venerdì 23 maggio 2014

La primavera (e non solo) del 1992

Il '92 è stato un anno che non scorderò.
Uno di quelli che, da adolescente, ti formano e ti segnano per quello che sarai o diventerai.
A luglio e a novembre se ne sarebbero andati nonno e nonna.
Uno dietro l'altra, lasciando piazza Sant'Agostino più vuota.
Nel primo caso avevo lasciato la terza media da poco e, come diceva lei, con profitto.
Nel secondo caso avevo da poco iniziato la IV ginnasio e, al ritorno a casa, mi dissero che da quella notte nonno non c'era più.
Non mangiai nulla.
Il 23 maggio, invece, avevo passato pomeriggio e sera davanti alla TV.
Incredulo a cercare di comprendere ciò che stava accadendo con la strage di Capaci e l'eliminazione di Falcone.
Ricordo tutto.
Anche l'inizio dello scandalo di tangentopoli.
E ricordo quella rabbia, quel senso di ingiustizia che senti così acuto (forse) solo da ragazzo.
Ricordo al tempo stesso, però, un pari e contrapposto senso di giustizia.
Quello che mi ha portato ad un certo tipo di studi.
Quello che mi ha portato ad un'idea di impegno civile e politico.
Quello che mi ha portato a nutrire rispetto e senso delle istituzioni democratiche.
Quello che ogni giorno mi e ci chiede, a ciascuno di noi, di mettercela tutta e provare (almeno) a fare il nostro dovere.
Ed a farlo per bene.
Devo molto al '92.

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