domenica 14 giugno 2015

Dal Pinturicchio a Lippi, nuova vita per i nostri musei?



Ieri sono stato all’inaugurazione della mostra “Filippino Lippi: L'Annunciazione di San Gimignano”, organizzata nella nostra Pinacoteca presso il palazzo comunale.

Il mio invito è di andare a vederla.
In sintesi si tratta di una mostra (fino al 2 novembre) dedicata al pittore fiorentino con oggetto l’Annunciazione, opera realizzata dall'artista in due tondi distinti raffiguranti uno l'Angelo Annunziante,  l'altro l'Annunziata.

Oltre alla bellezza in sé dei due tondi, per i quali, nell’occasione, sono state restaurate anche le cornici in legno, di particolare interesse sono stati per me i documenti relativi alla commissione dell'Annunciazione. Documentazione storica che non proviene da chi sa dove, ma che proviene dall’archivio Storico del Comune di San Gimignano, dopo secoli, pesti, rivoluzioni e due guerre mondiali. 

Documenti da cui si apprendono i motivi e le modalità di finanziamento delle due opere da parte dei Priori e Capitani di parte guelfa per il Palazzo Comunale di San Gimignano (vi si provvedeva anche con i proventi delle vigne), che le commissionarono nel 1482.
Da un punto di vista storico ci dice anche, comunque, del fermento che c’era a San Gimignano a fine 1482, per cui i priori e capitani chiamavano Lippi per abbellire la sede del governo cittadino, così come le  istituzioni fiorentine stavano facendo per Palazzo Vecchio. Quello stesso fermento che di lì a poco avrebbe chiamato il Pinturicchio, ad inizio ‘500, a realizzare la pala della “Madonna in gloria tra San Gregorio e San Benedetto”, esposta proprio nella stessa sala della nostra Pinacoteca.
La pala stessa fu oggetto l’anno scorso di una mostra ad essa dedicata oltre ad altre opere del Pinturicchio.
Tutto questo per dire anche che è questo che devono fare i nostri musei civici.

Ne ho già parlato altrove, esattamente qui, proprio l’anno scorso. Occorre insistere su questa strada.
Come ho avuto modo già di scrivere, anche nel contributo al programma elettorale della nostra coalizione del 2014, il ruolo dei musei oggi, per non diventare “eventificio” o scatola per soli “eventi”, è nel dialogo permanente fra musei e territorio.E’ necessario, tra le altre cose, che i musei vivano della relazione quotidiana col loro territorio, con il territorio che li esprime. Serve un rapporto, in mancanza sempre più spesso di risorse locali e nazionali, fra i nostri Musei Civici ed i suoi potenziali frequentatori, l’associazionismo che il nostro comune esprime – anche per la valorizzazione dei tanti “tesori minori” - e le sue istituzioni scolastiche. Su quest’ultimo fronte il lavoro sulla spezieria di Santa Fina e le attività didattiche proposte alle scuole e alla famiglie vanno nella direzione giusta. O almeno quella auspicata dal decisore pubblico, cioè dal Consiglio comunale, quando questo è stato (siamo stati chiamati) a decidere per una dolorosa gestione esterna dei nostri musei.

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Post Scriptum. Alcune considerazioni a latere:
1) resta un po’ di rabbia per l’impossibilità che hanno le amministrazioni locali, la nostra in primis, per via delle restrittive norme di bilancio, in particolare su promozione, valorizzazione, investimenti e personale, di poter gestire direttamente e serenamente complessi museali. Spiace perché ancora abbiamo un’amministrazione pubblica rigida, poco flessibile, che non sa distinguere tra Comune e Comune, che nel chiedere giustamente sostenibilità finanziaria, almeno però mettesse chi è in grado di garantirla con le proprie forze di potersi misurare. Così, purtroppo, ancora non non è.

2) leggo ogni tanto su FB che Sel era contraria alla esternalizzazione della gestione dei musei (per i motivi detti sopra) e che quei brutti e incompetenti del PD erano tutti d’accordo, magari inebetiti dal dio denaro. Niente di più falso. Le perplessità, allora, erano più nel PD ad onor del vero. Tanto che anche in Consiglio almeno un paio di consiglieri eletti nel Pd si dissociarono dalla scelta. Semmai il lavoro che fu fatto, anche da parte mia come capo gruppo consiliare, fu esattamente l’opposto: cioè evitare che il tutto non si risolvesse in una operazione economicistica. Si trattava pur sempre della gestione della nostra storia! E che invece si elaborasse un atto di indirizzo molto chiaro, per il quale restasse forte l'indirizzo pubblico e determinato il controllo dell'amministrazione, la relazione con il territorio, la didattica e l’associazionismo, oltre che a stringere il privato in una azione di promozione serrata (che il Comune non poteva più fare per effetto delle normative nazionali).

2bis) che non c’entra nulla col tema attuale. Ma il centrosinistra a San Gimignano, inteso come coalizione che comprende il PD e altre forze più a sinistra di questo (come Prc prima e Sel poi) è un peccato che sia finito, con la recente uscita di Sel dalla coalizione di governo. Come si vede, come nel caso dei musei e non solo, i risultati e le mediazioni raggiunti in tanti anni di governo assieme hanno sempre fatto fare più passi in avanti al nostro Comune, che passi indietro. Per me è un orizzonte da ricostruire al più presto. Lo dico con cognizione di causa, essendo stato tra i promotori, 6 anni fa, di questa alleanza, e tra coloro che hanno lavorato per unire e non per dividere in questi anni di collaborazione.

3) la terza considerazione riguarda il gestore. Il cambio di passo è stato immediato (assunzione di 15 persone  con i requisiti professionali richiesti dal capitolato; 3 mostre allestite per la valorizzazione del patrimonio esistente, l’identità visiva con il sito web ed i social network, la modernizzazione del servizio biglietteria, gli investimenti nelle strutture e negli strumenti divulgativi – inversione flussi di ingresso, arredi interni, messa in sicurezza della salita alla Torre Grossa, nuovo impianto illuminante, filtranti alle finestre, nuovo apparato didascalico, le nuove audio guide, gli art glass, nuovo bookshop, etc…). Inoltre segnalo le positive iniziative di riscoperta, valorizzazione e promozione della spezieria di S.Fina oltre che all’allestimento, seppure con un po’ di ritardo, della sala didattica rivolta al pubblico scolastico per promuovere la conoscenza dei tesori cittadini tra i più giovani. Occorre dunque insistere. Perché purtroppo il trend dei visitatori degli ultimi 3 anni, compreso il 2014, il primo della nuova gestione, segna una flessione rispetto al precedente triennio. Nell’ultimo anno sono pero saliti gli introiti, grazie soprattutto all’innalzamento, per quanto non esagerato, del piano tariffario che prevede un unico biglietto di ingresso a cui può essere associato l’ingresso della mostra presente (6 euro l’intero che, con la mostra, diventa 7,50, mentre 5 euro e 6,50 sono i prezzi per i ridotti nei due casi). Ecco: credo che occorra continuare a lavorare affinché torni a salire anche il numero assoluto dei visitatori, locali e non (anche i primi andrebbero censiti) oltre alla leva tariffaria. Anche per questo infatti è stata presa la decisione della gestione esterna: mettere in campo iniziative e strumenti per ri-attirare visitatori nei nostri musei, grazie a soluzioni innovative ed investimenti, ormai entrambe precluse al Comune, campagne di valorizzazione e promozione dell’unicità dei nostri tesori. Per quanto mi riguarda è quel che farò, coerentemente con l'atto di indirizzo che abbiamo approvato in Consiglio Comunale.

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