martedì 23 marzo 2010

Fotovoltaico: si può fare, siamo secondi in Europa

Alla fine del 2009 siamo secondi in Europa. Secondi solo alla Germania per potenza di FV installata. Resta però un problema di politiche industriali e di filiera. Al boom della potenza installata non corrisponde il boom di una filiera italiana. Lo sosteniamo da tempo. Lo si ribadisce in questo articolo.

E' l'occasione per vedere che cosa propone su questi temi il candidato Presidente alla Regione Toscana Enrico Rossi.

IDEE PER LA TOSCANA. SVILUPPO ECOSOSTENIBILE
Tre i punti cardine per uno sviluppo integrato energia-ambiente-sviluppo:
- Il ciclo integrato dei rifiuti
- La produzione eco-compatibile di energia
- Prevenzione dei rischi ambientali

Con i no a prescindere non si cura il territorio e non si fa il suo bene. La difesa e la valorizzazione di ciò che la natura ci ha dato sono punti irrinunciabili, ma non significano opporsi sempre e comunque a qualsiasi tipo di intervento.
L’ambiente e il governo del territorio devono continuare a ispirarsi a una logica di utilizzo e preservazione.
Sostenibilità energetico-ambientale e sviluppo economico sono infatti due obiettivi resi reciprocamente compatibili dalla crisi attuale. I toscani hanno necessità di tutelare il loro habitat come fattore di sviluppo turistico e agro-alimentare, ma al tempo stesso hanno bisogno di produrre lavoro e ricchezza.


ALCUNE PROPOSTE PER UNO SVILUPPO ECOSOSTENIBILE

1. Accelerare i tempi per il completamento del ciclo integrato dei rifiuti nella cornice dei 3 ATO previsti
E’ necessario avviare un percorso che ci consenta di superare la logica dello stoccaggio in favore del riuso. Occorre in questo senso, una politica dei rifiuti a tutto sesto, dagli accordi per la riduzione degli imballaggi, agli standard eco-compatibili per gli acquisti della pubblica amministrazione, al potenziamento della raccolta differenziata (riducendo il conferimento in discarica, ricorrendo al “porta a porta” dove sostenibile), all’uso degli impianti di termovalorizzazione per la parte residuale (attuando con rapidità il piano regionale e ponendosi successivamente come obiettivo, in una logica di area vasta, la realizzazione di impianti meno numerosi e più efficienti, sostitutivi di quelli più impianti piccoli e vecchi, uniformandosi ai migliori standard di sicurezza ed ambientali possibili).

2. Sviluppare un distretto energetico regionale per la produzione di energia, valorizzando in particolare le fonti rinnovabili ed adottando un piano regionale di efficienza energetica che consenta di abbattere le emissioni inquinanti.
La Toscana deve e può giocare un ruolo primario a livello nazionale ed europeo in quanto l’approvvigionamento e la produzione di energia sono ormai imprescindibili da una vera sostenibilità della crescita economica. Diciamo quindi no al nucleare (anche a quello di ultima generazione, perché produce scorie tossiche, richiede ingenti investimenti, tempi lunghi e… qualche volta scoppia!). Vogliamo altresì sviluppare un “polo energetico costiero” che consenta una valutazione strategica degli effetti di una politica che deve produrre più energia riducendo le emissioni nell’area, risanando gli ambienti più compromessi e sviluppando le energie rinnovabili.

3. Una nuova politica energetica rispettosa dell’ambiente e votata all’innovazione
Fatti salvi gli aspetti di tutela ambientale, di sicurezza, e di sostegno all’occupazione, occorre garantire lo sviluppo eco-sostenibile della geotermia, favorire la riconversione di centrali elettriche inquinanti, incentivare l’uso delle biomasse, risanare le aree industriali dismesse valutando, come nel caso di Rosignano-Solvay, la funzione di un impianto di rigassificazione nell’ambito di un bilancio energetico e ambientale positivo.

4. Coordinare su un orizzonte pluriennale gli interventi regionali e nazionali per la prevenzione del rischio idro-geologico e costituire un unico ATO regionale che consenta di mantenere e rafforzare un controllo pubblico sull’acqua
Viste le crescenti evidenze a favore di una ri-publicizzazione di un bene così particolare, è prioritario effettuare investimenti infrastrutturali urgenti per l’approvvigionamento e la manutenzione della rete idrica, la realizzazione di bacini o invasi, depuratori, nonché le politiche per il riuso delle acque reflue industriali e agricole.

5. Attivare una cabina di regia regionale
Pensiamo a un organo in grado di pianificare ed esercitare un’azione di governance nei confronti di Province e Comuni, per la realizzazione di grandi progetti urbanistici ed infrastrutturali di interesse regionale.

6. Favorire nelle zone montane una corretta gestione del patrimonio boschivo toscano
I boschi della Toscana sono i più diffusi a livello italiano: una ragione in più per impegnarsi a fondo per la loro tutela, sia in termini di contributo alla prevenzione del rischio idro-geologico, sia di difesa della qualità del territorio, sia per una produzione eco-compatibile di biomasse.

7. Sviluppare una pianificazione integrata energia-ambiente-sviluppo economico
E’ necessario in quest’ottica prevedere anche strumenti di successiva implementazione mediante accordi di programma con gli enti pubblici, partnership con le imprese e forme di partecipazione pubblica.

8. Migliorare la gestione di parchi ed aree protette
In rapporto con il mondo dell’associazionismo e l’attività di ricerca delle Università, è necessario tutelare e valorizzare il patrimonio boschivo della nostra Regione – già oggi uno dei più sviluppati d’Italia – con l’obiettivo minimo di non intaccare la flora esistente.

9. Potenziare al massimo il riuso dei volumi edilizi esistenti
Occorre contenere il consumo del suolo e invertire il processo di sviluppo disordinato degli insediamenti urbani (noto anche come sprawling), dando nuove linee di indirizzo per la pianificazione urbanistica e territoriale volte alla costruzione di nuovi spazi pubblici come incubatori di socialità e a impedire la formazione di “ghetti”.

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