazzema, la mattina del 12 agosto 1944, si consumò uno dei più atroci crimini commessi ai danni delle popolazioni civili nel secondo dopoguerra in Italia.
La furia omicida dei nazi-fascisti si abbattè, improvvisa e implacabile, su tutto e su tutti.
Nel giro di poche ore, nei borghi del piccolo paese, alla Vaccareccia, alle Case, al Moco, al Pero, ai Coletti, centinaia e centinaia di corpi rimasero a terra, senza vita, trucidati, bruciati, straziati.

Quel mattino di agosto a Sant’Anna uccisero i nonni, le madri, uccisero i figli e i nipoti.
Uccisero i paesani ed uccisero gli sfollati, i tanti saliti, quassù, in cerca di un rifugio dalla guerra. Uccisero Anna, l’ultima nata nel paese di appena 20 giorni, uccisero Evelina, che quel mattino aveva le doglie del parto, uccisero Genny, la giovane madre che, prima di morire, per difendere il suo piccolo Mario, scagliò il suo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle, uccisero il prete Innocenzo, che implorava i soldati nazisti perché risparmiassero la sua gente, uccisero gli otto fratellini Tucci, con la loro mamma.

560 ne uccisero, senza pietà in preda ad una cieca furia omicida. Indifesi, senza responsabilità, senza colpe. E poi il fuoco, a distruggere i corpi, le case, le stalle, gli animali, le masserizie.
A Sant’Anna, quel giorno, uccisero l’umanità intera.
La strage di Sant’Anna di Stazzema desta ancora oggi un senso di sgomento e di profonda desolazione civile e morale, poiché rappresenta una delle pagine più brutali della barbarie nazifascista, il cancro che aveva colpito l’Europa e che devastò i valori della democrazia e della tolleranza.
Rappresentò un odioso oltraggio compiuto ai danni della dignità umana.
Quel giorno l’uomo decise di negare se stesso, di rinunciare alla difesa ed al rispetto della persona e dei diritti in essa radicati.

VISITATE IL SITO DEL PORTALE SANT'ANNA DI STAZZEMA. MERITA.
http://www.santannadistazzema.org

Misurate, giuste, sobrie e ferme le parole del Presidente della Repubblica.

Conto di andarci presto.

Per una democrazia esigente

Non l'ho ancora letto. L'ho solo scorso velocemente. Il documento "PER UNA DEMOCRAZIA ESIGENTE" è stato promosso da Gianni Cuperlo e da altri esponenti del Pd a vario titolo, ordine e grado, a sostegno della candidatura di Pier Luigi Bersani a segretario del Pd. Dalla scorsa dei titoli sembra puntare nella direzione giusta. Lo leggo insieme a voi e vi dirò se aderisco.
LAICITA', UGUAGLIANZA, CIVISMO

L’Italia che sarà.

Un partito è molte cose, la sua cultura, il suo programma, la leadership. Maprima di tutto è una comunità di donne e uomini che si riconosce in un’idea del futuro.

E’ sempre stato così. I partiti capaci di durare nel tempo hanno convinto popoli e nazioni della possibilità di allargare le libertà e i diritti superando i limiti posti sino lì dalla storia.

Le ideologie del Novecento hanno interpretato questa ambizione in modi diversi. Nel solidarismo. Nell’orizzonte dell’uguaglianza o nel finalismo di una società diversa. Anche l’Italia, dopo la Liberazione, ha riscoperto una pluralità di tradizioni e partiti. Ne è nato l’incontro di un popolo con la democrazia e sono seguiti decenni di crescita, lotte, movimenti che hanno cambiato volto al paese.

Oggi serve riscoprire quel senso profondo della politica. Lo sipuò fare se un partito storicamente diverso torna a essere la leva per un balzo in avanti nelle libertà, nei principi di uguaglianza e convivenza per milioni di persone.

La difficoltà è riuscirci in un mondo che è nuovo a sua volta. Dove le vecchie soluzioni non bastano più. Dove guerre e diritti umani violati, disuguaglianze insopportabili, oltre un miliardo di esseri umani senza accesso al cibo, un ambiente sfigurato esigono dalla politica parole e contenuti radicali. Un mondo dove, oggi più che mai, la sfida progressista si misura con la prospettiva di un governo globaledi democrazia ed economia. Dentro questa ambizione si rinnova anche il valore dell’Europa unita.

La scelta del Partito Democratico si colloca qui. Come un investimento sul mondo attuale. La prima conseguenza è che il banco di prova per noi tutti non èl’Italia che c’è. Ma l’Italia che sarà.

Cosalasceremo dopo? Questa, al fondo, è la domanda decisiva per un partito e per i suoi gruppi dirigenti. Quella che ne stabilisce la natura e la forza.

Noi suggeriamo una risposta: vogliamo lasciare un’Italia additata come esempio, innanzitutto per il suo livello di civiltà. Un paese considerato. Per il rispetto verso chi qui nasce, per chi qui giunge e vive, e per il suo ambiente e la sua cultura. Un rispetto da conquistare attraverso l’uguaglianza nei diritti e nei doveri, senza distinzioni di genere, lingua, credo. E senza discriminazioni legate all’età, all’orientamento sessuale, a diverse abilità.


Una riscossa civile e morale.

La nostra ambizione – l’ambizione del Partito Democratico – è nella rivincita di questa idea dell’Italia. E’ nel condividere con una maggioranza dei cittadini le mete di una democrazia che la destra sta deformando. Noi vogliamo lavorare per una riscossa civile e morale del Paese, contro le ragioni di quella destra.

Per riuscirci dobbiamo rompere un linguaggio e una continuità con la storia di questi anni.

Abbiamo conosciuto Blair e l’impatto della modernità nel welfare. Zapatero e la fermezza sui diritti civili. Oggi, insieme al primato dei diritti umani e al dialogo tra le nazioni, vediamo in Obama il ritorno dell’uguaglianza nell’accesso alle opportunità e alle risorse economiche e ambientali. Leadership diverse, ma tutte autorevoli perché autorevoli erano e sono i traguardi che hanno saputo indicare.


A noi spetta dire l’Italia che vogliamo.

Un paese dove nessuno, nel corso della vita, sia abbandonato o veda limitata la sua libertà, in una tensione costante verso il bene comune e virtù civili condivise.

Dove il rispetto e il sostegno della dignità e dell'autonomia di ogni donna, condizione della dignità e autonomia di tutti, sia il limite invalicabile della democrazia e della civiltà.

Dove si realizzi la più clamorosa riconversione dell’economia. Mettendo al centro la dignità e l'onestà della persona nel lavoro e nella corrispondenza, anche morale, tra contenuto del lavoro, corredo di diritti sociali e qualità del reddito.

Il valore del lavoro si misura a partire da lì, dal riconoscimento dell'eguale pregio sociale tra lavoro manuale e artigianale, intellettuale e creativo, dell'impresa, dell’educazione e della cura. Tra i prezzi maggiori pagati al liberismo senza principi vi è stato, in particolare, l’offuscarsi di questo valore. Donne e uomini sono tornati a rappresentare merce per i profitti, e ciò è andato di pari passo col consumo dissennato delle risorse. Un atteggiamento esaltato da una globalizzazione senza regole, dalle delocalizzazioni, dalla via bassa alla competitività e dalla discontinuità di impieghi nel corso della vita.

Il lavoro per ritrovare lo spazio che in questi anni gli è stato negato deve uscire dall’imbuto in cui è stato sacrificato e sposarsi aun approccio culturale moderno che metta al centro della crescita la Persona.

Anche per questo la risposta alla crisi dev’essere economica e democratica al tempo stesso. Deve misurarsi coi guasti maturati nell’ultimo ventennio e coi ritardi culturali della sinistra e dei democratici europei.

Forse oggi, per la prima volta, si può cogliere tutta la miopia di quanti ci hannospiegato che il tasso di riformismo si sarebbe misurato anche sulla flessibilità come valore in sé, sulla distanza dal sindacato e sull'esaltazione di un mercato senza lacci.

Semmai una forza democratica deve spingere per una estensione della rappresentanza dei lavori e delle persone, e per un sindacato moderno, rinnovato nella sua cultura e impostazione.

In questo autunno così difficile dovremo essere fermi nel prolungamento e nella estensione della cassa integrazione, nella difesa dei posti di lavoro esistenti, nell’introduzione di sostegni attivi al reddito di chi perde l’impiego. Combattendo la precarietà e l’ideologia fondata su “vite di scarto”, perché nessuno ha diritto di “scartare” nessuno.

Dovremo spiegare le ragioni di un uso del fisco a favore dell'occupazione e delle piccole imprese. Restituire discredito all’evasione fiscale e cancellare una volta per tutte la cultura dei condoni, destinando le maggiori risorse al sostegno di pensioni e stipendi in un paese dove troppe famiglie scivolano in silenzio verso la povertà.

Il traguardo è ricostruire le regole e un principio di legalità per un’economia che arricchisce il territorio e la comunità.

Significa collocare gli italiani al vertice dell’Europa per la valorizzazionedelle risorse e dei giacimenti culturali. Traguardo che passa anche dalla forza della scuola pubblica, dall’autonomia della ricerca, da una riforma dell'informazione e dei media con una “riparazione” delle distorsioni di questi anni.

E ancora, vogliamo collocare l’Italia tra i primi nell’uso sapiente del sole, del vento, del mare, e nel corretto uso dell’aria, dell’acqua, della terra.

Per la prima volta i mutamenti climatici, le emergenze alimentari, assieme auna coscienza ambientale sempre più diffusa stanno mutando comportamenti e stili di vita. Anche nel nostro paese queste tendenze possono ispirare un nuovo civismo e aiutare occasioni di uno sviluppo economico di qualità.

Un’idea forte dell’Italia passa da un’idea alta della sicurezza. Nel rispetto rigoroso dei diritti umani, ovunque nel mondo e tanto più in casa nostra, come non è avvenuto ancora di recente col respingimento collettivo di centinaia di disperati – tra loro donne e bambini – nel canale di Sicilia.

Sicurezza contro l’odio razziale, la violenza sulle donne, l’omofobia, la prepotenza sull’infanzia e su chi è disabile.

Sicurezza come diritto di cittadinanza. Sicurezza delle persone e dei territori. Combinando il massimo contrasto del crimine, la certezza e l’umanità della pena, la regolazione adeguata dei flussi di migranti, con un programma di prevenzione, di aiuto alla vittima, con un'educazione alla cittadinanza fin dai banchi della scuola.

Tutto questo non lo possono fare un partito o un governo da soli. Per un partito moderno è decisivo aprirsi alla collaborazione permanente con associazioni, col mondo cooperativo e con le reti di solidarietà che agiscono sul territorio, in una spinta comune verso il riscatto della nazione.

In questa prova chi è in prima fila nei governi locali avrà un ruolo importante. Perché meglio di chiunque sa collegare l’agire quotidiano a un progetto.

L'Italia questo lo sa, conosce il patrimonio rappresentato dalle sue città. Questo vale per un Nord da rimotivare e riconoscere nella sua funzione nazionale, e per il Sud dove combattono risorse splendide e non rassegnate. Molta parte delle classi dirigenti più dinamiche si forma oggi nei territori, e questa è una risorsa. Ma se nei territori rimane rinchiusa, rischia di ripiegare e di rendere asfittico il paese. Noi vogliamo essere l’ossatura di classi dirigenti territoriali, ma responsabili verso il paese e capaci di tenere unita una nazione oggi spaccato. Anche per questo ci battiamo per una stagione di nuovo autonomismo consapevole e solidale.


Una democrazia esigente e che decide.

Se vogliamo davvero uscire dalla crisi con un’Italia diversaè necessario, dunque, che l’economia proceda insieme a una democrazia esigente e capace di decidere: perché dove crescono diritti e doveri, responsabilità, chance, cresce anche una società più ricca e inclusiva. Non per caso, a segnalare questo legame, si comincia a parlare sempre più spesso di “un’economia civile”.

Agendo così cresce soprattutto un Paese più orgoglioso di sé. Dove la figlia o il figlio di un immigrato possanodiventare, un giorno non troppo lontano, capo del governo, sindaco di Roma o Milano, o presidente della Repubblica.

Dove l’avanzamento dei meriti si fondi con la promozione degli ultimi, offrendo a tutti la possibilità di un’esistenza degna, dal primo all’ultimo giorno.

Traguardo che passa, per ciascuno di noi, da un reddito o una pensione sicuri lungo ogni stagione e dalla possibilità di scegliere sulle decisioni fondamentali della vita. Dalla necessità di sbloccare un Paese corporativo e drammaticamente fermo. Dalla gioia di una maternità spesso negata a causa della precarietà e da un tasso di occupazione femminile che ci colloca in fondo all’Europa, da servizi mancanti e da uno stato sociale rigido. E da una busta paga che per le donne, nonostante la Costituzione, è tuttora più leggera rispetto a quella dei loro colleghi maschi.

I frutti avvelenati del berlusconismo hanno avuto l'acme nell’offesa della dignità pubblica femminile. E’ questo forse il tratto più grave della regressione culturale inflitta dalla destra. Con un’ atteggiamento verso le donne che ha resuscitato toni e modi di un’italietta misera.

Non è solo una devianza di stile o un colpo alla credibilità del Paese. E’ un problema più serio, di fatto il tentativo di una rivincita contro la storia della libertà femminile e l’orgoglio di tante ragazze che vogliono essere considerate per qualità e senso di sé.

Questo è tanto più pericoloso in un Paese dove familismo e conservazione, segnano elités e società. E dove, non a caso, è enorme il divario tra le capacità, la voglia di farcela delle donne e di moltissimi giovani e la risposta che a questa pressione offrono le istituzioni e la comunità.

Su questo piano, anche nel nuovo partito, non abbiamo mosso passi sufficienti.

Ci sono stati errori di una classe dirigente ancora troppo maschile nei contenuti, negli stili, nella gestione del potere. E tra le stesse democratiche è aperta una riflessione sulle discontinuità necessarie e sulla costruzione di un pensiero in grado di segnare una stagione di nuova autonomia e benessere per le donne e per il Paese.

Altri “dove….” andranno scritti. Ma avendo sempre una bussola da consultare, perché senza bussola non c’è rotta e non c’è meta.

Una bussola per fare ciò che in Italia non è mai stato fatto: promuovere l’uguaglianza come spinta alla crescita e al nuovo civismo evocato da Bersani. A quella “religione civile” che in fondo è la vera, grande carenza del nostro passato e del nostro presente.

Eallora ci sono due modi di intendere l'Italia che sarà. Quello più consumato, di un riformismo conosciuto e che si accontenta. Oppure quello che si propone uno strappo culturale e, di fronte alla crisi, ripensa a un’idea di progresso.


La laicità.

Se di questo si tratta, mai come oggi la laicità è tra i principi ispiratori di questo cammino.

Laicità come guida in un mondo attraversato da fondamentalismi antichi e nuovi che impongono il loro dominio sul corpo e sulla dignità, ancora una volta, in primo luogo delle donne e dei bambini.

Laicità, dunque, come premessa della libertà individuale. Come metodo per cercare soluzioni sagge, capaci di trasmettere fiducia e speranza alle persone, e mai punitive verso le loro convinzioni o la loro condizione. Laicità come riferimento per un diritto miteche restituisca ai cittadini una possibilità di scelta sui progetti di vita che li riguardano.

Elaicità, naturalmente, come faro per classi dirigenti autonome, con la schiena diritta, tese alla costruzione di quelle virtù della Repubblica in cui potersi ritrovare, sentendosi davvero in casa propria. Che si tratti di garantire un testamento biologico effettivo, della revisione della legge 40, dei diritti e dei doveri delle coppie di fatto o dell’introduzione del divorzio breve.

Questa visione della laicità riconosce la ricchezza e il ruolo della vasta comunità cristiana e in generale delle religioni nella sfera pubblica ed è condizione anche per quel dialogo inter-religioso vitale per coltivare la convivenza e la pace. Sapendo, tuttavia, che il primato è sempre di quell'etica della responsabilità che Stato e istituzioni devono stimolare e valorizzare, con buone leggi e il buon esempio.


Una identità.

Abbiamo parlato di principi e traguardi. Ciò che vogliamo dire è che per fare un partito non bastano uno statuto alla moda o un buon programma di governo. Diventeremo un vero, grande, partito democratico se poggeremo le nostre ragioni sul mito di un paese possibile. Perché su quel mito potremo aggregare un “popolo”. Il nostro.

Per fare tutto questo serve una identità. Chiara.Riconoscibile. Questo è un punto di discontinuità con l’impostazione prevalente nel primo anno e mezzo di vita del PD. Perché proprio questa convinzione è stata negata, anche sul piano teorico, da chi ha guidato il partito finora. Motivando la vocazione maggioritaria come rappresentanza passiva di qualunque domanda e bisogno e non come la capacità di organizzare gli interessi parziali intorno a un’idea forte del Paese. Un’idea fondata sulle priorità, sulle coerenze, sulle scelte di una battaglia culturale e politica alla destra.

Purtroppo quel vuoto ha pesato. Ha ridotto l’entusiasmo verso il progetto. Abbiamo condotto un’opposizione talvolta efficace, ma sono venuti meno autorevolezza, radicamento e milioni di voti.

E’ mancata una discussione ordinata, in cui far sentire la voce dei Circoli e di un circuito più largo di sostenitori. Alcuni di noi avrebbero preferito tenere il congresso subito dopo il voto politico, per poter reinvestire al meglio quel 33 per cento raccolto.
Invece abbiamo finito coll’archiviare le dimissioni del Segretario eleggendone un altro in una manciata di ore, senza un confronto vero e ridando così fiato a correntismo e “caminetti”.

Ma se le cose stanno così, il punto non è impedire un ritorno all’indietro. Nessuno vuole tornare a prima. Questa è una caricatura. Il punto è come scegliamo di andare avanti.


Un partito vero.

Alle spalle abbiamo anni segnati dallo spregio verso la politica e i partiti. Quel giudizio si è fondato su un’immagine a volte devastata della qualità e moralità dell’impegno pubblico e nelle istituzioni.

Ma il PD è nato esattamente per contrastare quel sentimento e invertire quella deriva. Anche per questo vogliamo “un partito”. Non una sua imitazione. Tanto meno un partito ridotto a comitato elettorale di qualcuno, o parentesi tra un evento televisivo e l'altro.

Un partito solido, trasparente, dove sia facile entrare e contare. Dove si studi, si lavori e si possa gioire insieme. Dove tutte le regole venganoapplicate e non solo proclamate. Pensiamo debba valere l’incompatibilità tra incarichi politici e incarichi pubblici. Chi fa il sindaco o il presidente di provincia o di regione non può allo stesso tempo dirigere il partito. Chiediamo che i gruppi del PD nelle istituzioni prevedano degli albi per la selezione delle candidature alle nomine pubbliche di competenza della politica.

Noi siamo per le primarie nella selezione dei sindaci, dei presidenti di provincia e di regione. Vogliamo le primarie per la selezione dei candidati al Parlamento. Vogliamo anche introdurre la possibilità di consultazioni referendarie degli iscritti su alcune scelte di linea e di contenuto, perché anche così il partito impara a essere “democratico”, nel modo con cui si assumono e si rispettano le decisioni della maggioranza.

Per la guida del partito, a tutti i livelli, vogliamo una discussione e una scelta seria nel congresso per consentire al partito e ai suoi iscritti di decidere come governare quella procedura, quando realizzarla perché sia davvero la porta girevole di una partecipazione larga e appassionata. Quello che non può più proseguire oltre è un meccanismo che, a tutti i livelli, appalta funzioni e ruoli secondo appartenenze a gruppi e componenti sacrificando ogni principio di capacità e merito.

La costruzione di un partito è come la crescita di un figlio. Può far sorridere, ma è così. Chiede dedizione, affetto, regole, severità. E anche il coraggio di correggere le cose che non hanno funzionato. Ma è solo se questo impegno viene affrontato senza scorciatoie o improvvisazioni che quel partito crescerà sano e libero.


Un nuovo centrosinistra.

Infine, parlando del partito che dobbiamo costruire, pensiamo che il nostro sguardo sarà più lungo se terrà conto della storia del paese, delle radici che hanno reso possibile arrivare sino qui, con il coraggio di chi sa che è giusto cambiare ancora.

Questo vorrà dire guardare verso altre e altri, recuperando lo spirito della “costituente” archiviato troppo in fretta.

Insomma, pensiamo a un partito curioso, aperto. Un partito attento anche alla sinistra che si interroga fuori da noi, alle forze dell'opposizione più moderate, perché una nuova alleanza, un nuovo centrosinistra, si possa iniziare a costruire da subito, e in coerenza con quel bipolarismo necessario al Paese e al quale non intendiamo rinunciare.

Pensiamo a una democrazia rappresentativa di tipo parlamentare. Con un ruolo rigenerato dei partiti e la massima pubblicità nei loro finanziamenti.

L’attuale legge elettorale per il Parlamento nazionale è un insulto. Oggi una decina di persone stabilisce la composizione di Camera e Senato. Per cambiare questa assurdità serve una maggioranza di deputati e senatori.

La nostra scelta è per il ripristino del collegio uninominale maggioritario, preferibilmente a doppio turno. Nel caso questa soluzione non fosse raggiungibile si deve valutare un sistema proporzionale con soglia di accesso. Ma con una chiarezza sulle alleanze successive. Perché i partiti hanno il dovere di dire agli elettori – prima delle elezioni – con chi intendono allearsi.
E’ una decisione imposta loro da quella coscienza bipolare del Paese che è tra i veri fatti nuovi e positividell’ultimo ventennio.

Noi non vogliamo tornare alle pratiche dei governi figli di estenuanti trattative. Ma questo traguardo, largamente condiviso nell’opinione pubblica, a questo punto non passa solo dalle regole elettorali. Passa dall’autonomia e dalla credibilitàdella politica.

Le forze sinceramente bipolariste saranno premiate. Chi lavorerà contro il bipolarismo verrà punito. Ciò che non funziona più (visti i risultati conseguiti finora) è l’idea che le tecniche elettorali cambinoda sole le culture politiche. Questo schema voleva sperimentare in Italia l’elezione diretta del governo da parte dei cittadini. Il risultato è che ai cittadini è stato sottratto anche il diritto di eleggere il Parlamento. Adesso è venuto il momento di restituire agli elettori lo scettro della decisione. Ma per davvero.


La nostra vocazione maggioritaria.

Vivrà qui, infine, la vera vocazione maggioritaria del PD. Nella nostra capacità di rendere popolari valori e traguardi che consideriamo irrinunciabili, e che oggi non sono ancora vincenti.

Per tutte queste ragioni è giusto scegliere bene il progetto e la leadership migliori per battere una destra illiberale, che mostra alcune crepe, ma ancora forte nel consenso che raccoglie. A Pier Luigi Bersani chiediamo di interpretare questa leadership e di essere il segretario di tutti. Noi lo appoggeremo con lealtà, battendoci per le idee nelle quali crediamo di più e che abbiamo richiamato in questo documento.

Lo facciamo convinti che viviamo un destino comune e che il giorno dopo il Congresso dovremo poter dire, con più sicurezza, di avere una passione condivisa, una comunità vitale, pensieri forti e un popolo da rappresentare.

A Bersani chiediamo un atto di rigore: la scelta di avviare una stagione per le Democratiche e per i Democratici segnata da una sobrietà dei toni pari alla determinazione delle battaglie che saremo chiamati a condurre.

Infine gli diciamo che il miglior leader sa di non bastare a se stesso perché l’orchestra senza direttore non produce armonia, ma il direttore senza orchestra non emette suono. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Perché solo insieme ce la potremo fare.

Non sarà facile. Ma da qui dobbiamo ripartire e, insieme, ce la possiamo fare.

Su questo e altro vogliamo contribuire al confronto congressuale anche con incontri nelle nostre città. Il primo appuntamento che ci diamo è a Milano a inizio settembre.

Gianni Cuperlo, Barbara Pollastrini, Claudio Martini, Mercedes Bresso, Flavio Delbono, Nicola Zingaretti, Antonio Panzeri, Fabrizio Onida, Leonardo Domenici, Marilisa D’Amico, Andrea Cozzolino, Sergio Staino, Daria Colombo, Enzo Amendola, Alessandra Kustermann, Susanna Cenni, Andrea Orlando, Stefano Esposito, Donata Lenzi, Roberto Vecchioni, Giuliana Manica, Andrea Benedino, Graziella Pagano, Rossella Lama, Giuseppina Muzzarelli, Stefano Draghi, Stefano Fassina, Teresa Bellanova, Lucia Codurelli, Giovanna Martano, Angelo Zucchi, Salvatore Veca, Ornella Piloni, Lisa Noja, Doris Lo Moro, Loris Maconi, Ignazio Ravasi, Michele Bordo, Romana Bianchi, Piera Capitelli, Cinzia Fontana, Paolo Corsini, Gabriella Ercolini, Catiuscia Marini, Luigi Duse, Giorgio Cazzola, Vitantonio Ripoli, Edoardo Borruso, Antonio Duva, Gianni Farina, Marilena Samperi, Ferruccio Capelli, Laura Froner, Ivana Bartoletti, Giorgio Roilo, Ardemia Oriani, Silvana Giuffrè, Luciano Pizzetti, Silvia Velo, Marialuisa Gnecchi, Sesa Amici, Dario Ginefra, Fabio Porta, Lodovico Vico, Paolo Fontanelli, Sergio Lo Giudice, Marcella Marcelli, Valeria Valente, Elena Buscemi, Francesco Demuro, Nico Stumpo, Stefano Sedazzari, Marta Battioni, Brunella Celli, Anna Puccio, Monica Zaccarini, Annamaria Antoniolli, Giuseppe Jennarelli, Daniela Turci, Alfredo Bologna, Michele De Pascale, Ivana Gonizzi, Alessandro Oderda, Annamaria Abbate, Stefano Dal Pra Caputo, Adele Vignola, Rosita Fabbri, Rita Zampolini, Roberta Di Pasquale, Marta Romanelli, Alessandro Perini, Fulvio Santagostini, Mauro Macis, Alfio Tondelli, Sandro Guercio, Mauro Vicini, Tina Mazzoleni, Umberto Mascanzoni, Osvaldo Miraglia, Vanes Tamburini, Matteo Mangili, Antonio Tarantino, Gianfranco Massetti, Elisabetta Barrella, Sabrina Greco, Carla Fabrizi, Anna Maria Perinelli, Gianpiero Pinna, Donatella Passerini, Fernando Gaballo, Rudy Lazzarini, Salvatore Bruscia, Luca Poli, Pasquale Fiorillo, Pier Natale Mengozzi, Giovanni Barberini, Maurizio Canevari, Martina Draghi, Tamara Ferretti, Marina Badino

martedì 11 agosto 2009

Per adesso

Sembra quella prevalente.

Giustizia

Non c'è niente da gioire o da rallegrarsi. A nessuno, credo, faccia mai piacere condannare all'ergastolo un 91enne (per quanto nazista). Però, in questi casi, penso soprattutto ai parenti delle vittime innocenti, conforta (anche se pochissimo lo capisco) sapere che, seppur con mille ritardi, si è fatta un minimo di giustizia.

Parlare d'altro

Sembra l'azione di governo meglio riuscita. Ora c'è questa storia delle gabbie salariali. Che già nella definizione suona male. Malissimo. Che non c'entrano niente, sono proposte dai paladini della flessibilità dei contratti (dunque delle retribuzioni legate alla produttività), - e sulle quali peraltro si può e si deve discutere - creano disuguaglianza, hanno solo il merito di unire il sindacato e di spaccare la maggioranza.

lunedì 10 agosto 2009

Calici di Stelle

Bella, suggestiva, interessante, utile per conoscere (e conoscersi) i vini sangimignanesi.
E' la manifestazione Calici di Stelle, questa sera, dalle 21 alle 24.
Praticamente sotto casa mia.
Da non perdere.
Dopo la Festa, ci vediamo lì.


Lunedì 10 agosto, dalle 21 alle 24, tutti gli eventi in occasione della manifestazione promossa dall’amministrazione comunale e dall’associazione nazionale Città del Vino: shopping notturno e apertura straordinaria della chiesa di San Piero oltre ad una lotteria con 100 bottiglie per il vincitore

SAN GIMIGNANO (Si) - Nella magica notte di San Lorenzo, sullo sfondo di tredici torri medievali, l’affascinante mistero degli astri si fonde con l’inconfondibile piacere del vino e dà vita a Calici di Stelle. Lunedì 10 agosto si rinnova l’appuntamento estivo con la manifestazione promossa dall’amministrazione comunale e dall’associazione nazionale Città del Vino, dal Movimento Turismo del Vino e dall’Unione Italiana Astrofili.

Dalle 21 alle 24, infatti, tra uno sguardo incantato alle stelle e un assaggio di Vernaccia, tutti i visitatori potranno trascorrere una serata indimenticabile con eventi di arte e musica oltre che abbandonarsi ai piaceri dell’enogastronomia.
La manifestazione, inoltre, propone con il prezzo del biglietto una lotteria, il cui vincitore porterà a casa 100 bottiglie di vino. Tutte le degustazioni guidate si terranno in piazza Sant’Agostino e, al fianco dei vini locali, la possibilità per i visitatori di degustare il Montepulciano d’Abruzzo, ospite d’onore della serata.
Per i più golosi nettare di Bacco da bere ma anche da mangiare con l’inedito gelato al vino ideato e offerto per l’occasione dalle gelaterie “Di Piazza”, “Combattenti”, “L’Olmo” e “L’arte del gelato”.

E nelle notti delle Perseidi apre poi al pubblico in via del tutto eccezionale, grazie alla collaborazione dell’Arciconfraternita della Misericordia di San Gimignano, la chiesa di San Piero dove all’interno si potranno ammirare gli affreschi di Memmo di Filippuccio, perle d’arte conservate fino ad oggi e testimonianze inedite dei fasti senesi della seconda metà del ‘300. Per tutti gli appassionati di stelle o per chi semplicemente vuol conoscere più da vicino i misteri della volta celeste, a partire dalle 21.30 il gruppo astrofili “Keplero” di San Gimignano guiderà con binocoli e telescopi i visitatori alla scoperta delle bellezze del cielo.

Per l’intera serata, poi, il gruppo “Alycia Reynolds Trio” allieterà il pubblico in piazza fino allo scoccare della mezzanotte quando si conoscerà il fortunato vincitore delle 100 bottiglie di vino oltre ai premi per i primi 15 estratti della lotteria.

Il biglietto d’ingresso alla piazza Sant’Agostino è di 5 euro e comprende un calice da degustazione e la sacca porta calice oltre a dare diritto anche all’estrazione del ricco montepremi. Vino, arte e suggestione che si uniscono anche ad un piacevole shopping notturno grazie all’apertura straordinaria di tutti i negozi della zona di Sant’Agostino.
Per agevolare l’accesso di tutti i turisti e visitatori, inoltre, il parcheggio Giubileo sarà aperto dalle 20 al costo di 1 euro e, dalle 20.30 fino alle 00.30, un servizio navetta gratuito porterà fino al centro storico.

X AGOSTO

San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

di Giovanni Pascoli

venerdì 7 agosto 2009

Consiglio Comunale: il resoconto

Come promesso e scusandomi per il ritardo di un pò di giorni ecco quanto abbiamo fatto in Consiglio Comunale il 29 luglio, il secondo della nuova legislatura.
Due premesse:
- ricordo potete vedere quanto abbiamo fatto, detto e deliberato in CC sul sito del Comune, esattamente
qui.
- il CC si è svolto di mattina e...non c'era nessun cittadino presente. Mi è molto dispiaciuto ma è evidente che in orario lavorativo essere presenti è ostico. Per quanto mi sia concesso suggerirò al Sindaco di convocarli il più spesso possibile dopo cena. Dall'altro canto voglio sperare (?) che la scarsa partecipazione sia anche una indiretta conseguenza della novità (molto apprezzata) della video ripresa della seduta.
- La mattina prima del CC siamo stati a visitare la campagna di scavi del sito "Villa romana in località torraccia di chiusi", nel nostro comune, con l'illustrazione dei lavori da parte del professor Cavalieri. Sono rimasto molto affascinato dalla campagna e dalla scoperta della villa romana che rappresenta un fatto straordinario già per l'essere stata ritrovata in quella zona; ma che lo è anche di più per ciò che essa custodisce, rappresentando un vero e proprio
unicum nell'Italia centro-settentrionale.

Guida alla lettura: sotto ad ogni punto inserirò una breve sintesi di quanto fatto.
I punti all'odg del Consiglio Comunale mercoledi 29 luglio 2009, alle ore 10.00.

1. Approvazione verbali sedute consiliari;
All'unanimità.
2. Comunicazioni del Sindaco;
Niente di rilevante.
3. Interrogazioni ed interpellanze;
Uno della PDl sulla "sicurezza" cioè sulla richiesta di dotare la rocca di telecamere. Il Comune, quindi senza pregiudizio, ha chiesto i fondi del decreto sicurezza per installare telecamere nelle zone più sensibili (tra cui la rocca). Telecamere che andrebbero ad aggiungersi a quelle già in funzione da tempo presso i parcheggi.
Uno della Lista civica sulla S. Lucia Spa. (vedi video)
Uno della Lista Civica su l'organo di stampa del CC. (vedi video)
4. Modifica della Commissione Regolamento Consiglio Comunale;
La lista civica non vi parteciperà con un atteggimaneto pretestuoso, mentre noi e le opposizioni abbiamo eletto i componenti che hanno mandato di portare in aula il testo, così da poterlo approvare entro Natale.
5. Nomina della Commissione Elettorale Comunale;
La Lista civica se ne è chiamata fuori in quanto loro si interessano 'solo' di San Gimignano (sic!). Per il resto, maggioranza ed altre opposizoni hanno eletto i propri componenti.
6. O.d.G. sulla crisi economica in Valdelsa, presentato dal gruppo “centrosinistra per San Gimignano”;
Il nostro ODG è stato approvato all'unanimità e questo è un dato politico molto importante su di un tema così delicato. Lo trovate qui.
7. O.d.G. sulla situazione della Casa di Reclusione di Ranza, presentato dal gruppo “centrosinistra per San Gimignano”;
Tema caldissimo, al pari della crisi. Anche su questo ODG vi è la soddisfazione di aver avuto il voto delle opposizioni, quindi l'approvazione all'unanimità. Il tema è complesso ed a parte qualche distinguo tutti ne hanno riconosciuto l'urgenza e la necessità di perorare la causa verso il Governo per la soluzione delle carenze. L'ODG lo trovate qui.
8. Modifica art.23 del Regolamento disciplinante le norme di arredo urbano;
Piccola modifica per consentire a chi vende preziosi, anche se non artigiano, e non ha una porta di apertura superiore a 1,70 mt di poter mettere fuori un piccola vetrinetta chiusa per l'esposizone della merce di valore.
9. Scioglimento convenzione Comuni di Colle di Val d’Elsa/San Gimignano per Segretario Comunale
Il dottor Danilo D'Aco sarà a tempo pieno a Colle val d'Elsa.
10. Attuazione convenzione Comuni di San Gimignano/Sovicille per Segretario Comunale;
Il nuovo segretario del Comune sarà la dottoressa attualmente a Sovicille "in comproprietà".
11. Approvazione della Convenzione per la gestione del Servizio di Direzione Generale;
Abbiamo dato mandato all'unanimità al Sindaco di cercare anche all'interno della macchina comunale la professionalità adatta. Nessuno ha fatto nomi ma tutti pensiamo a Mario.
12. Rinnovo adesione alla Rete Telematica della Regione Toscana (RTRT): approvazione schema di convenzione;
Ho preso la parola, come su tutte le altre questioni, per sollecitare la Giunta a potenziare l'interattività dei propri strumenti (resta chiaro che per tutto ciò che ho detto, anche su altre questioni, fa fede il video).
13. Istruzione. Approvazione convenzione fra i Comuni di San Gimignano e Barberino Val d’Elsa per l’effettuazione del servizio di trasporto scolastico per gli alunni residenti nel Comune di Barberino Val d’Elsa e frequentanti le scuole dell’infanzia e primaria di Ulignano;
Come il punto seguente è un atto importante che permette di portare i bambini alla scuola dell'Infanzia e Primaria di Ulignano sempre a rischio per i tagli della Gelmini. Su questo punto (è intervenuta anche Rossella) si è sviluppato un acceso dibattito. Io ho esortato le opposizioni a darci un mano in questa battaglia, poichè fino ad ora, nessuno si è visto. La Lista civica è andata come spesso accade fuori tema mescolando questa situazione con quella dell'istituto superiore per il turismo.
14. Istruzione. Approvazione convenzione fra i Comuni di San Gimignano e Certaldo per l’effettuazione del servizio di trasporto scolastico per gli alunni residenti nella frazione di Canonica e frequentanti le scuole dell’infanzia e primaria di Certaldo.
vedi sopra.
15. O.d.G. sulla reintrosuzione del nucleare in Italia, presentato dal gruppo “centrosinistra per San Gimignano.
Votato a maggioranza con i voti contrari di PDL e l'astensione della Lista Civica. PRC ha votato a favore.

A proposito delle carceri

Sempre in merito alla casa di reclusione di Ranza. Altri dati sulle carceri toscane.
L'articolo è quello di pagina 2 della rassegna stampa del Comune di San Gimignano.

La sai quella dei tre?

Ci sono un turco, un russo e un italiano.
Mitico.

O Serracchiani, o Cofferati........

O 'serracchiani', o cofferati, belli guaglioni!
La Debora si candida alla segreteria regionale del Friuli, per la mozione Franceschini.
Papale papale: a me non sta bene. La Debora in questione è già parlamentare europea, seggio ottenuto con un grande risultato, battendo anche B.
Domando però: non era quella contro le oligarchie dei soliti noti che son sempre loro, sempre pronti a tutto e per tutto?
Con tutto il rispetto domando ancora: non c'era nessun altro, in questo partito, valido, brillante e capace in grado di candidarsi a fare il segretario regionale in Friuli per la mozione Franceschini? E, in caso di vittoria, al Parlamento europeo chi ci va?
Oppure, davvero, il PE non conta niente e anche noi pensiamo che sia un parcheggio e basta? Mi sembrava che la Debora avesse qualche idea diversa in proposito mesi fa...

A coronare il quadro di coerenza ci ha pensato anche il prode Cofferati. Che si candida.
Ora, lo dicevo nel post precedente, il rispetto reciproco è valore fondamentale in politica e lo è, a maggior ragione, all'interno dello stesso partito.
Ma anche qui vorrei capire: Cofferati ci prende in giro?
Non si è ricandidato a Sindaco di Bologna per stare "vicino al figlio piccolo". Motivazione nobile ed apprezzabile, legittima.
Lo farà però da Strasburgo, in quanto nel frattempo si è fatto eleggere al Parlamento Europeo.
E ora, per essere ancora più presente in famiglia, ha deciso (?) di candidarsi alla segreteria regionale del Pd della Liguria! Alla faccia del ricambio!
Rispetto per tutti. Tuttavia, da qualche giorno, sicuramente, meno stima di entrambi.

Vai col liscio...

Ieri giornata piena, chiusa la sera alla Festa con l'incontro pubblico con Franco. Partiti in ritardo ci siamo ripresi con un bel "botta e risposta". Questa volta, questa la sensazione comune in mezzo a tanta disillusione e amarezza, ci si rende conto che è troppo importante non solo scegliere un leader "ma anche" (piaciuto il ma anche?!?), se non soprattutto, un'opzione politica. Quello che non successe nel 2007 con Walter. Nonostante il Lingotto. Nonostante le molte cose nuove ed innovative (per il Paese e per la sinistra diciamolo chiaramente) in quel discorso contenute ma presto, troppo presto, dimenticate. Franco sostiene Bersani, è apparso evidente. E non senza ragioni, sia chiaro. L'auspicio del sottoscritto, l'ho detto anche ieri, è che se è vero che occorre ripartire dai fondamentali e dall'esempio che la politica dà, ebbene l'esempio è anche come si sta in un partito dopo un esito congressuale: senza porre condizioni, dopo aver fatto una battaglia di idee, ma accettandone il verdetto. E soprattutto remando dalla stessa parte. E parlando con una voce sola. Altrimenti replicheremmo un film già visto. E di poco successo. Mi auguro che questo avvenga. Nel rispetto degli altri e nel rispetto del Pd. Nel quale c'è posto (e voglio che ci stiano) tanto per Marino, quanto per Bersani e per Franceschini.

E da ieri sera fino a domenica, alla Festa,..vai col liscio!

PS: mi si dice che qualche nostro "capoccio" romano sia in ferie fino a settembre, però a noi ci fanno fare il Congresso.... Non mi sembra un bel segnale di impegno.

giovedì 6 agosto 2009

Bischerate ovvero del lato comico del federalismo

A casa mia questa della Lega si chiama bischerata.
Ma non erano loro quelli operativi, del fare, tanto presi col territorio da non potersi permettere queste cose da teatrino della politica???

Bomba atomica

6 agosto 1945 Hiroscima.
64 anni fa la catastrofe.

A me vengono i brividi solo a provare ad immaginarla.
E non spariscono se penso (pensiamo) che oggi non è un'arma di distruzione di massa bandita dalla faccia della terra.

Che musica ragazzi!

Un concentrato di valore artistico.
Ne parlavo ieri sera con Valerio (e il 12 tocca a lui).

Gli STUDIOLIVE non hanno deluso e hanno animato un anonimo mercoledì agostano alla Festa.

Alla mano, disponibili, con gran talento.
Grazie a Ale Pieragnoli, a Francesco, Giorgio e al mitico Andrea Simoncini per la serata.

martedì 4 agosto 2009

Imperdibili...live!

Domani sera alle 21:30 chi ama la musica non può mancare al concerto dal vivo del gruppo
STUDIO LIVE
dei miei amici Andrea Simoncini e del mitico Piera!!!

Zona a verde Santa Chiara - Festa de l'Unità per il PD - Palco centrale - ore 21.30

Vicolo cieco vs termodinamico

Nucleare all'italo-francese?
Per me continua ad essere un vicolo cieco.

La politica energetica italiana continua ad essere schizofrenica.
Leggete qui.
Per favore fermateli!
Una delle poche tecnologie in cui siamo (rimasti?) leader del mondo come il solare termodinamico (qualcuno ha notizie o si ricorda di un distinto signore di nome Rubbia?), rischia di andare perduta per le scelte del governo.
In un'Italia che ha già dismesso settori nei quali era storicamente leader (la chimica, l'aeronautica civile, l'informatica... - leggete il libro di Luciano Gallino in proposito "La scomparsa dell'Italia industriale", Einaudi), uscendo da contesti internazionali di ricerca e da possibili sviluppi occupazionali facendo così del nostro Paese una colonia industriale, sta per consumarsi l'ennesimo suicidio di politica economica.
Con tanti saluti alla green economy.

All'Opera

Mettiamoci all'opera? No. Per una sera, andiamoci all'Opera.

Nabucco - di Giuseppe Verdi
Piazza Duomo - San Gimignano
ore 21.15

lunedì 3 agosto 2009

Letti di recente

Schiavone Aldo
L'Italia contesa - Sfide politiche ed egemonia culturale
Laterza - Collana Anticorpi

Questo l'abstract:
"Per vent'anni abbiamo vissuto sotto l'ala di un turbine: globalizzazione economica e trasformazione politica. Due metamorfosi insieme: post-industriale e post-democristiana. L'Italia di oggi ci restituisce per mille segni l'immagine di un Paese provato, che perde colpi di continuo. E soprattutto con un motore politico penosamente inadeguato, incapace di autentica innovazione, che non fa nulla se non pasticciando, e alla fine non sembra concepire altra missione tranne la pura conservazione di se stesso e del ceto che lo controlla. Ma altre volte siamo stati capaci di riagguantare all'ultimo istante il filo della nostra storia. La posta in gioco è troppo importante per rassegnarsi, e dopotutto siamo qualcosa di più di un piccolo angolo di mondo."
Un'analisi molto lucida dello stato del centrosinistra italiano e anche qualche terapia per "uscire dal tunnel" a partire da una premessa di questi tempi abbastanza forte (e provocatoria?): tutto ciò su cui si è fondato e il 'berlusconiscmo' di questi anni si sta sbriciolando. Occorre atttrezzarsi e prepararsi a riempire il vuoto.

***
Dan Brown
Angeli e Demoni
Mondadori

L'avevo scartato anni fa, dopo 5 pagine mi venne a noia. Forse perchè letto subito dopo il Codice da Vinci? Fantasia certo, però la trama è avvincente per quanto inverosimile.

***
Barnes Peter
Capitalismo 3.0. Il pianeta patrimonio di tutti
Egea

Questo l'abstract:
"Una proposta che può suonare un po' provocatoria (e un po' visionaria), ma che intercetta l'opinione diffusa che l'assetto capitalistico vada riformato e ripensato, senza cadere in ideologismi di maniera: si tratta di fare un upgrade del sistema, affinché il sistema stesso continui a operare. La versione 3.0 del sistema capitalistico deve fondarsi sulla rivalutazione e sul recupero dei beni comuni, i cosiddetti commons, che tutti possono utilizzare, ma su cui nessuno può reclamare un diritto esclusivo, come quelli ambientali o culturali, ovvero aria, acqua, parchi, monumenti. Solo in questo modo è possibile fronteggiare problemi che il capitalismo non ha saputo risolvere, quali il cambiamento climatico, l'esaurimento delle risorse energetiche, il degrado ambientale e la povertà, assicurando così il funzionamento per il futuro del sistema-mondo. Perché sia possibile procedere all'upgrade del sistema, occorre che i beni comuni vengano gestiti in modo autonomo sia dalle leggi di mercato sia dal controllo politico, preda spesso di una deriva statalista e affaristica. La soluzione, per Barnes, sta nell'affidare tali beni a Fondazioni o Trust, come avviene, per esempio, in Alaska, dove in questo modo sono gestiti i proventi delle concessioni per l'estrazione di gas e petrolio. "
Per certi vesi mi ha incuriosito (e colpito) come fece a suo tempo Economia all'idrogeno di Rifkin. L'idea di Barnes pone la centro una questione discussa da tempo, quella dei così detti commons, e tenta, qui sta la forza del libro, di mostrarci una possibile modalità di gestione e quindi una soluzione ai problemi che il capitalismo "versione 2.0" non ha saputo risolvere, questione energetica ed ambientale in primis. Libro interesante perchè non ideologico.

***
Civati Giuseppe
Nostalgia del futuro
Marsilio- Collana I Grilli

Questo l'abstract:
"Il Partito democratico non è partito e finora non è nemmeno stato molto democratico. Giuseppe Civati lo dice con chiarezza, indicando le ragioni delle difficoltà incontrate dal progetto che avrebbe dovuto cambiare la politica e il Paese, e che si ritrova alle prese con i suoi limiti, numerosi come le potenzialità che non ha ancora espresso. Alla ricerca di un profilo e di un metodo, prima ancora che di un’identità, il partito che l’autore immagina è qualcosa di rivoluzionario per la politica italiana perché parte dai cittadini, dalle nuove modalità di comunicazione e aggregazione sociale e, soprattutto, dalle domande della contemporaneità. Il lavoro, la società multietnica, l’ambiente, la laicità e la riforma della politica sono i temi di una nuova proposta che ha il sapore antico della passione e la freschezza di chi ha iniziato a far politica con l’Ulivo e con Berlusconi. E ha tutta la vita davanti: proprio come il pd."
Confesso. Lo sto leggendo quindi il giudizio è al momento parziale. Però, anche se non voterò per la mozione che lui sostiene, pur condividendone molti tratti, il pippo è forte e afferma cose, molte, che noi a San Gimignano ci diciamo da tempo. Provando anche, spesso con buoni esiti, a non praticarle per non pepretuare gli errori di chi ha avuto fino ad ora la guida del Pd.