giovedì 23 ottobre 2008

Brutta aria...

Due fatti di questi giorni ci dicono che tira una brutta aria segno, da un lato, di un'arretratezza culturale, dall’altro, di una odiosa intolleranza verso il dissenso.
Ce ne è poi anche un terzo, ma questo non fa più notizia...

1. Mi avvalgo delle parole di un economista che stimo: "La posizione del governo italiano rischia di trascinare l'Europa verso l'abisso. Berlusconi ha lo sguardo volto al passato, vede e pensa alla vecchia economia: ma su quella strada non c'è scampo perché la crisi ha una dimensione non affrontabile con i parametri tradizionali. Per salvarsi bisogna innovare, rilanciare, scommettere sul futuro". Jeremy Rifkin
La battaglia (è poi tale?) del governo sulla riduzione degli impegni europei (i 20-20-20) tradisce due cose: l'idea di un modello di sviluppo sempre uguale a se stesso, che opera sempre e costantemente a condizioni date ed immutabili. Il clima e il depauperamento delle risorse ci dimostrano invece che non è così; la mancanza di una cultura ambientalista riformista che faccia leva sull'innovazione tecnologica per la modernizzazione ecologica dell'economia con riflessi potenziali positivi su occupazione, economia stessa, clima e sostenibilità nell'uso delle risorse.
Possibile che in tutta Europa l'abbiano capito (anche a destra fortunatamente vedi Sarkò e la Merkel...) e in Italia no?

2. Scuola e università: studenti, insegnanti, genitori e rettori protestano. Ma c’è chi scambia il disagio sociale per un problema di ordine pubblico e propone di mandare la polizia nelle università.
In democrazia si dovrebbe ascoltare, prima di agire. Soprattutto se si vuole agire male e con la forza. Chiariamoci: occupare non è un atto consentito. Su questo nessun tentennamento, altrimenti la sinistra cade in un suo antico vizio, per cui le regole si rispettano finchè fanno comodo ma possono essere forzate quando è lei a deciderlo perché depositaria, magari, di una verità più forte e più giusta (verrebbe da dire "più vera") delle altre. Non sono più questi i tempi. E tuttavia, di fronte ad occupazioni PACIFICHE non si può brandire il manganello, minacciare sgomberi, e confondere ordine pubblico con ben altra cosa: una protesta spontanea contro una norma (un decreto legge per l'esattezza) che già nella sua forma giuridica (un decreto legge appunto!) denota la NON voglia di discutere e di confrontarsi democraticamente (rafforzata dalla scelta, peraltro, di apporvi la fiducia) sull’idea di istruzione e formazione in questo Paese. Detto questo, domenica scorsa abbiamo fatto un'iniziativa in merito alla scuola e in effetti cose di cui preoccuparsi ci sono, eccome. Al di là della retorica politica di destra e di sinistra un rischio c’è ed è alto per la scuola italiana.
3. Infine. Sento dire che questa protesta è alimentata dalla sinistra (un pò generico come termine di questi tempi...) e dalla stampa contraria al Governo. Ora. Il Pres del consiglio governa, non col mio voto certo, ma ha vinto le elezioni, alla grande, democraticamente, lo rispetto, ne a tutto il diritto. Ma, mi domando, come si fa a dire e a credere ancora a queste cose??? l'Italia è fondamentalmente un paese di destra, la pdl ha vinto con largissimo consenso, la cd sinistra rappresenta “poco più di un terzo” degli Italiani (“un terzo” è il Pd, il “poco più” sono tutti gli altri) e davvero le scuole, le università sarebbero tutte sobillate e unidirette da queste forze. E dei giornali? Cosa vogliamo dire? Un signore che è padrone delle tre principali reti televisive private, che ha la guida politica della tv di stato (fin quando la politica non uscirà dal comando della rai sarà così purtroppo…), che è editore di molti giornali e riviste ancora la mena col fatto che la stampa è tutta contro di lui? Le trovo cose inconcepibili. Ma è ancora più strabiliante il fatto (e con questo dobbiamo fare i conti con umiltà) che siano in molti ancora a credervi.

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