venerdì 16 maggio 2014

Un candidato...ed una certa idea della politica

Le campagne elettorali mi hanno sempre affascinato.
Sono momenti di varia umanità.
Se ne vedono, leggono e, soprattutto nei paesini, sentono a volte di tutti i colori.

Pochissimo interessato ed appassionato ad aperitivi, apericene e tratti folkloristici a parte, mi piace invece la dimensione di contatto tra le persone.
I bisogni, le speranze, le difficoltà, le ambizioni, i progetti, le critiche, le osservazioni, i suggerimenti e, perché no?, gli incoraggiamenti dei miei concittadini.

Soprattutto mi interessa quella dimensione della politica e della campagna elettorale in cui ci si guarda negli occhi.
Evito e mi garbano poco, per stile e per cultura, le sventagliate feisbucchiane (neologismo) che, se va bene, interessano ai tre gatti che le alimentano. Poi compiacendosene pure.

Mi hanno insegnato che la dimensione che più preferisco della campagna elettorale, cioè quella del contatto e del confronto con le altre persone, è bene mantenerla sempre se vuoi fare e se hai la passione politica.

E' quello che faccio. Preferisco quindi, da sempre, utilizzare i momenti di campagna elettorale per "accordare le note", affinare i temi e le idee, verificare se quanto proponiamo abbia un riscontro o meno tra i Sangimignanesi.

Soprattutto mi hanno insegnato a non promettere, semmai a prendere impegni, con serietà e concretezza. Ed è quello che faccio. Politica è (anche) impegno.

Sono nato e cresciuto qui, qui ci vivo, i Sangimignanesi sanno bene chi sono, conoscono la mia famiglia, sanno non da ora se ho delle idee, dei valori a cui ispirarmi, un'autonomia di pensiero, qualche capacità o esperienza da mettere a servizio di San Gimignano.
E non ci sarebbe nulla di più sciocco che pensare che sia una mail, una promessa (cosa potrei promettere mi domando poi) a 15 giorni dalle elezioni a far spostare il giudizio di chi ti conosce da sempre.
 
Milito in un partito, che ho fondato, e non me ne vergogno.
Non me ne vergogno e allo stesso tempo lo critico, sia a livello locale che nazionale (l'ho fatto e lo rifarò se necessario), su ciò che non mi torna e che non condivido.
 
Questa idea da cortina di ferro per cui, sono riecheggiati anche ieri in Consiglio Comunale questi discorsi un po' a bischero, se appartieni ad un partito sei un troglodita, un non pensante e che alla fine prevale l'appartenenza al simbolo sul ragionamento mi fa incavolare oltre che inorridire.
Come se chi fosse dentro un partito portasse automaticamente il cervello all'ammasso.
Io non ce lo porto per nulla.
Tanto più se a questa visione si accompagna quella per cui la virtuosità, il sole e la verità in tasca ce l'hanno solo, o comunque di più di te, coloro che militano in liste civiche o, come usa dire oggi, movimenti che si muovono, agiscono e parlano, non potrebbe essere poi altrimenti, come soggetti politici.
 
Comunque sia.
Personalmente non mi sento migliore o peggiore di nessuno.
Certamente non mi sento migliore perché milito in un partito, rispetto a chi invece in un partito non agisce. Come si usa dire, insomma, per partito preso.
 
Al liceo ci hanno insegnato il concetto ateniese di politica, connaturato alla condizione stessa di cittadino.
Ecco, sono rimasto sempre caro a quel concetto.
La politica non la voglio (e non è) esclusiva di pochi.
Sono felicissimo quando vedo persone che si avvicinano alla cosa pubblica, quando sono i molti e non i pochi a farsi avanti. 
 
E, dunque, per me ben venga la competizione.
 
A San Gimignano, checché se ne dica, anche a questo giro c'è ampia scelta e sana competizione.
Ci sono ben 4 liste, come cinque anni fa.
Alla faccia di quella realtà apatica che si sente descrivere a volte o di quella presunta "cappa asfissiante" non si sa poi di quale cucina.
 
Qui non c'è da "detoscanizzare", da "depestizzare" proprio nulla: né di rosso, né di grigio, né di bianco, né di verde, né di arancione, né di giallo...
Quel che c'è da fare, invece, è fornire ai Sangimignanesi una proposta seria, organica e concreta per San Gimignano, dopo 5 anni difficili in cui la città ha raggiunto il più importante degli obiettivi: non scivolare indietro.
 
La differenza, come sempre, non la farà l'appartenenza acritica a quello anziché a quell'altro partito, come ancora nel 2014 si vuol fa credere.
La farà la qualità della proposta, il quadro di valori a cui quella proposta si ispira, le persone che dedicheranno il loro impegno a realizzare quella proposta.
 
Ritengo per questo che nel nostro programma ci sia una visione complessiva per governare San Gimignano.Nel nostro programma non c’è un mondo di sogni, ma azioni e proposte concrete, frutto di una conoscenza profonda della Città e del suo territorio. 
Frutto dei Sangimignanesi dopo aver chiesto loro la propria opinione, attraverso appositi incontri e specifici tavoli tematici
 
Ecco, se proprio devo essere sincero, non mi sento di dire che la nostra proposta sia la migliore delle altre.
Quello, semmai, lo decideranno i Sangimignanesi il 25 maggio.
 
Ma una prima, determinante differenza tra la nostra e le altre proposte sta proprio qui: nella visione complessiva di San Gimignano, dei suoi bisogni e delle sue opportunità, grazie ad una presenza costante e capillare nel territorio e nelle frazioni e non apparizioni in prossimità delle elezioni.
Perché in politica impegno non fa rima con improvvisazione.
Perché le elezioni il giorno dopo passano, le cose da fare restano.

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