venerdì 4 luglio 2008

Internet, informazione e pluralismo

Mi sembra molto interessantre questa indagine svolta dal sito lavoce.info. Emerge un quadro di una nota verità e di una mezza verità.
La prima è che la tv resta il principale mezzo per gli Italiani. Questo la dice lunga su chi sia oggi ad esercitare la vera egemonia culturale. Le tv e..soprattutto chi le possiede. Ma va?
La seconda è che però essi si rivolgono ad internet per avere maggiori approfondimenti (perchè i bassi costi di inrnet sono considerati garanzia di maggiore indipednenza e libertà dai grandi finaziatori). Sono solo in parte d'accordo. E' vero. Sulla rete si trova di tutto, sempre in maggior dettaglio e con lenti di ingrandimento vi via più grandi. Questo è un bene. Resta però ancora il problema della veridicità delle fonti, spesso non citate, e della fraudolenza di certe info o di certi dati. Un aspetto su cui ancora lavorare.
Un dato per me importante: "iIl 63 per cento degli intervistati pensa che il pluralismo sia molto importante". Ok. Salvo scordarcelo quando andiamo a votare.
Come dire: vengo dopo il tg!

Sono sempre di più gli italiani che navigano in Internet, 26 milioni dicono le stime.
E se la televisione resta il mezzo da cui si attingono le notizie, è in rete che si cercano fonti di approfondimento attendibili e non faziose.
Perché i bassi costi sono una garanzia di minore dipendenza dai finanziatori. Lo dicono i risultati del nostro sondaggio su "Internet, informazione e pluralismo".
Sta davvero diventando un popolo di navigatori, quello italiano. Navigatori su Internet, ovviamente. Si stima che siano 26 milioni, 60 per cento dei cittadini da 14 a 80 anni di età. L’indagine è stata effettuata su un campione di mezzo migliaio (per l’esattezza 493) di queste persone. Non è rappresentativo della popolazione italiana, ma degli internauti. C’è in proporzione il doppio di giovani tra i 14 e i 24 anni rispetto alla popolazione italiana.

NOTIZIE DALLA TV, APPROFONDIMENTI IN RETE
Saranno pure internauti, ma gli intervistati in questo sondaggio considerano comunque la televisione il mezzo principale da cui attingono notizie (77,1 per cento delle risposte). Internet arriva al secondo posto ma con enorme distacco (7,7 per cento).

Tuttavia, a fronte di un’esigenza di approfondimento, il ricorso a Internet sale oltre il 20 per cento, quello alla Tv scende al 37 per cento.

C’è da supporre che la televisione sbaragli il campo quando si vuole un’informazione facilmente fruibile (il linguaggio comprensibile, tipico della Tv, è il criterio di scelta del medium per il 41,8 per cento degli interrogati), ma che passi in secondo piano quando si è alla ricerca di fonti attendibili e non faziose. In tal caso Internet batte tutti i media con il 70 per cento e la televisione rimane confinata a un 19 per cento. Sono pochi (meno di 5 su 100) gli internauti che cercano un’informazione partigiana, “in affinità con le proprie idee”.

Il 63 per cento degli intervistati pensa che il pluralismo sia molto importante. Tra questi, il 41 per cento ritiene di trovare un’informazione più seria e obiettiva su Internet, solo il 12 per cento sulla televisione.

Ed è interessante vedere perché ai siti web venga attribuita una maggiore credibilità. Quasi la metà delle risposte indicano i bassi costi e perciò la minore dipendenza dai finanziatori.

Fonte: www.lavoce.info

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