martedì 13 gennaio 2009

Ci risiamo: li vorrebbero tutti uguali!

L'argomento è delicato, tocca la storia patria, e posto questa denuncia dell'ANPI nazionale non tanto per fare polemica gratuita quanto, semmai, per informare su un revisionismo strisciante che puntualmente si ripropone: quello di equipare (questa volta addirittura inventandosi un'onorificenza di nuovo stampo) i partigiani, i gappisti e i combattenti per la libertà con i repubblichini dei Salò. Sia chiaro: un conto è il rispetto e la pietà per i morti, tutti i morti, di qualunque parte. Un altro è il valore e le motivazioni per le quali si è combattuto e perito, da una parte anzichè dall'altra. Lo ricorda oggi anche Giuliano Vassalli, presidente emerito della Corte Costituzionale, classe 1915, arrestato e torturato durante il fascismo, al quale il nuovo tentativo di "equiparare" per legge partigiani, deportati e militari ai repubblichini di Salò, proprio non piace. E lo spiega, anche in punto di diritto, molto bene: "Sono contrrissimo perché è assolutamente chiaro che c'è stata la continuità dello Stato anche dopo l'8 settembre e la caduta del fascismo. E non si può riconoscere a chi ha contrastato lo stato italiano sovrano schierandosi con la Repubblica sociale il titolo di combattente. La Cassazione è chiara in merito. Tutte quelle pronunce sono concordi nel definire i repubblichini come nemici".
E aggiunge: "Ma cosa vogliono ancora? Hanno avuto tutto, l'amnistia di Togliatti, la legittimazione democratica immediata, l'Msi in Parlamento, adesso sono al potere. Eppure vanno avanti, incuranti del fatto che non esiste paese in Europa dove i collaborazionisti del nazismo sono premiati".

Mio nonno Guido è arrabbiato e deluso. Ma attivo (a 83 anni!), come sempre, quando c'è di mezzo l'ANPI e da difendera la lotta partigiana e, ancor prima, le sue ragioni.
Come possiamo dargli torto?

L'ANPI nazionale si è mobilitato contro il disegnao di legge che è approdato in Parlamento, alla zitta. Eccolo.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA
COMITATO NAZIONALE - Roma

Un “Ordine del Tricolore” che disordina la storia e le radici della Repubblica.
Col disegno di legge n. 1360 la maggioranza parlamentare pretende di equiparare partigiani, militari e deportati ai repubblichini di Salò con un istituendo Ordine del Tricolore.

La relazione cheaccompagna il disegno di legge sostiene infatti “la pari dignità di una partecipazione al conflitto di molti combattenti, giovani e meno giovani, cresciuti nella temperie culturale guerriera e imperiale del ventennio, che ritennero onorevole la scelta a difesa del regime ferito e languente”.
Analoga operazione fu già tentata nelle precedenti legislature, ma venne respinta: ora tenta un gravissimo colpo di forza.

L’ANPI e tutte le forze politiche, sociali, culturali che si richiamano all’antifascismo e ai valori della Resistenza sanciti nella Costituzione della Repubblica non possono che opporsi al disegno di legge attualmente in discussione nella Commissione Difesa della Camera.
Intendiamo denunciare questo ennesimo tentativo di sovvertire la nostra storia e le radici stesse della nostra Repubblica.

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